Argomento trito e ritrito, ma sempre molto attuale data anche la sua volubilità. Conoscere tutti i fattori di ranking (o quasi) per la scalata del tuo sito web nei risultati di Google, il motore di ricerca per antonomasia, significa avere una visione chiara sullo scenario SEO, oltre che completare il tuo bagaglio tecnico-teorico.
Cosa sono i Fattori SEO o SEO Ranking Factors?
I fattori SEO o fattori di ranking sono tutti quegli elementi che influenzano in maniera determinante il posizionamento di un sito web nei risultati dei motori di ricerca (S.E.R.P., Search Engine Result Page).
Sono gli elementi che Google utilizza, insieme all’algoritmo di calcolo, per definire “dove dovrà essere posizionato un sito web” in uno specifico risultato, per una specifica keyword o keyphrases e per una specifica localizzazione geografica.
Conoscere tutti i ranking factors, e conoscerli accuratamente, significa essere sempre più padrone della SEO che stai applicando sul sito da posizionare. Potrai, attraverso la conoscenza di ogni singolo fattore, applicare le tue strategie di posizionamento e tenere sempre sotto controllo l’evoluzione dei lavori.
All’atto pratico, quando un utente digita nel campo di ricerca del motore la sua parola chiave, egli otterrà un risultato in base, appunto, alla query utilizzata.
Sappiamo benissimo però, che non si tratta solo di parole chiave...
L’algoritmo di ricerca, nello specifico quello di Google, organizzerà e ordinerà i risultati in base a una serie di analisi che non tengono conto solo delle parole chiave contenute nella pagina, ma di altri elementi fondamentali, come:
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Scopo della pagina / del sito web
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Competenza, autorità e affidabilità anche dell’autore del contenuto
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Qualità e quantità dei contenuti
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Reputazione del sito Web e reputazione dei creatori di contenuti.
Passiamo al core dell’articolo...
Quali sono i fattori che influenzano il ranking di un sito web e quali invece NON sono fattori di ranking?
Si stimano essere circa 200, e ognuno di loro ha una sua specifica influenza all’interno dell’algoritmo di calcolo che premia e decide il posizionamento di un sito web nelle SERP di Google.
Mi piace riportare il pensiero del mio mentore SEO, Brian Dean, che in un suo articolo suddivise i fattori SEO di posizionamento sui motori di ricerca in 3 macroaree:
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Fattori di ranking dimostrati e verificati
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Fattori di ranking un po’ controversi
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Fattori di ranking frutto di esperimenti dei SEO.
Nella lista dei fattori SEO ho inserito anche i fattori di ranking NON Ufficiali che vengono comunque identificati da molti SEO come Official, mentre invece, non lo sono affatto.
Sì, l’elenco dei fattori di ranking non lo troviamo in una lista ufficiale di Google, se non in comunicazioni specifiche in cui si parla di specifici casi.
Ecco la lista dei fattori di ranking e Non di cui ho parlato nell'articolo:
- Anzianità di Dominio
- Query contenuta nel nome a dominio
- Estensione del dominio (.it, .fr, .co, .uk)
- Autorità del Dominio
- Sicurezza e Accessibilità di un sito web
- Performance e Prestazioni Mobile
- Sito Mobile Dedicato vs Sito Mobile
- Qualità e Ottimizzazione dei contenuti
- SEO In Page e Tecniche White Hat
- User Experience
- Backlinks
- Segnali Social
- Informazioni Local Business
Anzianità di Dominio e Anno di Registrazione
Google, attraverso le dichiarazioni di Matt Cutts e John Muller, ha sempre negato l’influenza del domain age.
Between a domain that's six months old vs one-year-old
La comunità SEO, invece, si divide, e alcuni ritengono che sia ancora un influente fattore di ranking proprio perché Google, antecedentemente alle dichiarazioni di Cutts e Muller, diceva:
I domini preziosi (legittimi) sono spesso pagati con diversi anni di anticipo, mentre i domini (illegittimi) raramente vengono utilizzati per più di un anno.
