12 importanti KPI SEO che dovresti monitorare

Daryana Solntseva

mag 04, 202110 min di lettura
Gli obiettivi e i KPI sono una delle parti più importanti della tua strategia SEO. In questa guida approfondiamo alcuni dei più importanti.

INDICE

L'importanza di monitorare correttamente i KPI

Obiettivi e KPI sono tra le componenti più importanti della tua strategia SEO, ma sono anche una delle aree comunemente più trascurate.

Senza KPI, non sarai in grado di monitorare efficacemente i progressi della tua campagna e assicurarti che i tuoi sforzi ti stiano ripagando o determinare se sei sulla strada giusta per il successo.

Non è un segreto che la SEO richieda tempo per fornire risultati e ritorni economici, ma impostando dei KPI (Key performance indicator) sarai in una posizione migliore per dimostrare l'impatto che la tua strategia sta avendo sul business.

Possono anche aiutarti a gestire le aspettative degli stakeholder. I KPI SEO dovrebbero costituire la base della tua strategia ed essere l'elemento che ti permette sia di misurare che di aver controllo sull’eventuale successo e la crescita dei tuoi sforzi, ma devi sapere cosa misurare. 

Nella nostra guida, ti aiuteremo a capire i KPI più importanti che dovresti utilizzare per una campagna SEO.

Nello specifico, tratteremo:

12 KPI SEO da monitorare

Elencare tutti i KPI che dovresti monitorare regolarmente per vedere un'istantanea di come procede la tua campagna SEO potrebbe generare confusione, quindi ci siamo concentrati sulle 12 KPI a nostro avviso più importanti.

Queste sono metriche che ti danno una visione generale di come i tuoi sforzi vengono ripagati e che ti permettono di dimostrare l'impatto che stai avendo, e allo stesso tempo individuare eventuali problemi prima che si trasformino in veri e propri grattacapi. 

1. ROI

Per quasi tutte le aziende, l'obiettivo finale di una strategia SEO è generare un ritorno sull'investimento. E che si tratti di un investimento in un team interno, con relative risorse, o in un'agenzia, significa comunque guadagnare più soldi di quanti ne siano stati spesi.

Tracciare il ROI delle tue attività SEO è cruciale per il semplice motivo che è la migliore misura del successo che ci sia: questa metrica ti dice che ci sono più soldi in cassa di quanti ne hai spesi. Ma ricorda che può volerci del tempo per vedere un ROI, spesso da 6 a 12 mesi o più. 

Scopri dove si trova il tuo obiettivo di ROI e potrai misurare le tue prestazioni su base regolare, comprendendo i tuoi progressi e creando report dettagliati su di essi.

Puoi misurare il ROI in base al tuo investimento nella SEO e alle entrate restituite dal canale. 

2. Conversioni (Vendite e Lead)

Sebbene un ritorno economico sia il KPI principale sul quale si focalizzano molte aziende, inevitabilmente ci vuole tempo per vedere i ritorni di una strategia SEO. Per questo motivo non dovresti fare affidamento solo sul ROI. 

Misurare e monitorare le conversioni organiche (vendite, lead o entrambi, a seconda dell'organizzazione della tua attività) è un modo efficace per dimostrare di avere successo. Dopotutto, un aumento delle conversioni organiche può essere facilmente attribuito ai tuoi sforzi. 

Assicurati solo di fissare un benchmark di conversione prima di iniziare a lavorare su una campagna; altrimenti, troverai più difficile mostrare l'aumento rispetto a ciò che era già stato generato.

Un consiglio è quello di prendere una media delle conversioni generate nei tre mesi precedenti l'inizio della tua campagna e utilizzarla come benchmark per misurare la crescita. 

Puoi monitorare le conversioni su Google Analytics, misurando gli obiettivi per le conversioni di lead e usando il rapporto eCommerce per monitorare le vendite per canale. 

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3. Visibilità organica

Ritornando al punto che ci vuole tempo per vedere un ritorno economico dalla SEO, un solido KPI che puoi monitorare e misurare per mostrare una crescita costante è la visibilità organica. Puoi misurarla in due modi.

