Cosa sono gli attributi rel="sponsored" e rel="ugc"?

Gaetano Romeo

ott 25, 20195 min di lettura
Cosa sono gli attributi rel="sponsored" e rel="ugc"?

Chi fa il SEO specialist di professione è ormai abituato, purtroppo, al fatto che Google non dorme mai e ha sempre la necessità, anche non richiesta, a mio avviso, di inventarsi qualcosa. È il caso dell'argomento che affronteremo oggi: sto parlando dei nuovi attributi dei link rel="sponsored" e rel="ugc".

Onestamente, almeno io, non sentivo proprio l'esigenza di questi due nuovi attributi, che secondo me potrebbero essere, un pò come il disavow della Search console, delle armi pericolose in mano a Google, ma vediamo insieme nello specifico di cosa si tratta. 

Google ha sconvolto il mondo SEO annunciando grandi cambiamenti nel modo in cui gli editori dovrebbero contrassegnare i link nofollow.

Le modifiche, sebbene utili per aiutare Google a comprendere il Web, hanno comunque creato confusione e sollevato una serie di domande. Cercherò di rispondere alle tue domande e ai tuoi dubbi successivamente.

Nuovi attributi di collegamento

nuovi attributi per i link nofollow

Dopo anni di regno incontrastato dell'attributo rel="nofollow", che fino ad ora ha permesso di limitare il trasferimento di potere del nostro dominio, Google introduce nuovi modi per contrassegnare i collegamenti in uscita.

Stiamo parlando del rel="sponsored", che contrassegna con la dicitura sponsorizzato i link che costituiscono pubblicità o posizionamenti a pagamento (comunemente definiti link a pagamento), e del rel= "ugc", un attributo che permette di contrassegnare con la sigla ugc di user generated content i link di contenuti generati dagli utenti, ad esempio commenti e post nei forum.

Quest'ultimo punto indica anche un cambiamento nella percezione dei collegamenti con l'attributo rel="nofollow". Fino ad ora, secondo Google, i collegamenti da nofollow non erano inclusi nell'algoritmo del motore di ricerca. Con l'introduzione di nuovi attributi, questo sta per cambiare e nofollow, sponsorizzati e ugc devono essere trattati come suggerimenti che, insieme ad altri fattori, saranno utili per determinare il posizionamento della pagina. 

Per approfondire puoi leggere il post: Link Dofollow Vs Nofollow: segnali e conseguenze.

14 anni dopo la sua introduzione, Google ha annunciato oggi cambiamenti significativi nel modo in cui viene trattato l'attributo del link "nofollow".

I grandi punti: l'attribuzione del link può essere fatta in tre modi: "nofollow", "sponsorizzato" e "ugc", ognuno dei quali adesso ha un significato diverso (la quarta via, impostazione predefinita, significa nessun valore attribuito).

Ai fini del posizionamento, Google ora tratta ciascuno degli attributi nofollow come "suggerimenti", il che significa che probabilmente non avranno alcun impatto sulle SERP, ma Google può scegliere di ignorare la direttiva e utilizzare i link nofollow per dare un migliore o peggiore posizionamento.

Google nel 2019 continuerà a ignorare i collegamenti nofollow ai fini della scansione e dell'indicizzazione, ma questo comportamento rigoroso cambierà il 1°marzo 2020, quando Google inizierà a trattare gli attributi nofollow come "suggerimenti", il che significa che potrà scegliere di scansionarli o meno.

È possibile utilizzare i nuovi attributi in combinazione tra loro. Ad esempio, rel="nofollow sponsorizzato ugc" è valido. I link a pagamento devono utilizzare l'attributo nofollow o sponsorizzato (da soli o in combinazione). Il semplice utilizzo di "ugc" sui link a pagamento potrebbe presumibilmente portare a una penalità. 

Quali sono i reali cambiamenti? Cosa fare con i vecchi nofollow?

Google stesso risponde, in un post, ai dubbi più importanti, dicendo che l'immissione di nuovi attributi non richiede in questo momento la modifica dei collegamenti esistenti con "nofollow".

cosa consiglia Google sull'uso dei nuovi attributi dei link nofollow
Dal blog ufficiale di Google

Tuttavia, il post sottolinea che ogni link che è un annuncio dovrebbe avere l'attributo "sponsorizzato".

Esiste il rischio che le modifiche introdotte possano causare problematiche nei siti con i link in uscita, a seconda di come i siti che sono disposti a pubblicare un guest post inizieranno a contrassegnare i loro collegamenti e, naturalmente, come userà in pratica Google il suggerimento dell'attributo.

