Da quando esiste la SEO, uno dei maggiori desideri dei consulenti e degli stessi clienti, è stato quello di raggiungere le prime posizioni per la parola chiave secca inerente al proprio settore e/o nicchia.
Per anni considerato indice di bravura dei SEO, nonché mezzo per raggiungere determinati risultati economici, il posizionamento per parole chiave secche permetteva, a seconda della competitività di un settore, di guadagnarsi una bella fetta di click e, potenzialmente, anche delle conversioni o vendite.
Era un periodo in cui Google non era quello che oggi siamo abituati a usare, dove le risposte alle query nelle serp senza la necessità di un click sono sempre più frequenti e dove la disambiguazione della query non era ancora contemplata. C'era anche minore attenzione alla qualità dei risultati mostrati in serp e la manipolazione dei contenuti, per fini SEO, era molto più semplice di oggi.
Basti pensare ai link: erano sufficienti alcuni link con anchor text esatto e la posizione in prima pagina per la parola chiave secca era assicurata.
Oggi le cose sono molto cambiate, eppure periodicamente capita il prospect o il cliente di turno, desideroso di essere in prima pagina (o in Top 3) per la chiave "secca". A volte la loro insistenza nel desiderare il posizionamento in prima pagina per parole chiave secche è figlia di disinformazione ancora circolante in Italia, come agenzie che promettono ancora i posizionamenti venduti per numero di parole.
Sia ben chiaro, portare in prima pagina un sito per una keyword generica e secca non è impossibile; più che altro serve a poco.
Oltre a servire a poco, richiede anche un investimento di tempo che non vale il beneficio che poi comporta.
Perché non vale la pena investire su keyword secche
1. Serp competitiva, informativa e altamente dinamica
Se vuoi esempi di Serp a chiave secca, immaginatene alcune a tema salutistico/medico: malattie, patologie fisiche e mentali o anche il nome generico dato ad una categoria di farmaci, ad esempio "analgesico".
Se provi ad analizzare Serp per query come "ipocondria", "curcuma", "analgesico", "oli essenziali", "defibrillatore" e qualsiasi altra parola possa venirti in mente, noterai che tutti i siti web (o meglio, le loro pagine) posizionate nelle prime 2 pagine di risultati, hanno delle caratteristiche in comune:
- presenza di pagina Wikipedia;
- presenza di pagine che spiegano a livello base di cosa si tratta (es. "Ipocondria: cos'è, cause e rimedi);
- assenza di pagine transazionali. Troverai, almeno fino alla seconda o terza pagina di listing, solo risultati di pagine informative;
- presenza di pagine (informative) di siti web molto autorevoli, con alto Trust. Ciò giustifica il vedersi in prima pagina siti web che non sono specializzati in una determinata "nicchia" di mercato, ad esempio un istituto specializzato nella cura della balbuzie. Un esempio di questi siti è un portale come MyPersonalTrainer.it;
- presenza del box "People Also Ask";
- a seconda della tipologia di Serp (travel, commerciale, informativa, ecc.) presenza di altre features come mappe, Google shopping, video, ecc.
2. Un posizionamento che non converte. Un posizionamento "di vanità"
Parliamoci chiaro, posizionarsi in quella pagina non ti porterà più vendite. Non ti porterà più conversioni. Non è neanche detto che ti porti più traffico. Magari ti porterà più impression, ma se la keyword, pur essendo "secca", non ha volumi elevati di ricerca, ti servirà a poco. Ad esempio "balbuzie" ha un volume di ricerca stimato da SEMrush pari a 4400 ricerche per mese.
Inoltre, anche arrivando a posizionarsi lassù, otterremo la visita di un utente che è nello stadio iniziale del suo percorso di ricerca, quello di ricerca di informazioni di base su un argomento. Il grafico della differenza tra long, middle e head tail keyword ormai insegna l'efficacia del rapporto tra query strutturata e conversione da molto tempo.
