Un'inviata speciale al Corso Visual Storytelling Days di Studio Samo
Qualche giorno fa Valentina Tanzillo mi ha chiesto se volevo partecipare al corso di Visual Storytelling e Visual Content Marketing che Studio Samo terrà a Milano questo fine settimana (26 e 27 maggio 2017) e subito mi sono chiesta: “Perché io?”.
Mi spiego meglio: sono una SEO Specialist, poco social e un po’ goffa sull’argomento. Come dice Valentina, una “Seaccia”. Per la mia naturale curiosità ho accettato di andare all’evento e scoprire cosa c'entra una SEO Specialist ad un corso sul Visual Storytelling.
Per prepararmi, in queste settimane ho cominciato a documentarmi sull’argomento, accorgendomi di entrarci eccome! Adesso vi spiego cosa ho scoperto!
Cos’è lo Storytelling
Intanto facciamo chiarezza sui termini partendo dalle basi, cosa che io ho veramente dovuto fare.
Per storytelling si intende, anche al di fuori dell’ambito marketing, il raccontare una storia. Nel marketing lo storytelling ha lo scopo di raccontare un’azienda, i suoi valori, un prodotto o un servizio tramite una storia che susciti in chi la ‘ascolta’ emozioni ed empatia, ovvero coinvolgimento.
Alla base dello storytelling sta, come nelle altre attività del web marketing, la conoscenza del proprio pubblico. Anzi, forse a maggior ragione, per fare storytelling bisogna conoscere il proprio pubblico, perché non è affatto semplice, senza dati alla mano, capire come potrebbero reagire gli utenti che ci seguono di fronte al nostro racconto.
Chi sono i destinatari della mia storia? Come li coinvolgo? Come racconto il mio messaggio?
Il Visual Storytelling
Il visual storytelling è ciò che accade quando le immagini si uniscono al racconto. Si tratta di una vera e propria tecnica che utilizza in maniera coordinata le immagini, il copy e i video in una strategia che va a raccontare un’azienda e i suoi prodotti.
Quali sono le caratteristiche del Visual storytelling?
- Condiviso e chiaro: Il visual storytelling è immediato: ci sono pochi secondi (2 o 3) per arrivare al proprio pubblico, quindi il visual storytelling non può essere difficile ed elitario, ma deve puntare a farsi capire il più possibile dal proprio target. Non ho detto da tutti, ma dalla fascia di persone che si vuole raggiungere. In pratica: se la capite tu, tua mamma e il tuo gatto, non è visual storytelling. Il visual sceglie l’immagine come principale mezzo di comunicazione proprio per il suo essere immediata e coinvolgente, molto più delle sole parole.
- Coerente: Le immagini utilizzate devono essere coerenti col messaggio che si vuole trasmettere. Considerato che le immagini saranno accompagnate da parole, per avere un messaggio più efficace i due diversi contenuti non potranno comunicare sensazioni diverse, ma dovranno essere reciprocamente coerenti. Se ho un’immagine divertente, anche il copy dovrà essere brillante ed accattivante. Se l’immagine rappresenta il prodotto di un’azienda in una determinata situazione, le parole dovranno fare riferimento all’evocazione della stessa intenzione comunicata dall’immagine.
- Rilevanza del contenuto: sia l’immagine che il copy devono essere rilevanti per il pubblico con cui vogliamo interagire. Se ci rivolgiamo ad un gruppo di utenti interessati a caccia e pesca, non potremmo postare contenuti che non siano in qualche modo attinenti all’argomento o che non abbiano un rimando, anche indiretto, con esse. Possiamo anche trattare argomenti non strettamente correlati con la caccia e la pesca, ma dobbiamo trovare un rimando non forzato ad essi e, comunque di interesse per il nostro pubblico. Come si fa? Grazie all’analisi del nostro target e del pubblico potenziale.
Quali sono i canali più adatti per mettere in atto una buona strategia di Visual storytelling?
Sicuramente i Social! Facebook e Instagram, ma anche Snapchat e Pinterest, Twitter e YouTube. Se ci pensate sono tutti canali basati sul largo utilizzo di immagini, video e micro contenuti di natura testuale. Ma c’è anche un altro canale, che mi interessa molto, sul quale si può utilizzare questo tipo di comunicazione: il blog!
Il blog è uno degli strumenti, assieme ai social, per portare avanti un’efficace campagna di brand identity.
In parole povere, un brand può raccontarsi in molti modi e raccontare i propri valori, i propri prodotti. Ma soprattutto può suscitare nelle persone che lo seguono il coinvolgimento necessario per comprendere come i suoi prodotti o servizi diano un valore aggiunto alla sua vita, alle sue esperienze, come risolvano i suoi problemi concreti, o semplifichino processi che altrimenti risulterebbero difficili, come lo accompagnino nelle sue scelte e nei vari momenti della sua vita.
Le immagini del blog accompagnano i contenuti testuali e i video arricchiscono con esempi pratici o mini spot emozionali.
Ma come creo una buona campagna di visual sito sul mio blog aziendale?
Le regole sono sempre le stesse: chiarezza e immediatezza, coerenza e rilevanza.
Visual Storytelling e SEO
Allora la SEO cosa c’entra? Quando arriva quella fase di una strategia SEO che prevede l’ampliamento dei concetti chiave correlati sui quali un sito web si deve posizionare, spesso utilizzo come strumento un blog inserito all’interno del sito stesso.
In questo frangente, non vado solo ad ampliare la rosa di parole chiave correlate e secondarie sulle quali il sito web si posizionerà, ma vado anche a raccontare il brand che sto seguendo ad un pubblico. Faccio Brand Identity.
Pensare di dare maggior importanza alle immagini e poter organizzare l’attività SEO più tecnica con un copy accattivante integrato con una strategia visual, coordinata anche sui social, oltre che sul blog, inizia ad interessarmi concretamente.
Andrò, perciò, da studente al corso di Visual Storytelling di Studio Samo e vi racconterò cosa ho imparato e come lo metterò in pratica.
C'è qualche domanda che vi piacerebbe porre agli esperti che saranno presenti?
Scrivetemele nei commenti e sarò la vostra portavoce. Poi insieme ne discuteremo e proveremo ad approfondire i temi più interessanti!