Cresce l'Influencer marketing ma nel 2018 ci saranno molte novità

Matteo Pogliani

gen 29, 20186 min di lettura
Cresce l'Influencer marketing ma nel 2018 ci saranno molte novità

I principali trend del 2018 per l'Influencer marketing

Se l’ influencer marketing non vi convince e siete stanchi di sentirne parlare e vedere campagne su campagne con protagonisti gli influencer, questo post non vi farà felici: l’influencer marketing sarà ancora protagonista nel 2018.

Una crescita d’interesse, di utilizzo e di budget che molti brand dedicheranno a questo tipo di attività.

Detto ciò (spoiler necessario), la cosa migliore è quindi comprendere insieme quali saranno i trend di questo nuovo anno, così da rendere sempre più performanti i nostri progetti.

2018: Più spazio a marketing e professionisti dedicati 

L’era del “fai da te” pare (per fortuna) finita. Troppo importante l’influencer marketing e troppi i costi connessi per non affidarsi a professionisti con expertise dedicata. Esperienza e capacità sono necessità per dar vita a progetti ben fatti. Concept, outreach, gestione progetto: fasi cruciali che non possono essere improvvisate e che richiedono competenza verticale. Ma è soprattutto fondamentale avere lo spazio per dedicarsi alle collaborazioni che ne derivano.

L’influencer marketing è questione di relazione e le relazioni necessitano di tempo per funzionare. Lavorare one shot porta sempre pochi frutti, avvicinando ciò che facciamo all’advertising più che a reali sinergie con gli infuencer.

Non a caso molti brand che utilizzavano solo risorse interne stanno oggi appoggiandosi ad agenzie e influencer marketing specialist.

Micro-influencer: quando piccolo non significa peggio (anzi)

Nell’era della battaglia per l’attenzione il contenuto resta l’arma chiave. Un solo piccolo problema: i contenuti realizzati dalle grandi agenzie hanno costi spesso difficilmente gestibili dai brand, gli stessi brand che però non hanno team sufficienti per poterli realizzare internamente.

In tal senso gli influencer possono rappresentare una risposta molto interessante. No, non pensiamo solo ai top, pensiamo anche in “piccolo”: micro-influencer, consumatori, user generated content, dipendenti. Una serie di potenziali influencer da coinvolgere a costi ridotti.

I contenuti prodotti, tra l’altro, saranno altamente credibili e quindi con un maggiore impatto a favore del marchio. Secondo il Global Trust in Advertising Survey di Nielsen, due terzi dei consumatori si fidano delle opinioni pubblicate online. Un elemento certamente da sfruttare. Immagini e video pubblicati, ricette e tutorial personalizzati, esempi di come gli influencer, o meglio, i micro-influencer possano diventare creatori di contenuti di valore per le aziende.

Algoritmi e portata organica: l’uso delle Ads diventa vitale

L'evoluzione intrapresa dalla maggior parte dei canali social (Facebook e Instagram su tutti) vede la crescente rilevanza degli algoritmi, con conseguente, netta, diminuzione della portata organica dei post che vengono pubblicati. 

Una strada certamente complessa per le aziende, una strada che spinge le social ads ad avere un ruolo sempre più chiave all'interno di una corretta strategia social.

Questione che ha effetti anche a livello d'influencer marketing, portando a una diminuzione delle visualizzazioni dei contenuti delle figure coinvolte nei progetti anche quando esse sono molti rilevanti. Troppo costose e impegnative le attività, ma soprattutto qualitativamente validi i post per rischiare che non vengano visualizzati a dovere. 

Che piaccia o no bisogna ripensare alle ads, facendone strumento di supporto alle campagne che creiamo con gli influencer. Perderemo probabilmente un po' di spontaneità, ma guadagneremo in termini di portata, andando a toccare utenti interessati.

Un consiglio per ovviare a ciò è lasciare lavorare inizialmente il contenuto senza sponsorizzazioni, per poi avviarle solo nella fase di naturale decadimento dello stesso. Aumenteremo visualizzazioni e ciclo vitale dei contenuti. 

Trasparenza e regolamentazione

L'influencer marketing non è una giungla. Lo ammetto, forse è mancata un po' di attenzione, ma pare che finalmente ci si stia muovendo nella giusta direzione (anche in Italia). È di questa primavera la bacchettata targata AGCM che impone maggiore trasparenza agli influencer: le collaborazioni vanno palesate in modo chiaro e bisogna sempre utilizzare gli hashtag #adv o #sponsored. Pena una possibile, salata, multa al brand. 

Che la cosa sia seria lo dimostra il fatto che anche web star fin lì restie a dichiarare le reali finalità dei loro post, come Chiara Ferragni, abbiano cominciato a inserire questo tipo di hashtag. 

Nessuno stupore di come la trasparenza sia diventata un tema centrale, una questione di rispetto e tutela verso utenti e consumatori. Una questione tanto seria da spingere gli stessi social (Facebook e Instagram) a lavorare a possibili situazioni come la nuova feature che permette di taggare i brand con cui si sta collaborando. 

Una novità a cui, a mio avviso, ne seguiranno altre in questo 2018. 

