Una cassetta degli attrezzi per creare contenuti convincenti ed emozionanti:
Piero Babudro ci racconta il suo ultimo libro
Questo non è un libro.
Così Matteo Bianconi introduce il manuale scritto da Piero Babudro, esperto di comunicazione che in 10 anni ha accumulato tanta esperienza sulla scrittura, prima analogica e poi digitale, in diversi contesti e ambienti, ognuno dei quali reclamava proprie necessità comunicative, un proprio pubblico e il raggiungimento di un obiettivo ben preciso.
Ma scrivere contenuti - che siano per un'azienda, per un blog, per i social, o che ti portino a scrivere un romanzo, un film o un articolo di giornale - è un'attività che in fondo parte sempre da un unico concetto: Scrivere significa progettare una relazione tra persone.
Ci avevi mai pensato? Pietro Babudro sì e da questa riflessione è nato "Manuale di scrittura digitale creativa e consapevole", una guida per la scrittura digitale che va oltre il mezzo, oltre i canali di comunicazione in quanto tali, per recuperare la dimensione più pura della scrittura: quella che collega due individui - chi scrive e chi legge.
Bada bene, però: nonostante quest'approccio più incentrato sulla relazione tra scrittore e pubblico che sulle caratteristiche del mezzo di comunicazione, Piero Babudro non perde di vista le necessità più pratiche: in questo non-libro egli propone un vero e proprio metodo di lavoro che permette a chi ha fatto delle parole il proprio mestiere di produrre contenuti di valore, credibili e adatti a contesti specifici.
Piero è docente e formatore specializzato nel campo della comunicazione digitale. Nel corso degli anni ha seguito vari progetti cross-mediali caratterizzati da una particolare attenzione alla produzione di contenuti, online e offline.
Se sei un copywriter o se semplicemente ami la scrittura, troverai molti spunti interessanti in questo testo. Vediamo quindi insieme all'autore in che cosa si differenzia questo manuale da tanti altri libri sulla scrittura, così che tu possa capire se fa al caso tuo!
Piero Babudro: “Se mi emoziono, ti emoziono”
Come nasce "Manuale di scrittura digitale creativa e consapevole" e a quali esigenze dei professionisti della scrittura risponde?
“Manuale di scrittura digitale creativa e consapevole nasce dall’esigenza di fare il punto sulla produzione di contenuti online, sul mio lavoro e su 11 anni a fianco di agenzie e aziende con l’obiettivo di curarne la presenza sui canali digitali, Blog e Social Media in primis. Oggi know-how e competenze linguistiche relative alle singole piattaforme digitali si devono accompagnare a un nuovo atteggiamento di Comunicatori, Copywriter, Web Editor ecc, chiamati a muoversi in un ambito sempre più multidisciplinare e complesso. Giornalismo, copywriting, scrittura per i blog e scrittura creativa non possono più essere ambiti distinti. Il professionista digitale ha bisogno di un nuovo paradigma che sappia prendere ciò che di buono ci hanno dato questi “mondi”, allargando la riflessione anche alle fonti di ispirazione che più ci hanno plasmato: cinema, televisione e musica. Allo stesso tempo – ed è questa l’esigenza cui più mi preme rispondere – è obbligatorio che il professionista faccia suo un atteggiamento di quieta attenzione e umiltà nei confronti della scrittura e del lettore: un ritornare alle origini della scrittura che è possibile riscoprendo empatia e umiltà".
Come è cambiata la comunicazione sul digitale e quali caratteristiche sono invece rimaste immutate rispetto alla comunicazione tradizionale?
"La comunicazione digitale ha ridefinito il “tempo del racconto”. La crescente velocità degli scambi riduce il tempo dell’approfondimento, come se le parole fossero diventate i fotogrammi di uno schermo televisivo: sempre più rapidi, sempre più sfuggenti. Non è cambiata la necessità di essere chiari, creativi e sintetici".
