Tra i fattori che influiscono maggiormente nel successo di un sito web emerge senza dubbio l’architettura delle informazioni, e quindi la strutturazione e l’organizzazione dei contenuti e dei sistemi di navigazione, in modo che risultino favorevoli alla fruizione da parte dell’utente.
Vi state chiedendo il perché? Immaginate di entrare in un supermercato e di dover cercare un particolare tipo di shampoo visto in pubblicità. L’istinto e l’esperienza vi guideranno al reparto dei prodotti per la cura della persona. Ma cosa accadrebbe se questo prodotto fosse stato sistemato nel reparto dei detergenti per la casa? Avendo difficoltà a trovarlo potreste essere propensi ad abbandonare il supermercato e cercare il vostro prodotto altrove.
Lo stesso tipo di smarrimento potrebbe avvenire quando un utente accede ad un sito web o ad un e-commerce disorganizzato, che non rispecchia una precisa architettura delle informazioni e non contiene dei punti di riferimento chiari. Al contrario, un utente che si imbatte in un sito organizzato, dove poter trovare velocemente tutte le informazioni che sta cercando, è più probabile che diventi un cliente, felice e soddisfatto.
La necessità di un’architettura strutturata non dipende solo dalla user experience, ma anche dalla possibilità che il vostro sito possa essere indicizzato e posizionato all’interno dei risultati di ricerca.
I contenuti di un sito web, infatti, vengono analizzati giornalmente dai crawler di Google, (come GoogleBot), degli spider che navigano velocemente tra le pagine allo scopo di scansionare i contenuti per restituirli agli utenti all’interno dell’indice. In un sito ben strutturato i motori di ricerca non avranno difficoltà ad accedere e indicizzare il contenuto.
L’architettura dell’informazione, quindi, è un elemento cardine per potenziare la visibilità organica nei motori di ricerca del vostro sito: migliore sarà la struttura, maggiore sarà la possibilità di scalare le prime posizioni di Google.
Cosa si intende quando di parla di “architettura” di un sito web?
Quando si parla della corretta struttura da dare a un sito web, si utilizza il termine “alberatura” (in italiano) o di siloing (in inglese), che già a livello figurativo, danno l’idea di come bisogna operare. Le informazioni contenute nel sito devono essere organizzate in macro-argomenti che dalla home page si snodano verso le pagine secondarie. Tutte le pagine devono essere collegate tra loro da link interni, utili all'utente per spostarsi da una pagina all'altra.
La struttura statica di navigazione più utilizzata dai sito web è la struttura ad albero.
In informatica una struttura ad albero (site tree in inglese) è la struttura dati che si riconduce ad un concetto presente nella teoria dei grafi: un albero si compone di due tipi di sottostrutture fondamentali, il nodo, che in genere contiene le informazioni, e l'arco, che stabilisce un collegamento gerarchico fra il nodo padre ed il nodo figlio.
In un sito con struttura ad albero la pagina principale del sito, detta anche homepage (tronco) occupa la parte più alta dell’architettura, e si dirama nelle principali categorie (i rami più robusti). Queste, a loro volta, danno accesso alle sottocategorie (i rametti) ed in successione ai prodotti (foglie). Un pò come un gioco di scatole cinesi.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questo tipo di struttura? Sicuramente si tratta di un sistema lineare, che garantisce una navigazione tradizionale, relativamente semplice da gestire. L’unico problema potrebbe consistere nella difficoltà di reperimento di una determinata informazione da parte dell’utente, dal momento che il sito diventa troppo complesso. Tuttavia, studiare l’architettura di un sito web significa anche pensare in ottica di navigazione, e predisporre tutti quegli elementi che possano essere utili all’utente per spostarsi nel sito e trovare tutte le informazioni che cerca.
Come si costruisce l’alberatura dei contenuti?
Il primo passo per la costruzione dell’alberatura di un sito è definire gli obiettivi di business e il percorso che gli utenti dovrebbero intraprendere per raggiungere le informazioni che cercano.