La suddivisione dei tipi di collegamenti in sottogruppi più piccoli consentirà sicuramente a Google di analizzare i collegamenti in modo più preciso e definirne il valore (e la legittimità).

Il ruolo principale qui è svolto in particolare da "sponsorizzato", che determinerà se, ad esempio, il sito fornisce link a pagamento. Un'analisi approfondita suggerisce che il "contenuto generato dall'utente" può essere molto più vantaggioso per il sito, specialmente se si trova in luoghi in cui un gruppo di appassionati ed esperti discute, proponendo link a siti che raccomandano.

Vale la pena prestare attenzione a un altro elemento del post del blog di Google: negli ultimi paragrafi ci viene ricordata la possibilità di indicare ai robot quali collegamenti che arrivano al nostro sito dovrebbero essere ignorati. Con il cambiamento e la percezione di "nofollow" come guida, piuttosto che come direttiva esatta, c'è il rischio concreto che molti link buoni vengano contrassegnati come collegamenti spam. Con questo in mente, vale la pena fare una link audit e considerare l'aggiornamento del tuo file Disavow. Google ci dà tempo fino al 1° marzo 2020, stando a quanto ha affermato.

Perché Google ha cambiato il nofollow?

Google ha introdotto l'attributo nofollow nel 2005 per aiutare gli editori ad affrontare lo spam nei commenti e i link nascosti nei contenuti generati dagli utenti (UGC). Il collegamento a spam o siti di bassa qualità potrebbe farti penalizzare e quindi Google, introducendo il nofollow, ha offerto agli editori un modo per proteggersi.

Google, successivamente, ha anche richiesto (direi preteso) il nofollow per link a pagamento o sponsorizzati. Infatti se Google potrebbe captare l'idea che stai comprando link potrebbe penalizzarti pesantemente.

Il sistema in genere funzionava bene, ma grandi portali, siti come Forbes e Wikipedia, lo applicavano in tutto il sito per paura di essere penalizzati o di non essere in grado di sorvegliare adeguatamente gli UGC. Il tutto ha creato difficoltà a Google nell'attribuire il reale valore da dare ai link. Da qui l'idea che forse Google potrebbe capire meglio il Web se cambiasse il modo in cui considera i link nofollow.

Trattando gli attributi nofollow come "suggerimenti", dovrebbe permettere di incorporare meglio questi segnali nel suo algoritmo.

Se scegli di modificare i tuoi link nofollow per essere più specifici, le linee guida di Google sono molto chiare, quindi eviterò di ripetermi in modo approfondito qui.

In breve, le tue scelte sono:

  • rel = "sponsored", per link a pagamento o sponsorizzati. Ciò includerebbe presumibilmente i link di affiliazione, sebbene Google non l'abbia esplicitamente dichiarato.
  • rel = "ugc" per i collegamenti all'interno dei contenuti generati dagli utenti. 

Descrizione dei nuovi attributi per il rel nofollow

Come ci aiuta SEMrush?

Ti preoccupa dover gestire queste nuove soluzioni per i link nofollow? Per fortuna ci sono degli strumenti che ti permettono già ora di tenere sotto controllo questi nuovi attributi e sono molto contento di dirti che proprio SEMrush ha introdotto, per questo scopo, un potente controllo nei suoi strumenti Analisi backlink e Backlink Audit: ora puoi trovare due attributi supplementari nella sezione “Link Attributes”:

come gestire sponsored e ugc link con semrush

Grazie a SEMrush potrai fare un'audit ancora più precisa dei tuoi link e seguire le nuove direttive di Google senza paura di incorrere in penalizzazioni.

Considerazioni finali: dovresti implementare subito i nuovi attributi nofollow?

Come spesso accade con i grandi cambiamenti apportati da Google non abbiamo la verità a porta di mano, come si suol dire. Data la confusione iniziale e la mancanza di chiari vantaggi, io attenderei fin quando non avremo informazioni più dettagliate e sicure.

Hai ancora qualche dubbio sui nuovi attributi sponsored e ugc per il rel nofollow?

Scrivilo nei commenti, ti risponderò quanto prima.

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Chief Operating Officer Bruce Clay Europe Gaetano Romeo è una figura di spicco del marketing digitale e della consulenza aziendale. Grazie alla sua vasta esperienza e competenza nel settore, si è guadagnato una reputazione di alto livello come esperto del digitale. Contributor di Search Engine Land, docente IED, Ninja, direttore della collana Digital Generation del gruppo Maggioli e brand ambassador di Whitepress Europa. Oggi è Chief Operating Officer di Bruce Clay Europe.