Innanzitutto, puoi mostrare la crescita delle impressioni da Google Search Console.

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Questo è il modo perfetto per mostrare una crescita continua della visibilità, dato che le impressioni mostrano le ricerche per le quali il tuo sito è stato visibile, anche se non hanno prodotto clic. In genere, ciò è dovuto al fatto che si osserva un aumento delle parole chiave posizionate, ma queste non sono (ancora) nelle posizioni che permettono di generare traffico.

In ogni caso, un aumento delle impressioni mostra un aumento della visibilità organica e questa è un'ottima metrica che dimostra una crescita continua. 

Puoi mostrare un aumento della visibilità organica anche osservando le tendenze delle parole chiave nello strumento Ricerca organica di SEMrush, dove puoi vedere come è cambiata la tua visibilità per tutte le parole chiave indicizzate, comprese quelle nelle posizioni più basse. 

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4. Sessioni organiche

La crescita delle impressioni organiche dovrebbe comportare un aumento delle sessioni organiche, ed è qui che puoi iniziare a dimostrare l'impatto reale della tua strategia SEO.

Una volta che i tuoi sforzi avranno effetto, una delle metriche chiave su cui vedrai i risultati sono le sessioni organiche (traffico).

Le impressioni generano traffico e il traffico si trasforma in conversioni; da questa prospettiva l'aumento delle sessioni organiche è il punto in cui inizi veramente a notare un miglioramento nel tuo ROI SEO.

Misurare le sessioni organiche è davvero semplice in Google Analytics. Tuttavia, per monitorare i KPI SEO ti consigliamo di concentrarti sui dati di Google Search Console, in quanto ciò ti consentirà di escludere le ricerche di brand e visualizzare solo i clic organici per i termini che non riguardano il marchio.

Questo è importante per garantire che i tuoi dati non siano “sporcati” dalle attività legate all brand, che possono aver determinato, appunto, un aumento delle ricerche branded.

Per fare ciò, vai al rapporto sul Rendimento e clicca sull'etichetta +Nuovo nella parte superiore dello schermo, dove puoi scegliere di filtrare il tuo brand attraverso l'opzione "Query non contenente". Inserisci il nome del tuo marchio (e le sue varianti) e vedrai il rendimento del traffico non-branded.

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Una cosa fondamentale a cui prestare attenzione quando analizzi le sessioni organiche è la stagionalità: assicurati di confrontare anno su anno, piuttosto che mese su mese, per confrontare periodi simili e tenere conto di eventuali fluttuazioni stagionali della domanda. 

Per fare ciò, clicca sulla finestra di dialogo delle proprietà del filtro nella parte superiore dello schermo, scegli "Confronta" e seleziona il periodo che ti interessa.

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5. Traffico Brandes vs Non-Branded

Nonostante tu abbia voglia di escludere le ricerche branded per analizzare il vero impatto dei tuoi sforzi sul traffico organico, un'altra misura chiave del successo e della progressione della tua strategia è il cambiamento nella ripartizione percentuale del traffico non-branded che il tuo sito sta ricevendo.

Il traffico branded deriva di solito dalla precedente conoscenza di un'azienda o dalla raccomandazione di qualcuno. Forse un utente ha visto i tuoi annunci sui social o la tua ultima campagna di pubbliche relazioni, o magari ti ha incontrato a un evento. Ciò che è importante notare qui è come l'utente fosse già a conoscenza dell’esistenza del tuo brand.

Sebbene ciò significhi chiaramente che un canale di marketing funziona bene, di solito non si tratta di traffico che puoi attribuire direttamente alle tue attività SEO.

Il traffico non-branded è invece costituito solitamente dalle persone che cercano parole chiave legate ai tuoi prodotti o servizi, per le quali ti posizioni bene su Google. In altre parole, è il traffico proveniente da utenti che probabilmente non avevano familiarità con la tua attività prima di vederti posizionato nelle SERP.