I SEO di tutto il mondo continuano a inserire questo SEO Factor nelle loro liste di fattori di ranking influenti per Google, ma c’è una continua diatriba sulla questione.
Lo stesso vale per l’anno di registrazione. Tutto ciò potrebbe essere mistificato da tante variabili, per cui posso affermare con quasi assoluta certezza che l’Anzianità di Dominio può sparire dalla lista dei fattori SEO influenti e verificati.
Query Contenuta nel nome a dominio
Un’altra leggenda pseudo metropolitana è che un sito web che risiede su un dominio contenente la query di ricerca abbia più chance di posizionamento o, peggio, che ancora si posizioni con certezza per quella parola.
È assolutamente falso.
È vero, però, che la query contenuta nel dominio può avere effetti benefici sul posizionamento, perché riesce a comunicare immediatamente allo spider l’argomento e la tematica del sito web, oltre ad essere un EMD (Exact-Match Domain), cioè un dominio a corrispondenza esatta.
(Nell'immagine sottostante un esempio di un mio vecchio blog dove "facevo esperimenti". La query nel nome a dominio di 3° livello vale lo stesso)
La pratica di acquisto domini EMD ha aperto la porta ad attività SPAM che incentrano la loro principale attività sull’acquisto e sulla rivendita dei suddetti domini web, ed è per questo che Google ha tirato fuori l’algoritmo EMD (27 settembre 2012).
L’algoritmo EMD-Update punta a penalizzare o a declassare tutti i siti web con query secca nel dominio aventi contenuti di scarsa qualità.
Con questo update Google ha consapevolmente abbassato l’influenza dei nomi a dominio con query come fattore di ranking SEO.
N.B. Non sto affatto dicendo che un dominio EMD non possa “stare alto” nelle SERP, ma che la sola parola chiave contenuta non è affatto influente se non correlata a contenuti di buona o alta qualità.
Insieme agli altri elementi tecnici ottimizzati (come url, meta tag, contenuti), la parola chiave nel nome a dominio può essere un fattore ulteriormente premiante in un’ottica di ottimizzazione In Page.
Estensione del Dominio
L’estensione di un dominio internet (.it, .fr, .co, .uk) può avere un’enorme influenza sul posizionamento di un sito, ma anch’essa è un Fattore SEO?
Non proprio...
Scegliere con consapevolezza l’estensione giusta del sito può aiutare enormemente il sito in questione, perché attraverso l’estensione TLD (top level domain) si comunicano in maniera diretta agli spider il Paese del pubblico di destinazione e la lingua parlata nel sito (abbinata a una corretta codifica della lingua), oltre che dove si espleta e si eroga il servizio o la vendita di un prodotto.
E le Estensioni gTLD?
In una comunicazione Ufficiale del 2015, Google ha affermato di trattare le nuove estensioni dominio gTLD (generic top-level domain) allo stesso modo delle estensioni TLD.
Le estensioni gTLD sono le estensioni dominio “generiche”, come ad esempio:
- .com
- .net
- .org
- .info
Sono caratterizzate da almeno 3 lettere e ne sono nate moltissime che, nonostante la loro genericità, permettono di identificare (come nell’esempio) la denominazione societaria:
nomeazienda.srl
L’Estensione dominio NON è un Fattore di Ranking.
Per approfondire puoi leggere il post: Nuove estensioni dominio: quali sono e come le legge Google?
Autorità del Dominio o Domain Authority (DA)
La Domain Authority è una metrica di valutazione dell’autorità di un sito web su uno specifico argomento o una macroarea sviluppata da SEO Moz.
Moz ha sviluppato il calcolo in base a 40 fattori per valutare l’autorità di un sito web, tra questi l’Internal Link Building e i Backlink.
Google attinge questa informazione estrapolando la Domain Authority e la Web Reputation del sito. La sintassi è semplice:
Alta Domain Authority = Più Alto Posizionamento
Come si lavora su questo aspetto influente in relazione al posizionamento? Essenzialmente, la domain authority non fa parte dei miglioramenti tecnici del sito, ma riguarda chi e come si collega con il tuo sito all’interno del web.
