Ce l’hai fatta. Hai creato le tue buyer persona, hai capito le loro esigenze e hai elaborato la tua strategia di contenuti. Ora non ti resta che cominciare a scrivere, a pubblicare e riporre in un cassetto quel file che ti dice chi è “Marco - CMO di un’azienda food”. Yeah? No… proprio no.
Con le buyer persona hai appena cominciato. Tocca aggiornarle perché, con il passare del tempo, cambiano.
Dopo questa frizzante introduzione che, sono certo, ti avrà causato un attacco apoplettico posso tranquillizzarti. Tenere aggiornate le buyer persona può far paura, ma non hai nulla da temere. Oggi ti dimostrerò quante informazioni tu abbia già a disposizione per comprendere i tuoi potenziali clienti, ma, prima di cominciare, facciamo un ripasso velocissimo.
Cosa sono le buyer persona?
Vanno definite a monte di qualsiasi strategia di marketing perché chiariscono con precisione di che cosa parlare al pubblico, come, quando e su quali canali.
Una buyer persona include informazioni:
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demografiche;
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etnografiche (come interessi);
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sugli obiettivi (di cosa ha bisogno);
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a proposito del problema o i problemi che affronta il tuo cliente-tipo in relazione al tuo prodotto o servizio;
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sulle opposizioni all’acquisto;
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le sfide.
Si tratta di un identikit vero e proprio che ti aiuta a immaginare il potenziale acquirente, dandogli (o dandole) un nome, un cognome e un volto.
Per molti una buyer persona va creata e abbandonata in fondo al folder che contiene le informazioni strategiche di una campagna di digital marketing, ma, come ti dicevo prima, ahimè non c’è niente di più falso.
È impensabile credere di poter fare questo lavoro una volta sola, dal momento che il consumatore cambia ed è a lui che deve adattarsi la tua strategia.
Un esempio pratico? Dieci anni fa se avessi voluto raggiungere Michele, diciannovenne alla ricerca di una vacanza per il suo esame di maturità, avrei scelto Facebook come social network su cui investire per delle campagne ADS. Oggi? Punterei tutto su Instagram. Chiaro no?
E allora non mi resta che spiegarti in che modo mantenere Michele al passo con i tempi.
Come tenere aggiornata la tua buyer persona
Purtroppo succede sempre più spesso: le buyer persona sono fallimentari, non rappresentano la realtà, ovvero, nel caso dei nostri siti, non sono chi cerchiamo di attirare e allora le scelte sono due: o aggiustare il tiro o ridisegnare la nostra buyer persona.
Capirlo è semplice, basta dare uno sguardo alle analitiche.
Google Analytics: chi visita il tuo sito?
Analytics è uno strumento potentissimo, perfetto per creare una buyer persona precisa, proprio perché ti permette di conoscere il tuo pubblico e quindi analizzare i tuoi lettori.
Oltre a dare uno sguardo alla panoramica del tuo pubblico, dovresti concentrarti sulla tab relativa agli interessi, che può darti informazioni aggiuntive sugli utenti che visitano il tuo sito.
Quindi dovresti accedere a Google Analytics e navigare alla tab “Pubblico” per poi visitare “Panoramica”.
Successivamente, ti sarà utile cliccare su “Interessi” e quindi analizzare se finora hai profilato al meglio la tua buyer persona.
Sono gli interessi infatti a darti ottime dritte per campagne laterali, ispirandoti anche su eventuali contenuti che possano risultare interessanti per i tuoi lettori.
Social: altri dati importanti sulle tue buyer persona
Lo saprai, anche i social-network hanno le loro statistiche. Facebook, per esempio, ti permette di affinare il colpo in modo incredibile, dal momento che è in grado di fornirti una serie di dettagli molto più precisi. Perché non dovresti sfruttarli se parte del tuo traffico proviene anche da quei canali?
E puoi approfondire:
I social, infatti, possono dirti chi sono i tuoi follower, che lavoro fanno, che titolo professionale hanno e altro ancora per creare in modo preciso la tua buyer persona o verificare nel tempo che sia ancora valida.
Hubspot e i CRM: tutte le informazioni sui tuoi clienti
Ecco, veniamo al nodo gordiano della questione. Quando si parla di buyer persona, non mi stancherò mai di ripeterlo, la tua principale fonte di ispirazione sono i tuoi clienti, quelli cioè che ti hanno già scelto.
Il consiglio che mi sento assolutamente di darti è di navigare nella scheda dei tuoi clienti e ripercorrere il loro customer-journey, analizzandone il comportamento.
Un esempio? Qui ti rimetto alcuni screenshot di HubSpot, il CRM che usiamo in agenzia, un software che ti permette di seguire le interazioni tra te e ogni singolo lead (online e offline, se ben settato).
Ho scelto di allegarti queste immagini perché raccontano una storia a lieto fine: il cliente, atterrato sul nostro sito web attraverso la ricerca organica e trasformato in un lead a seguito del download di alcune risorse, ha continuato a interagire con i nostri contenuti e con le nostre email. Il messaggio è chiaro: la strategia di contenuto era ben pensata.
Considerato che ogni campagna deve essere calibrata e orientata per ogni buyer persona, quello che dovresti fare è associare i lead in entrata a una buyer persona – HubSpot consente di farlo – e sbirciare l’anagrafica del cliente alla ricerca di maggiori dati e informazioni utili per affinare la tua strategia.
Lo so, può sembrare un lavoro noioso, me ne rendo conto, ma riflettici: come puoi conoscere i tuoi clienti dal tuo ufficio o dalla tua scrivania? C’è solo un modo: tuffandoti nella analitiche.
Armati di taccuino e comincia: da oggi sei un profiler! Fico, no?
E tu? Come aggiusti il tiro delle tue campagne?
Fammi sapere se aggiorni regolarmente le tue buyer persona o se non credi di averne bisogno per un motivo in particolare.
Aspetto il tuo commento qui sotto, non mi deludere ;)