Ti sarà quindi molto utile misurare la suddivisione del traffico branded vs non-branded, qualcosa che puoi facilmente fare con lo strumento Ricerca organica di SEMrush:

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6. Posizionamento delle Keywords

Anche se, forse, il tracciamento del posizionamento delle keywords può sembrare meno importante rispetto ad alcune delle altre metriche fin qui menzionate, può tornare utili e ti consigliamo vivamente di monitorare il posizionamento delle tue principali keyword nelle SERP.

Se guardiamo indietro anche solo di cinque anni, il posizionamento rappresentava la metrica principale del successo di una campagna SEO.

Allora, cosa è cambiato? La Ricerca semantica

In passato, la maggior parte delle aziende monitorava una manciata di keyword e basava il successo della propria strategia su questo; oggi, il contenuto di una singola pagina può posizionarsi per centinaia (a volte migliaia) di parole chiave diverse. E questo senza dimenticare la ricerca personalizzata — utenti diversi possono vedere risultati diversi per alcune query.

Diamo un'occhiata a un esempio di parole chiave diverse. Lo strumento Ricerca organica ti consente di vedere le parole chiave per cui una pagina si posiziona. Ad esempio, questo articolo performa per 522 parole chiave. Guarda le varianti: 

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Il tracciamento delle keyword

Monitorare il posizionamento delle parole chiave non è più la metrica che era una volta, ma è comunque estremamente utile per mostrare i progressi di una strategia. Dopotutto, se le tue keyword principali aumentano di posizione significa che la tua strategia sta iniziando a dare i suoi frutti.

Puoi usare lo strumento Tracking della posizione di SEMrush per tenere traccia dei posizionamenti delle tue parole chiave principali nelle SERP.

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I backlink sono uno dei tre principali fattori di ranking di Google e non vi è alcuna indicazione che questo possa cambiare a breve. Devi conoscere lo stato attuale del tuo profilo di link, sia in ottica di saper valutare qualsiasi nuovo link in entrata, che di eventuali problemi di i link tossici.

Le metriche sui link che dovresti prendere in considerazione sono:

  • Numero totale di backlink
  • Numero totale di domini di riferimento 
  • Numero di link persi
  • Numero di link guadagnati
  • Link tossici

Puoi misurare tutte queste metriche con gli strumenti Analisi backlink e Backlink Audit di SEMrush.

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Questi numeri vanno letti all’interno di un ambito ben preciso, perché non li stai visualizzando nel contesto reale. Devi anche confrontare il tuo profilo di link con i tuoi competitori più vicini e, ancora una volta, puoi farlo inserendo i loro domini nello strumento.

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8. CTR organico

Il CTR (click-through-rate) è considerato un fattore di ranking ma la realtà è che migliore è il tuo CTR organico, più persone cliccheranno sulla tua scheda nelle SERP.

Dovresti tenerne traccia, sia a livello di pagina che a livello di query. 

Il CTR è una semplice metrica che mostra la percentuale di persone che fanno clic sulla tua pagina dopo che la loro ricerca ha attivato un'impressione: più è alto, meglio è.

Il CTR organico diventa davvero importante per aiutarti a determinare quanto siano rilevanti il tuo title tag e la meta description (gli elementi che compaiono sulle SERP) in relazione a una data query.

Ancora una volta è importante contestualizzare e il CTR medio che ogni posizione può aspettarsi di ricevere è:

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Fonte: Backlinko

Confronta il tuo CTR con questa statistica e vedrai rapidamente se stai superando la media o se hai ancora del lavoro da fare. 

Puoi analizzare il CTR delle tue pagine e query in Google Search Console nel rapporto sul Rendimento.

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9. Frequenza di rimbalzo

La frequenza di rimbalzo è una misura importante per valutare se il tuo contenuto coinvolge chi atterra sulla pagina e può anche essere un ottimo modo per capire quanto questa sia rilevante per le query di ricerca per cui si posiziona.

Una frequenza di rimbalzo elevata in genere indica che la tua landing non cattura l'attenzione degli utenti, il che significa un'opportunità persa per trasformare questo traffico in conversioni. E a volte bastano piccole modifiche per vedere un notevole miglioramento, ma se non tracci regolarmente questo valore, potresti non individuare l'opportunità. 