Sto parlando di collegamenti ipertestuali, quindi di link, external e inbound. Un sito può cercare di lavorare sulla sua domain authority fornendo alla rete contenuti innanzitutto di super qualità, puntando risorse super autorevoli (al di sopra della sua autorevolezza), puntando, quindi, link che “escono” dal sito per offrire agli utenti approfondimenti utili e di qualità su altri siti e cercando di riceverne, ovviamente, sempre con le caratteristiche di base: link da risorse autorevoli (quanto più possibile) e tematicamente affini, preferibilmente attraverso un'àncora testuale in linea con l’argomento del sito.
Per approfondire puoi leggere il post: Come iniziare una campagna di Link Building.
Sicurezza e Accessibilità
Sicurezza per Google significa adottare il Protocollo SSL sul server che ospita il sito web.
Il Protocollo HTTPS, nonostante svariate comunicazioni da parte di Google che più volte ha detto che non avrebbe avuto nessuna influenza nel posizionamento di un sito, pare che un’influenza, invece, ce l’abbia eccome.
Ufficialmente, Big G conferma che il protocollo https non è un fattore di posizionamento e che in nessun modo può aiutare la scalata di una pagina web nei risultati di ricerca, però la comunità SEO, dall’inizio dell’annuncio che in Chrome vi sarebbe stata la comunicazione “Sito non sicuro”, si è adoperata quanto più possibile per spingere i web master e i proprietari dei siti di tutto il mondo ad adottare il protocollo SSL per crittografare la comunicazioni tra il browser e il sito, rendendo, quindi, la navigazione (specialmente le compravendite e le transazioni bancarie) più sicura.
Nell'immagine un sito che parla di https ma non adotta l'https :)
Ma quindi il protocollo Https è un fattore di ranking SEO o NO?
A Google sta a cuore poter disegnare le proprie SERP con ottimi risultati. Il servizio è il suo, ma la rete la facciamo noi!
Detto questo, non è propriamente influente avere un certificato SSL, ma l’intero impianto di sicurezza è un fattore di posizionamento che un webmaster mette in atto per offrire un contenuto sicuro, protetto, curato e seguito nel tempo, che garantisca una navigazione sicura per rendere Internet un luogo migliore e più sicuro per tutti.
Il Protocollo HTTPS, insieme agli aggiornamenti delle vulnerabilità delle librerie javascript, l’utilizzo degli attributi per i link con target _blank (noopener noreferrer), ETAG, Cors Policy e i vari aggiornamenti software delle web application pongono un ulteriore fattore SEO a favore del sito in questione.
Per approfondire leggi il post: Le ragioni per cui dovresti spostare il tuo sito su HTTPS – lo studio di SEMrush.
Performance e Prestazioni Mobile
Il mobile-friendly è un fattore di ranking dal 2015, quando ufficialmente Google ci ha comunicato che avere un sito non responsivo sarebbe stato un enorme limite al posizionamento organico.
All’interno di questo fattore di ranking possiamo annoverare moltissimi mini fattori (mini non è un dispregiativo).
Quando parliamo di performance e prestazioni mobile, si apre un mondo dedicato che, sviscerato singolarmente, genera ulteriori riflessioni e studi.
Come si fa a rendere fruibile un sito web su dispositivi mobile obsoleti e con connessioni lente?
Attraverso operazioni di ottimizzazione anche complesse, come ad esempio:
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Ottimizzare le immagini con pesi ed estensioni dedicate (vedi webp, jpeg2000)
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Ottimizzare il caricamento di immagini, iframe e video con il metodo LazyLoad
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Ottimizzare gli script e caricarli asincronamente nel footer della pagina web
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Ottimizzare i fogli di stile, comprimerli utilizzando solo le sintassi adoperate
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Ottimizzare il caricamento dei font
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Ridurre al minimo il numero dei DOM
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Minificazione del codice html
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Utilizzare CDN per raggiungere le risorse più velocemente
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Utilizzare la compressione gzip
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Pratica del Leaverage Browser Caching
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Abilitazione del keep alive
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Aggiungere Expires Headers
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Defer Parsing of JavaScript
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Gestione della cache del sito
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Utilizzare il meno possibile risorse di terze parti
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Adottare il protocollo AMP se vi è possibile.