Parlando di questo libro hai detto che “il copywriter creativo e consapevole non ha risposte che riguardino la scrittura, ma si è allenato a viverne le domande e le urgenze”. Cosa significa?
"Che non esiste uno stile di scrittura che funziona. Non esiste il testo che funziona sempre. Esiste la capacità di mettersi in discussione e di guardare il mondo senza giudizio. Esiste la capacità di comprendere che comunicare significa mettersi al servizio di altre persone (i lettori, ma non solo) che non vanno tradite o illuse. Esiste una sorta di “intenzione tranquilla” che accompagna la scrittura: fare senza sforzo, senza secondi fini, senza teorie e preconcetti, onorando il gesto di scrivere: in questo modo è possibile creare quello spazio interiore in cui la buona scrittura accade”.
Come cambia il rapporto tra Copywriter e lettore nell’approccio alla scrittura che proponi?
"Mi piace pensare a un nuovo rapporto basato sulla reciproca fiducia, in cui il Copywriter, il Web Editor, il blogger riconosce che il proprio testo ha una responsabilità che va al di là dello scrivere chiaro e sintetico. Per questo motivo egli considera il lettore una persona - e non un target – e ne rispetta i diritti e le necessità. Così facendo potremmo superare il “Content is king” fine a se stesso, lo Storytelling artefatto e la narrativizzazione forzata di ogni elemento vitale. Potremmo perfino riscoprirci umani, al di là degli algoritmi che oggi regolano la distribuzione di contenuti ed esperienze".
Tu definisci il tuo approccio alla scrittura “neutrale” e il metodo di lavoro che suggerisci multidisciplinare: cosa cambia rispetto al normale approccio ai contenuti per il web?
"Neutrale perché occorre progettare contenuti che si possano adattare a più canali e piattaforme pur senza tradire la propria forza originaria. Multidisciplinare perché, anche se usiamo la parola scritta, il nostro immaginario si è formato su film, videoclip e canzoni. Se dobbiamo rendere in modo semplice, o in poche righe, un concetto complicato può essere utile pensare a esso come a una canzone o a un film. Si creano delle connessioni inaspettate a livello mentale e le parole arrivano. Da un certo punto di vista, il metodo che propongo deve tanto agli studi fatti quanto a PJ Harvey o ai fratelli Cohen".
Emozionare con la scrittura è una dote innata o una capacità che si può apprendere?
"Non credo nelle doti innate, quanto nella capacità di riconoscersi nelle sensazioni prodotte dalle nostre attività. La regola: “Emoziono se mi emoziono” per me è valida più di ogni altra riflessione. Ma è qui che comincia il bello: una volta riconosciute le emozioni che ci portano a scrivere o che sorgono mentre lavoriamo a un testo, di taglio professionale o meno, potremmo anche chiederci cosa c’è dopo le emozioni stesse. Questa domanda di un “altrimenti” può essere la base di ogni scrittura consapevole. E quindi emozionante".
Come descriveresti “Manuale di scrittura digitale, creativa e consapevole”?
"Non è un libro in senso stretto. È una cassetta degli attrezzi fatta di consigli ed esercizi per migliorare i propri contenuti digitali. Allo stesso tempo, è la proposta di un nuovo approccio alla scrittura, in cui la tecnica conta quanto l’atteggiamento".
Scrivere: Perché, per chi? (riprendendo un capitolo del tuo libro).
"La scrittura ha a che fare col ritmo interiore tanto quanto con la necessità di parlare agli altri. Quel capitolo a un certo punto chiede: “Senza un interlocutore il nostro lavoro avrebbe lo stesso senso?”. E poi propone un esercizio molto carino: osserva un tramonto, un oggetto o una persona – dice – e, respirando, presta attenzione alle parole che spontaneamente possono sorgere in te. Scrivere ha a che fare con l’ascolto di sé; in seguito può diventare strumento di condivisione".
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