Il mio consiglio è quello di elencare su un foglio i contenuti merceologici principali da proporre all’interno del sito e poi raggrupparli in macrocategorie, pensando a come potrebbero essere fruiti dagli utenti.
L’importante è ricordarsi di offrire solo contenuti attinenti al campo semantico del prodotto o del servizio offerto. Ai fini dell’indicizzazione, infatti, è fondamentale sviluppare un sito monotematico. Se avete un e-commerce di abbigliamento e decidete di vendere anche prodotti dietetici oppure prodotti per la casa, sappiate che per i robots dei motori di ricerca sarà difficile determinare il campo semantico delle informazioni proposte, quindi potrebbero avere difficoltà a categorizzare, e quindi posizionare il vostro sito!
Per garantire risultati di qualità, inoltre, fate attenzione a non creare dei contenuti “duplicati”, ovvero pagine diverse con lo stesso contenuto, oppure sezioni che contengono porzioni di testo copiate da altri siti.
Se questo accade il sito può essere penalizzato, abbassandone il posizionamento all’interno dei risultati di ricerca o addirittura eliminando del tutto la pagina dall’indice.
Pertanto è meglio concentrarsi su contenuti unici di alta qualità che definiscano chiaramente il prodotto o il servizio che si sta descrivendo. Se si dispone di pagine con contenuti quasi identici che non possono essere eliminate (come ad esempio nel caso di prodotti uguali, che si differenziano per minime caratteristiche, ad esempio la taglia o il colore), è necessario utilizzare l’attributo rel=canonical, un tag che indica al motore di ricerca quale è la pagina “canonica”, da prendere in considerazione per la scansione.
Una volta chiariti questi obiettivi si procederà con l’individuazione delle parole chiave principali e secondarie da utilizzare per il posizionamento del sito. Per fare ciò è necessario svolgere un’analisi accurata ed approfondita per verificare il numero di ricerche mensili delle keyword, il loro livello di competizione, ma soprattutto l’ intento di ricerca dell’utente in relazione alle stesse.
L’uso degli strumenti a disposizione, come SEMrush, permettono di fare tutte le indagini preliminari necessarie.
Per approfondire puoi leggere il post: Come cercare parole chiave con Keyword Magic Tool.
Attraverso questi elementi è possibile tracciare una sorta di gerarchia dei contenuti ed assegnare ad ogni nucleo la funzione di categoria o sottocategoria, costruendo così quella che viene definita architettura del sito web.
Il passo successivo consiste nel rappresentare graficamente la mappa concettuale del sito. È possibile farlo a mano su un foglio di carta o con un programma di calcolo, di disegno, come ad esempio Visio o OmniGraffle.
Ecco come dovrebbe apparire la struttura del vostro sito:
La home page si trova sempre in cima alla gerarchia, seguita dalle categorie principali (livello 1), sottocategorie (livello 2) e infine dalle pagine prodotto (livello 3).
È consigliabile bilanciare la struttura del sito sia in senso orizzontale che verticale: da un lato predisporre un numero limitato di macro-categorie (tra le 4 e le 8), dall’altro, non esagerare nel numero di livelli di profondità (al massimo 3 o 4). Infatti, avere troppe categorie è come non averne, perché se nel menù iniziale l’utente si trova davanti un numero eccessivo di opzioni, non riuscirà ad orientarvisi. Allo stesso modo, se ci sono troppi livelli, l’utente non troverà i contenuti che si trovano più in profondità. Per quanto riguarda la profondità, infatti, la migliore prassi è che le pagine siano a quattro clic o meno dalla home page.
Ecco un esempio di struttura non equilibrata:
Perché è disequilibrata? All’interno della Sezione 1 ci sono più della metà dei contenuti di tutto il sito web. L’obiettivo, quando si ottimizza la struttura, è disegnare una figura equilibrata, che assomigli ad una piramide il più possibile regolare.