Le prestazioni del sito, quindi, sono un fattore di ranking importantissimo e determinante specialmente per le SERP mobile.
Nell'immagine un esempio di un sito mobile con grandi prestazioni che ma possono migliorare ulteriormente.
Un sito web con scarse performance di caricamento non ha il requisito minimo fondamentale per posizionarsi su SERP mobile proprio per questo motivo.
Google non ama i siti lenti perché gli utenti non amano i siti lenti.
Un sito web, quindi, deve essere Mobile Friendly e/o Responsive, cioè deve avere una serie di caratteristiche tecniche che comunicano al motore l’adattabilità e l’accessibilità di un sito quando viene visitato da un dispositivo classificato come Mobile (Smartphone, Tablet).
Sito Mobile Dedicato vs Sito Responsive
Non voglio dilungarmi su questo aspetto, ma è giusto capire se scegliere uno sviluppo ad hoc o scegliere la soluzione responsive può influire positivamente nei posizionamenti SEO di un sito su Google.
No, scegliere di realizzare una versione alternativa al sito desktop sviluppando un sito fully mobile non ha nessun punto a favore o a sfavore di un sito responsive, ma questo, comunque, genera delle riflessioni e, soprattutto, apre la porta a Pro e Contro.
Sito Mobile: Pro
Completa differenziazione di sitemap, robots, dominio dedicato, comunicazioni dirette con gli spider, analisi differenziate, layout sartorialmente disegnato per dispositivi, elementi multimediali disegnati e ottimizzati per le dimensioni dei device, pagine leggere e ottimizzate e molto, molto altro.
Sito Mobile: Contro
Gestire un sito mobile significa gestire un altro sito web (in termini di contenuti) con tutte le difficoltà del caso e significa, quindi, fare SEO su un altro sito.
Sito Responsive: Pro
Un foglio di stile può contenere comportamenti sia per il desktop sia per il mobile. Attraverso l’attributo @media si può gestire il comportamento del sito su differenti device. Unico ambiente, unico lavoro di ottimizzazione (di stile e SEO) per combattere su due SERP differenti (SERP desktop e SERP mobile). Un sito Responsive è un’ottima soluzione per ottimizzare il tempo e il lavoro.
Sito Responsive: Contro
Se il sito in versione desktop è ricco di elementi multimediali, contenuti, elementi di design potrebbe risultare pesante sui dispositivi come gli smartphone anche datati, e gestire tutto ciò in un unico ambiente potrebbe essere limitante. Realizzare un sito responsivo ha bisogno di enormi cura e attenzione nei confronti delle diverse tipologie di browser da cui verrà visitato. Il sito responsivo dev’essere quanto più cross browser possibile per limitare eventuali errori o malfunzionamenti, e questo, su un sito responsive, crea o potrebbe creare problemi di incompatibilità.
Per approfondire leggi il post: Mobile SEO: come essere competitivi nell'epoca del Mobile-friendly.
Qualità e Ottimizzazione dei Contenuti
I contenuti sono al centro di tutto! Questo lo sapevamo già, ma avevi capito che la qualità di un contenuto è un fattore di posizionamento SEO?
Google definisce nell’acronimo E.A.T. i 3 punti cardine del contenuto di qualità. EAT sta per Expertise, Authoritativeness e Trustworthiness:
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Expertise / Competenza: per mirare a un alto posizionamento, devi essere considerato un esperto dell’argomento. La competenza è un fattore fondamentale e dev’essere dimostrata con l’autorità che l’autore ha in rete, quindi la web reputation dell’autore influisce positivamente o negativamente sul ranking di una pagina web su Google. Altri fattori che determinano la competenza sono: le interazioni sociali, il tempo medio sulle pagine e la frequenza di rimbalzo.
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Authoritativeness / Autorevolezza: per dimostrare che sei autorevole devi lavorare sulle connessioni, come ottimi backlink da risorse affidabili, recensioni social e recensioni Google, oltre, ovviamente, al fatto che i tuoi contenuti devono essere impeccabili.