Come posizionare un sito in prima pagina per una keyword "secca"
Una volta compresa l'inutilità di questi posizionamenti, legati più ad un eccesso di vanità che ad un reale beneficio economico, se vuoi posizionarsi in quelle pagine per soddisfare il tuo ego, preparati a racimolare tre importanti risorse: analisi, tempo e budget.
1. Studiare i player posizionati nelle prime 2 pagine di listing
Lo studio dei siti posizionati in prima e in seconda pagina è importantissimo, al fine di scegliere poi le strategie da implementare. Come ho anticipato sopra, Google mostra nelle prime 2 pagine di listing, landing page che hanno un chiaro e preciso scopo: spiegare l'argomento che si è cercato (es. ipocondria, balbuzie, ecc.) in modo semplice e sintetico.
Non hanno intenti commerciali, non hanno call-to action; solo l'intento di informare l'utente.
Ciò fa comprendere anche come sia evoluta la Serp negli ultimi 10 anni; prima infatti, era possibile veder posizionate homepage di siti che erano "focalizzati" su un argomento.
Google è ora molto più bravo a comprendere l'intento di ricerca dell'utente e ha scartato dal ranking tutte quelle pagine che non davano un'accurata risposta all'utente. Google non vuole che la tua ricerca richieda diversi click prima di essere soddisfatta. Deve far in modo che tu sia soddisfatto dalla pagina che clicchi al primo click; il secondo al massimo.
Scordati dunque di prendere l'homepage del tuo sito e bombardarla di backlink con anchor text esatta per spingerla in prima pagina: non servirà a nulla. I link sono ancora importanti, ma sono stati contestualizzati molto meglio di prima.
2. Studiare la struttura delle pagine
Sebbene non sia la regola, la pagina, oltre ad essere estremamente informativa, facile da leggere, sintetica, precisa, con fonti affidabili e redatta da persona seriamente preparate sull'argomento (leggi questo articolo che approfondisce la categoria di siti "Your Money or Your Life") presenta, spesso, molto testo. Questo perché l'argomento, ad esempio l'ipocondria, viene sviscerato e dettagliato secondo quelle che sono le ricerche più frequenti dell'utente, seguendo i suggerimenti di ricerca mostrati da Google Suggest.
L'utente che cerca un argomento in modo preciso, senza dettagliare la query, si trova in uno stadio davvero iniziale di raccolta informazioni. Non sta pensando ancora di cercare lo specialista che cura l'ipocondria. Sta semplicemente cercando cosa sia, magari per capire se lui stesso, qualche parente o amico, ne posso soffrire.
Quindi, se voglio posizionarmi per "ipocondria", con il sito personale di specialista nella cura dell'ipocondria, dovrò redigere un testo che approfondisce molti degli aspetti di base ricercati dall'utente (cos'è, quali sono le cause, quali i sintomi, quali i rimedi, ecc.) e ottimizzarlo per una facile fruizione (indice, intestazioni, link interni, immagini, ecc.).
Non dovrò però dimenticarmi anche di ottimizzare lato SEO la pagina (e l'intero sito) per tutti i fattori SEO conosciuti. Ma considera soprattutto di lavorare sull'usabilità della versione mobile della pagina, sulla velocità di caricamento della pagina, sul TTFB (Time To First Byte), sulla leggibilità (font e dimensione, buona formattazione) e cerca di essere di rispondere nel modo più preciso, semplice e sintetico alle domande degli utenti.
3. La vecchia cara Link Building
Come ho già avuto modo di dire prima, questo tipo di Serp a "chiave secca" mostra sempre al top siti molto autorevoli, anche quando non sono del tutto specializzati in un determinato argomento e/o nicchia.
Prevedere una campagna di link building che punti direttamente alla pagina che intendi posizionare potrebbe rivelarsi un'ottima scelta per il raggiungimento dell'obiettivo. Magari, sfrutta la possibilità di aggiungere contenuti multimediali alla pagina, come le infografiche statiche o animate, per renderle degli asset più linkabili.
E tu ti sei mai posizionato su keyword secche? Quali benefici ne hai ricavato?
Raccontami la tua esperienza nei commenti.