Puoi visualizzare la frequenza di rimbalzo del tuo sito e delle tue pagine in Google Analytics su Comportamento > Contenuti del sito > Tutte le pagine.

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10. Tempo medio sulla pagina

Più tempo un utente trascorre su una pagina, più sarà coinvolto. E più un potenziale cliente è coinvolto, maggiori sono le possibilità che converta.

Per questo devi misurare il tempo medio sulla pagina per il tuo sito, sia a livello di sito che a livello di pagina, e considerare i modi per aumentarlo se vedi che questo valore è basso.

Puoi visualizzarlo in Google Analytics su Comportamento > Contenuti del sito > Tutte le pagine.

11. Problemi di copertura

Una volta denominati "errori di scansione", Google Search Console ti consente di analizzare eventuali problemi di copertura di cui soffre il tuo sito.

E in genere, questi includono:

  • errori del server 5xx
  • errori 4xx 
  • Anomalie di scansione
  • Pagine noindex
  • Scansionato - attualmente non indicizzato
  • Scoperto - attualmente non indicizzato
  • URL duplicato, inviato non selezionato come canonico
  • Bloccato dal robots.txt

E altro.

In termini di monitoraggio come KPI, se tieni d'occhio regolarmente questi problemi sarai sempre aggiornato su elementi che potrebbero suggerire problemi di scansione o indicizzazione più ampi. 

Potrebbero non essere una vera misura del successo, ma mantenere gli errori al minimo dovrebbe essere uno dei tuoi obiettivi chiave per garantire che tutte le tue pagine che dovrebbero essere indicizzate lo siano. 

Trovi l'indicazione di questi errori su Google Search Console in Indice > Copertura

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12. PageSpeed

La velocità del tuo sito può avere un impatto negativo sia sulle classifiche di ricerca (e sul traffico risultante) che sulle conversioni, per questo vale la pena prestarvi molta attenzione.

Sappiamo cosa stai pensando: che hai già dedicato del tempo a ottimizzare il punteggio PageSpeed dei tuoi siti e le cose stanno andando davvero bene. E questo è fantastico. Ma quando te ne sei occupato?

Queste metriche possono cambiare nel tempo per una serie di motivi.

E se qualcuno del tuo team avesse sostituito le immagini dei tuoi post sul blog con altre nuove, dimenticandosi di ottimizzarle? Ora potrebbero esserci file di grandi dimensioni che rallentano queste pagine. 

Forse il tuo server non performa come quando hai analizzato l'ultima volta la velocità del tuo sito.

Il fatto è che queste cose possono cambiare nel tempo, quindi vale la pena tenere d'occhio la velocità del tuo sito. 

Puoi farlo molto facilmente con lo strumento Site Audit di SEMrush, realizzando scansioni regolari (noi suggeriamo una volta a settimana) che metteranno in evidenza tutte le pagine ritenute lente.

In particolare, puoi approfondire il report Performance del sito per visualizzare informazioni dettagliate sulla velocità. 

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Potrai quindi agire sugli errori o gli avvertimenti segnalati prima che diventino un problema, invece di soffrire a causa della scarsa velocità della pagina.


Impostare e misurare i KPI SEO ti aiuta a mantenere il focus, migliorando l'efficacia dei tuoi sforzi, e ti permette di tracciare continuamente le prestazioni della tua campagna.

Sebbene ogni marketer abbia i propri KPI da monitorare e su cui fare reporting ai principali stakeholder, quello che conta è impostarli e analizzare regolarmente le prestazioni del proprio sito rispetto ad essi.

I KPI possono aiutarti a mantenere e monitorare la tua crescita, attuando come indicatori dei tuoi progressi rispetto ai tuoi obiettivi più ampi.

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Daryana is a PR manager at Semrush, she is responsible for product studies launch and coverage. Being an expert in public and international relations she takes inspiration from all possible cases to improve her work. She loves her profession because here you need to study and update your knowledge literally every day.