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Trustworthiness / Affidabilità: Puoi dimostrare di essere una risorsa affidabile attraverso l’impegno che metti per rendere l’esperienza dell’utente sulle tue pagine sicura e accessibile. Si tratta di un aspetto sia tecnico che umano. Tecnico perché un certificato SSL e tutte quelle operazioni che rendono un sito sicuro influiscono anche sull’affidabilità e umano perché le recensioni spontanee positive e le attività umane di qualsiasi tipo possono rafforzare la tua trustworthiness.
Questi 3 fattori determinano la qualità dei tuoi contenuti, insieme ad altri elementi come la freschezza dei contenuti (contenuti aggiornati di recente) e la frequenza di aggiornamento (contenuti aggiornati spesso in un’ottica di evoluzione e miglioramento).
Per approfondire puoi leggere il post: Come evitare di essere colpito dall’aggiornamento Google E.A.T.
L’ottimizzazione dei contenuti non riguarda soltanto le parole chiave e non è un gioco di query di ricerca.
Non si tratta solo delle principali parole chiave, è anche importante includere termini relativi alle parole principali che le persone stanno cercando. Queste sono chiamate parole chiave LSI (Indicizzazione Semantica Latente). Forniscono una sorta di associazione di parole per aiutare Google a sapere quali risultati mostrare.
Ottimizzare un contenuto, invece, è riuscire e saper rendere il contenuto in questione facilmente digeribile sia dallo spider sia dagli utenti.
Organizzare sapientemente i testi attraverso l’utilizzo corretto degli heading, dei tag alt, dei link interni ed esterni, di grassetti, italici, citazioni, incorporamento di filmati, immagini con pesi, formati e dimensioni giuste e prestare attenzione, ancora, alla leggibilità e all’utilizzo di elenchi puntati o numerati sono attenzioni che incidono decisamente sulla qualità tecnica di un contenuto da posizionare.
SEO In Page - Tecniche White Hat
Le attività di Ottimizzazione In Page sono da sempre un fattore di ranking. Sì, perché nei pensieri di Google c’è sempre l’utente, e l’utente vuole innanzitutto trovare risposte alle sue domande visitando siti web di qualità, funzionanti e aggiornati.
È per questo che da sempre Big G “ci forma” in tal senso, istruendoci sulle tecnologie e su tutti gli interventi In Page per ottimizzare il sito web da posizionare.
Le tecniche SEO In Page non sono dei metodi per ingannare gli algoritmi, ma istruzioni precise provenienti da Google stesso che ci permettono di ottimizzare un contenuto e un intero sito per renderlo fruibile agli spider e, di conseguenza, agli utenti.
Ma quali sono gli interventi e i requisiti In Page considerati white Hat? (Il contrario di black hat, cioè di tutte quelle tecniche considerate spam dai motori di ricerca.)
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Lo sviluppo di un’architettura del sito logica e fluida
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Aggiornamenti tecnici del sito costanti
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URL leggibili e ottimizzati
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Utilizzo delle Sitemap (mappa dei contenuti, mappa dei video, mappa delle immagini, mappa degli autori)
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Utilizzo del file Robots
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Utilizzo dei meta tag influenti per il posizionamento SEO come tag title, meta description, heading, meta open graph e meta tag specifici (non influenti) come, ad esempio, quelli per le PWA e per specifici dispositivi o sistemi operativi
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Internal Linking
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External Linking (nofollow, ugc, sponsored, noopener, noreferrer)
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Certificato SSL
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Presenza di pagine Termini e Privacy
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Presenza dei Breadcrumb
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Ottimizzazione Mobile
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Usabilità del sito
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Utilizzo di Analytics e Search console
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Utilizzo dei Dati Strutturati - Microdati
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Correzione degli errori tecnici come le pagine 404
È giusto precisare, però, che tutti gli interventi In Page, da soli, non possono conferire il successo del sito sui motori di ricerca.
Se questo fosse possibile, allora si parlerebbe di mistificazione e si ripiomberebbe ai primi anni della SEO, quando “le tecniche” potevano da sole vincere sull’algoritmo.