Instagram influencer tag
La nuova funzione di Instagram per palesare le collaborazioni tra influencer e brand

Il concept fa tutta la differenza del mondo

Direi che è tempo di dire basta a product placement e selfie senza arte né parte. Questo non è influencer marketing. Creare progetti che valorizzino la sinergia, l'authority e la posizione di rilevanza di figure in target e credibili, ecco cosa serve.

In tutto questo il concept acquisisce perciò un valore enorme, traccia strategica e creativa che, in parte, guida anche la selezione. Se punto sui video o su immagini creative tutto cambia e sarà necessario coinvolgere figure estremamente diverse. Un elemento, il concept, che ha ancora più valore alla luce degli obblighi della perdita di spontaneità portata dalla nuova regolamentazione sugli influencer. Palesare la collaborazione significa, in parte, perdere impatto, una perdita che può essere gestita proponendo progetti originali, creativi, diversi. 

Se il progetto che proponiamo ha queste caratteristiche state certi, poco importerà se nasce da una collaborazione a tavolino. 

Instagram sarà sempre di più IL canale dell'influencer marketing

Da social nato per condividere immagini effettate a piattaforma privilegiata per l'influencer marketing. Un'affermazione supportata dai fatti: secondo il report annuale di Launchmetrics è il canale scelto da oltre il 25% dei professionisti intervistati.

I principali canali utilizzati per l'influencer marketing
I principali canali utilizzati per l'influencer marketing

Instagram ne ha fatta di strada e rafforzerà questo percorso anche nel 2018. A settembre 2017 ha annunciato di aver raggiunto un traguardo di 800 milioni di utenti, rispetto ai 100 milioni di aprile. L'anno prossimo la piattaforma supererà il miliardo di utenti.

L'influencer marketing su questo canale vale circa $ 1 miliardo, ma potrebbe raggiungere $ 2 miliardi entro il 2019. Un trend in continua crescita che non può essere ignorato. 

Importanti novità arriveranno nell'anno, molte delle quali rivolte proprio agli influencer e al metterli in condizione di rendere i loro canali sempre di più fonti di conversione per i brand.

Le Stories e i contenuti "a tempo" funzionano

Restando su Instagram, grande valore nei progetti toccherà alle Stories, un tipo di contenuto che sta ottenendo enormi riscontri e che, giocoforza, deve entrare a far parte delle strategie d'influencer marketing. La loro caducità porta spontaneità, una spontaneità che resta uno dei fattori più apprezzati dagli utenti. 

La possibilità (unica) di poter inserire un link completa inoltre la più rilevante lacuna di Instagram, permettendo di lavorare in ottica di conversione. 

Misurare è un obbligo 

L'unire a fattori prettamente quantitativi elementi anche qualitativi (fondamentali quando parliamo di relazioni e contenuto) rendono la misurazione nell'infuencer marketing un tema caldo. Per molti brand questa difficoltà di valutazione resta uno degli scogli più rilevanti per lanciarsi o meno in campagne strutturate.

Nel 2018, con l'aumento dell'impegno delle aziende e dei budget destinati, la misurazione dei key performance indicator (KPI) e del ritorno sull'investimento (ROI) diventerà essenziale.

Il consiglio è lavorare bene a priori, valutando obiettivi prefissati e i relativi indicatori, così da chiarire sul nascere possibili problematiche. L'evoluzione delle piattaforme e dei tool d'influencer marketing danno un grande aiuto in tal senso, permettendo di essere molto attenti anche in fase di misurazione. 

2018: tempo di data driven influencer marketing

Misurare non è solo questione di valutare l'andamento delle campagne. Gli insight sono fattori di enorme valore anche nello sviluppo della campagna e di tutte le attività connesse.

Come per gran parte della comunicazione digitale è tempo, anche nell'influencer marketing, di farsi guidare dai dati. Concept, individuazione e selezione degli influencer: sono molti gli step di progetto che possono giovarsi del supporto dei big data, portandoci a prendere decisioni più oggettive e user oriented e, quindi, migliori. 

Quali figure coinvolgere? Quale tipologia di contenuto realizzare? Su quale canale? Le risposte stanno nei dati stessi e nella loro corretta lettura.

Inutile far realizzare un'immagine evocativa a un influencer se quelle che performano meglio sulla sua audience vedono la sua presenza nell'immagine stessa, ad esempio. 

Nessuna intuizione o sensazione, a comandare è la realtà del dato

Sai che nel mio ultimo #elevatorspeech ho parlato proprio di questi trend?

Se vuoi vederlo lo trovi qui sotto:

[#elevatorspeech - Piano 3] - I trend 2018 dell'influencer marketing

Oggi live per parlare dei trend 2018 dell'#influencermarketing

Posted by Matteo Pogliani on Friday, December 22, 2017

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Qualcuno di questi trend ti interessa più degli altri? Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi.

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Toscano di nascita ma lombardo di adozione, ho parlato prestissimo e non ho più smesso. Social media & web strategist in Open-Box, blogger su matteopogliani.it e autore di "Influencer Marketing: valorizza le relazioni e dai voce al tuo brand" primo libro italiano sul tema.