Una volta constatato il problema, è necessario considerare il traffico generato dalle singole sezioni e sottosezioni. Ad esempio, se da Google Analytics si evince che la maggior parte del traffico della Sezione 1 è generata dal subtopic 3, forse converrebbe estrarlo e crearne una sezione dedicata. Ad esempio:
In fase di ristrutturazione di un sito non è raro scoprire che alcune pagine non sono utili all’utente e non ricevono visite: eliminarle è la scelta migliore.
Il passo successivo sarà quello di creare un collegamento tra le varie pagine del sito: ogni pagina nella parte superiore di una piramide dovrà collegarsi alle sue sottopagine, come fosse un albero. Il collegamento servirà per distribuire la link juice ad altre pagine del sito, ma anche per consentire all’utente di spostarsi nelle diverse sezioni del sito.
E per quanto riguarda la navigazione del sito?
Per navigazione si intendono tutti quegli strumenti che sono impiegati per consentire all’utente di spostarsi facilmente tra le pagine del sito e trovare le informazioni che cerca. Ovviamente il sistema di navigazione è facilitato dalla presenza di una struttura informativa chiara, coerente ed omogenea.
Ma, di cosa ha bisogno l’utente che atterra nel nostro sito per spostarsi al suo interno? Oltre ai link che collegano le diverse pagine del sito sono necessari altri elementi.
Il menù di navigazione principale, convenzionalmente collocato nella parte alta del sito, deve offrire una panoramica sull’organizzazione delle pagine, perché è il primo elemento visuale con cui si misurerà l’utente una volta entrato. Deve essere semplice, deve rispecchiare senza confusione il contenuto del sito e la chiarezza del percorso da compiere. Secondo la legge di Hick, infatti, “il tempo necessario per prendere una decisione aumenta in proporzione al numero di alternative”. Per il menu principale, quindi, è meglio scegliere solo le voci davvero importanti, tralasciando quelle secondarie, o addirittura terziarie, che possano distrarre o addirittura sviare l’utente. Inoltre, le etichette devono essere chiare, rappresentative e descrittive del contenuto della pagina.
Ecco un esempio di menù principale:
Le stesse indicazioni valgono anche per i menù di secondo livello, che devono aiutare l’utente ad affinare la ricerca, e quindi entrare più in profondità nel sito.
Un altro elemento utile in ottica di navigazione è il breadcrumb, detto anche “briciole di pane”, un percorso di link utile a comprendere la profondità dei siti multi-livello e a segnalare all’utente in che punto della navigazione si trova. Grazie ai breadcrumb la navigazione diventa molto più semplice e intuitiva: con un solo click l’utente può tornare alla pagina di categoria superiore, oppure alla home page. Inoltre svolgono una funzione di orientamento anche per gli spider dei motori di ricerca.
Un esempio potrebbe essere: Home > Donna > Abbigliamento > Vestiti.
Infine, a meno che il sito non sia veramente di dimensioni ridotte, valutate di inserire una barra di ricerca. Molti utenti, infatti, preferiscono rivolgersi direttamente a questo elemento per ridurre il tempo di navigazione.
Una buona pratica è quella di inserire una lente di ingrandimento in alto a destra della pagina, ma è anche possibile utilizzare l’intera casella pronta all’uso. L’importante è che sia semplice da usare, utile e significativa per gli utenti.
Tutti questi elementi si fanno carico del compito di comunicazione della struttura, dei contenuti e della funzionalità del sito web, perciò prestategli la giusta attenzione, senza dar nulla per scontato!
Conclusioni
Una buona struttura del sito web è un requisito fondamentale, sia per l’utente, che per gli spider di Google. Progettare una buona architettura dei contenuti e la struttura di navigazione probabilmente richiederà molto tempo ed energie, ma il risultato del ranking sarà sicuramente soddisfacente e vincente.
Nel definire la struttura, però, ricordati di non cadere in un errore comune: ovvero costruire il sito nel modo in cui “piace a te”! Mettiti sempre nei panni dell’utente, cercando di capire come lui si comporterà sul tuo sito, solo così raggiungerai l’eccellenza in ambito della user experience!