Oggi, solo la combinazione di tutti i fattori di ranking e delle operazioni In Page porteranno il sito nell’Olimpo tanto desiderato della prima pagina delle SERP.
User Experience
Da quando Google ha introdotto l’AI, cioè l’intelligenza artificiale per classificare meglio le pagine web attraverso RankBrain, abbiamo dovuto fare i conti con un altro importante e reale Ranking Factor tra i tanti già conosciuti: la User Experience.
Per la user experience ci sono metriche specifiche che misurano l’esperienza dell’utente in SERP e sulle pagine del sito web.
Queste metriche sono:
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Tempi di permanenza - Il tempo medio di permanenza di un utente sulle pagine del sito è un fattore importante anch’esso, perché rileva la piacevolezza, l’usabilità e la chiarezza della comunicazione sia visiva sia testuale. Il design svolge un ruolo decisivo per permettere agli internauti una navigazione semplificata che aumenta i tempi di permanenza sul sito.
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CTR nelle SERP - La percentuale di clic che un sito web riceve dalle SERP è un valore importante per RankBrain. Il sito Web è riuscito già nei risultati di ricerca a rispondere alla “domanda” dell’internauta e il valore che è riuscito a dare attraverso title tag, description, url e rich snippet è inestimabile.
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FDR - la Frequenza di rimbalzo e il Pogo Sticking hanno da sempre avuto un’influenza negativa o positiva sul posizionamento organico di un sito. Ora, però, è ufficiale e questo elemento è contenuto in RankBrain. La frequenza di rimbalzo indica, appunto, se l’utente, una volta atterrato sulla pagina di destinazione, sia uscito dalla stessa pagina oppure abbia continuato a navigare altre pagine, fino a ottenere la risposta ai suoi quesiti. Il Pogo Sticking, invece, è una frequenza di rimbalzo in SERP. Quando una pagina è posizionata in alto nei risultati di ricerca, gli utenti vi cliccano ed entrano; ma se ne escono subito dopo per cercare altri risultati nelle SERP, allora vuol dire che il contenuto in questione ha delle lacune e non ha dato esaurientemente risposte agli utenti. Il sito potrebbe perdere posizioni proprio a causa del Pogo Sticking.
Quando si ottimizzano title tag, description e contenuti per ottenere clic e fornire valore alle SERP e alla rete in genere, è possibile aumentare il ranking di un sito web.
Backlink e Link Building
Il Link Building è il fattore di ranking SEO più importante in assoluto, e il fatto che io lo abbia messo in fondo non vuol dire che abbia una minor importanza in confronto a quelli elencati prima.
Penso che il giudizio sia pressoché unanime nella comunità SEO (cioè che il link building è tra i più importanti fattori, se non il più importante).
Un sito web senza puntamenti di alcun tipo NON ha chance di posizionamento alcuno (parlando di SERP utili, serp che generano richieste e profitti). Ogni sito ha bisogno di creare un collegamento con altre risorse all’interno della rete sia per ben collegarsi, appunto, con il web sia, e soprattutto, per costruire la sua reputazione web attraverso il veto posto da una risorsa autorevolmente migliore del sito che lo riceve.
I Backlink, quindi, sono il vero neo di un sito web appena nato, ma anche di un sito navigato. Sì, perché i link nascono e muoiono per diversissimi motivi (i siti chiudono, i link vengono rimossi, le pagine non sono raggiungibili ecc).
Google è molto chiaro sulla questione Link Building e non ama affatto l’acquisto di Backlink, link artificiosi creati ad arte, schemi di link, link farm e ogni cosa si faccia per mistificare il suo giudizio nei confronti del sito.
Secondo Google bisognerebbe riuscire a generare Backlink in maniera naturale attraverso attività umane, di relazione, in un’ottica di condivisione e socialità.
Siamo certamente tutti d’accordo con lui, ma sappiamo anche che, in specifici mercati di riferimento, la possibilità di ricevere inbound link naturali si abbassa drasticamente, anzi, non si verificherà mai!
