Come bonificare un profilo Link utilizzando Backlink Audit tool

Dario Ciracì

mag 11, 20207 min di lettura
Come bonificare un profilo Link utilizzando Backlink Audit tool

Scopri ed elimina subito gli URL tossici che puntano al tuo sito 

Con i tanti update algoritmici che Google effettua in un anno è bene analizzare sempre il profilo dei link in ingresso per monitorare l'andamento dell'acquisizione e/o perdita di link.

Contrariamente a quanto si creda, l'analisi di un profilo link è un'attività che andrebbe effettuata almeno periodicamente e non soltanto se è attiva una campagna di Link Building. Anche i progetti che non hanno all'attivo campagne di link building dovrebbero infatti monitorare il proprio profilo link per intercettare per tempo eventuali azioni di Negative SEO e link bombing che potrebbero compromettere il posizionamento del sito su Google.

In merito a quest'ultimo punto, c'è da dire che le possibilità di essere penalizzati per azioni di Negative SEO sono, almeno in Italia, davvero basse. Per un Black Hat SEO avviare una campagna di Negative Link verso il sito di un competitor avrebbe un costo alto, probabilmente più del margine di guadagno che potrebbe avere. Le campagne Negative Link più diffuse sono quelle che utilizzano tecniche di automatismo di costruzione link e i siti referenti che linkano sono costituiti il più delle volte da domini di terzo livello, account social, directories e siti di article marketing di bassa qualità.

Come puoi immaginare, un link da questi siti ha il più delle volte un impatto davvero basso e difficilmente può impattare sul profilo link complessivo di un competitor

Tornando alla nostra analisi, uno degli scenari peggiori in cui nessun imprenditore o publisher vorrebbe venire a trovarsi è quello di subire un crollo del traffico organico che, dopo una prima analisi, risulta imputabile ad un'attività di Link Building svolta in modo poco professionale.

Un'attività di Link Building di bassa qualità può rischiare di produrre due situazioni dagli esiti ugualmente devastanti:

  1. incorrere nel filtro algoritmico Google Penguin, ora diventato Penguin Real-Time e integrato nell'algoritmo principale del motore di ricerca;
  2. ricevere un'azione manuale (vera forma di penalizzazione) a seguito di un controllo diretto da parte di un Search Quality Analyst di Google. Sostanzialmente, se durante la sua analisi quest'ultimo individua la presenza di pattern di innaturalezza nell'acquisizione di link (in parole povere, scopre che i link puzzano di "compravendita" e di sovraottimizzazione) può decidere di flaggare una o più pagine del sito, provocando la retrocessione in serp di diverse posizioni, soprattutto per le parole chiave "commerciali", quelle cioè, che fanno vendere il sito.

Risultati più o meno analoghi avvengono se il sito richiama il filtro Penguin. La differenza sta nelle azioni risolutive: nel caso di un'azione manuale, possiamo, dopo aver bonifico il profilo link, effettuare una richiesta di riconsiderazione da Google Search Console, mostrando il lavoro svolto, e la richiesta verrà esaminata dal Search Quality Analyst.

Nel caso del Penguin invece, dovremo attendere che Google riscansioni tutte le pagine dei siti che avevano link puntanti al nostro sito e decida di rimuovere il filtro, a patto di aver operato una bonifica adeguata.

Qualunque sia l'evento che abbia colpito il nostro sito (azione manuale o algoritmo Penguin) è necessario intervenire per rimuovere il prima possibile gli effetti negativi sul traffico organico e permettere al sito di ritornare ad un modesto livello di traffico organico. Modesto perché, nella maggioranza dei casi, il sito non tornerà più ai livelli di traffico organico pre-penalizzazione, proprio perché, per rimuovere la penalizzazione, dovremo trasformarci in giardinieri della SEO che anziché potare gli alberi, dovranno potare profili link.

Eliminando link tossici dal profilo link elimineremo anche il juice che quegli stessi link ci davano, permettendoci di ottenere posizionamenti migliori.

Gli strumenti per effettuare un link audit di successo a disposizione di un SEO sono diversi. In linea di massima consiglio sempre di utilizzare più strumenti di analisi e non uno solo, di utilizzarli in modo congiunto e incrociare i dati.

Come puoi immaginare le suite dedicate al Link Audit sono piuttosto onerose e questo spiega perché un'attività di Link Audit professionale richiede tempo, professionalità e un costo complessivo che può superare quello di una semplice consulenza SEO.

In questa sede vedremo come fare un Link Audit utilizzando lo strumento apposito messo a disposizione dalla suite SEMrush: Backlink Audit.

Lo strumento di SEMrush permette già di avere una base piuttosto ricca di strumenti utili a facilitare l'analisi dei link. Vediamo come fare una corretta analisi dei link, individuare i link tossici e procedere alla bonifica dei profili di backlink.

Innanzitutto ti consiglio di dotarti del più ampio database di link relativo al sito per cui stai lavorando. Backlink Audit di SEMrush ti permette di scansionare gli inbound link (link in entrata) del tuo sito. Quello che lo stesso strumento consiglia di fare è di collegare il tool all'account Search Console, in modo da permettergli di avere accesso direttamente al database di link scansionato dallo strumento proprietario di Google.

Backlink audit tool si SEMrush

Inoltre, se disponi di altre suite dedicate alla scansione ed analisi dei backlink ti consiglio di scaricarti i file .CSV dei referring domains individuati da queste suite e importarli nel complesso di link che Backlink Audit andrà poi ad analizzare.

Il nostro obiettivo in questa fase è quello di disporre del più vasto database di link reali esistenti e puntanti al nostro sito.