Non voglio trattare l’argomento “come generare backlink di qualità”, ma voglio puntare la luce verso l’importanza che i backlink hanno per la risorsa da posizionare. I requisiti che i backlink devono avere per influenzare il ranking di un sito o pagina specifica su Google sono:
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Il numero di Link
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La qualità dei Link
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Attributi No Follow / Do Follow
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L’anchor-text
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La pertinenza;
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La qualità e l’attinenza della Landing Page.
Se riceviamo un link con queste caratteristiche allora è un ottimo backlink che influirà positivamente sul posizionamento organico del sito perché i backlink sono davvero un fattore di ranking!
Segnali Social
I segnali social sono o NON sono dei fattori di ranking SEO?
Google ha detto che non sono propriamente riconosciuti come un fattore per il posizionamento organico, quindi NO, punto e basta, ma…
Quando le persone condividono i tuoi contenuti sui social creano un legame con i tuoi contenuti, un collegamento come un qualsiasi altro link presente in rete che punta la risorsa.
Nonostante la dichiarazione ufficiale del colosso di Mountain View, Searchmetrics ha pubblicato un white paper dove afferma che:
La correlazione tra segnali sociali e posizione in classifica è estremamente elevata
Se per Google non è un fattore di ranking, per Bing invece lo è.
Torniamo a Google e Searchmetrics. Searchmetrics non ha detto che Google dice fesserie, ma che i social media potrebbero non essere un fattore di ranking per Google, eppure possono migliorare la posizione in classifica del sito attraverso altri fattori di ranking generati dai social (ad esempio, i Backlink e la popolarità del contenuto all’interno dei social) che Google, invece, considera ufficialmente.
In definitiva, ogni collegamento presente sui social viene considerato come un qualunque link in rete proveniente da un sito autorevole.
Come? Essenzialmente perché, se il contenuto viene condiviso, viene moltiplicata la presenza dei link sul web e, quindi, si tratta essenzialmente di attività naturali che generano backlink verso la risorsa.
Inoltre, e questo lo aggiungo io, l’interazione social comunica al motore un importante fattore legato alla piacevolezza del contenuto che, abbinata alla FDR, e ai tempi di permanenza, si può misurare la famigerata user experience.
D’altronde la user experience cioè la piacevolezza umana come si potrebbe in altro modo registrare?
Informazioni Local Business
Questo, più che come un fattore di ranking (è un Fattore di Ranking SEO), è un importante consiglio da seguire per le aziende che devono affermarsi all’interno di una precisa area geografica dove si eroga il servizio o la vendita del prodotto.
Da svariate analisi e test risulta che le informazioni che l’azienda riesce a riversare nelle SERP (per esempio, nella scheda My Business di Google e servizi simili come Bing Places) aiutano egregiamente il giudizio che Google riversa sul sito in questione.
Brand - Nome, Cognome, numeri di contatto telefonico (anche Numero Verde), Scheda My Business, Bing Places, recensioni umane su Facebook e Google e presenza in directory local di qualità allineate con la comunicazione ufficiale del sito hanno un enorme impatto sul posizionamento.
Si chiama Coerenza NAP, cioè la coerenza di Name - Address - Phone che comunica a Google la linearità di comunicazione local di un’azienda.
Studio Samo a inizio gennaio di quest’anno scriveva:
Come ci ricorda la guida ufficiale di Google, la coerenza NAP è una parte importante degli algoritmi di Google Local e Local Pack e costruire citazioni con un NAP coerente alla propria scheda Google My Business e agli indirizzi online elencati può influenzare le SERP locali.
Un NAP Coerente, per Google, aiuta in maniera fantastica un utente che interroga il motore di ricerca e ottiene risposte in SERP che gli permettono di chiamare l’azienda, raggiungerla attraverso la mappa, visitare il sito web istituzionale o ottenere informazioni sul prodotto o servizio.
Cosa pensi dei Fattori di Ranking SEO di cui ti ho parlato? Li conoscevi tutti?
Mi piacerebbe poter avere un tuo commento sugli elementi da cui dipende il posizionamento organico di un sito su Google!
A presto!