Nota bene: quando scansioni i link e scarichi i file .CSV da importare, fai attenzione al fatto che tu stia scaricando l'indice recente di link e non quello storico. Eviterai così di far scansionare link che il sito ha perso nel corso del tempo e dunque non più utili (perché non più dannosi) alla nostra analisi.

Importare backlink: disponi del più vasto database di link entranti

Una volta caricato tutto il database di link nel sistema, puoi procedere con l'audit. Dopo qualche ora (a seconda di quanti siano i link da scansionare) SEMrush avrà terminato il lavoro e potrai esaminarne i risultati del tuo sito web.

Ti troverai dinanzi ad una schermata di overview del tipo di quella che segue.

Audit del profilo backlink di un sito web

panoramica dati per l'analisi del profilo link

In base ai vari marcatori di tossicità utilizzati dallo strumento per analizzare i link, ti verrà fornita una sintesi della qualità del profilo link del sito. In modo particolare, la suddivisione principale sarà tra:

  • link tossici (in rosso),
  • link potenzialmente tossici (arancione)
  • link non tossici (verde).

Verrà mostrato anche l'indice medio di tossicità, la ripartizione degli anchor text dei link a seconda del testo di ancoraggio che utilizzano, la differenza tra link dofollow e nofollow, il numero totale di backlink, quelli nuovi e quelli persi e le metriche Trust e Domain Score, approssimazioni di PageRank e TrustRank di Google, indicanti appunto, la qualità dei link in entrata.

Le altre sezioni che lo strumento mette a disposizione sono:

  • Audit: da questa sezione potrai/dovrai esaminare che la valutazione data dallo strumento sia attendibile (vedremo dopo);
  • Rimuovi: qui verranno salvati i backlink che hai deciso di rimuovere;
  • Persi& Nuovi: monitorerà i link nuovi acquisiti e quelli persi nel tempo;
  • Rifiuta: ti permette di creare una lista di link da disconoscere che sarà poi facilmente collegabile all'apposito strumento di Search Console.
  • Pagine target: ti aiuta ad analizzare le pagine più performanti in termini di backlink e traffico di referral sul tuo sito web. Puoi facilmente scoprire le landing page che attirano più domini di riferimento e i backlink.

In merito al Disavow Tool di Google, ti basti sapere che per bonificare un profilo link tossico hai a disposizione tre scelte:

  1. inserire l'attributo nofollow al link;
  2. eliminarlo;
  3. disconoscerlo attraverso lo strumento Disavow di Google.

La soluzione ideale è quella di eliminare manualmente quanti più link possibile. Per questo dovresti armarti di pazienza e contattare i siti chiedendo la rimozione del link. Cosa più semplice a farsi che a dirsi. Vedrai presto che la scelta migliore ricadrà sull'utilizzo del Disavow file. Presta sempre attenzione a inserire nel file testuale di disconoscimento link l'intero referring domain e non la singola pagina del link. Questo perché il link potrebbe essere replicato e presente anche in altre pagine. Sempre dunque meglio disconoscere l'intero dominio linkante.

Nella sezione Audit, SEMrush ti indicherà la suddivisione operata tra link tossici, potenzialmente tossici e non tossici. Il mio consiglio però, è quello di ispezionare anche manualmente i link indicati. Tutti gli strumenti di automatismo hanno sempre bisogno di un check manuale, soprattutto quando ci troviamo di fronte ad un'attività delicata come quella di un recupero da una penalizzazione per link tossici o innaturali in entrata.

Come vedrai, la valutazione di tossicità operata da Backlink Audit viene effettuata sulla base di una serie di marcatori molto allineati a quelli che sono i pattern di innaturalezza indicati da Google circa le attività di acquisizione link.

Sono davvero tanti e possono riguardare ad esempio:

  • link da spam comment nei forum;
  • link da siti off-topic per tematica o geografia;
  • link da network di siti, per connessione tra codice di Google Analytics, Adsense, classe IP o intestatario dominio;
  • link da siti di bassa qualità per layout grafici poveri;
  • link da directories o sitewide non editoriali;
  • link con anchor text commerciali;
  • link da domini de-indicizzati, hackerati o malevoli;
  • ecc.

Marcatori di tossicità dei link - Backlink Audit tool

Come dicevo, non bisogna limitarsi alla valutazione che fa il software, ma è utile fare un check ulteriore sui link, nel caso in cui il sistema lasciasse passare per buoni dei link di bassa qualità.

Una volta all'interno dei link tossici, il consiglio è quello di analizzare anche i backlink posti nella sezione "whitelist". Il tool è pensato proprio per permetterti di valutare la qualità dei link entranti: all'interno della lista dei link, potrai ispezionare ogni singolo link cliccando su di esso.

Ti verrà mostrata l'anteprima della pagina linkante con la posizione dei link. Potrai modificare il filtro assegnato, decidendo ad esempio che il testo linkante è monetario, branded o mixato (brand+money).

Ogni link viene classificato per indice di tossicità.

La classifica dei link in base alla loro qualità - Backlink Audit di SEMrush

4. Invio a liste specifiche o al Disavow Tool

Una volta checkati i link, potrai inviarli a liste specifiche (es. Whitelist o Toxic link) o passarli alla sezione Rimuovi, in cui sarà possibile disconoscerli.

Se ti è capitato almeno una volta di subire un crollo del traffico organico a causa di un backlink tossico raccontami cosa ti è successo e come hai risolto il problema.

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Dario è il fondatore dell‘agenzia Webinfermento e autore del blog Webinfermento.it.. Specializzato in SEO, Content Marketing e Link Earning, partecipa come docente e relatore nelle più importanti conferenze italiane di web marketing. Ha curato numerosi progetti di successo nel Content Marketing e ha scritto il libro “Gestisci Blog, Social e SEO con il Content Marketing“, edito da Flaccovio Editore.