Come fare pulizia nelle SERP di Google per salvare la tua reputazione

Verdiana Amorosi

apr 15, 20205 min di lettura
Come fare pulizia nelle SERP di Google per salvare la tua reputazione

Hai un problema di reputazione nelle SERP restituite dal motore di ricerca? Digitando il tuo nome e cognome escono degli snippet sgradevoli? Oppure è il nome della tua azienda ad avere una cattiva reputazione tra i primi risultati di Google?

Se ti riconosci in una di queste situazioni, ecco una breve guida che ti aiuterà a capire meglio cosa puoi fare per migliorare la tua reputazione sui motori di ricerca. Attuando alcuni interventi strategici di SERP cleaning – o ripulitura delle SERP – potrai riuscire a far emergere e valorizzare tutti i risultati che parlano bene di te e della tua attività, spingendo in fondo alle SERP quelli che danneggiano la tua persona o la tua azienda.

Problemi di reputazione sulle Serp di Google: vediamo un esempio pratico

come eliminare risultati negativi su google che parlano di te

Facciamo un esempio con un nome di fantasia: simuliamo che il nome della tua azienda sia Impresa Zero s.r.l. Digitando Impresa Zero s.r.l. su Google, tra i risultati della prima e della seconda pagina compaiono risorse di vario tipo: alcuni parlano della storia della tua attività, altri argomentano sulla tipologia dei tuoi servizi e in altri ancora si parla, invece, di scarsa professionalità e bassa competenza di chi vi lavora e amministra. Una situazione che, oltre ad un problema oggettivo di reputazione, potrebbe comportare, come conseguenza, seri danni economici.

Cosa fare in questi casi? Innanzitutto, il consiglio generale sempre valido – qualunque sia la situazione di criticità – è di comportarsi sempre eticamente e fornire il miglior prodotto/servizio al cliente. In breve, è raccomandabile rimuovere realmente e a monte la causa del problema per impedire che possa generare altre criticità – anche più pesanti – o far rifiorire il problema a distanza di tempo.

Detto questo, ecco una lista di attività da poter pianificare e attuare per ripulire le SERP sporche.

Come ripuliamo le SERP da risultati negativi

Innanzi tutto, occorre individuare uno strumento valido per poter monitorare i risultati: SEMrush offre oggi un tool evoluto, che consente di monitorare le SERP e anche la reputazione del brand online.

Una volta identificate le tue keyword brand - ad esempio “Impresa Zero s.r.l.”, “Zero s.r.l”, “Azienda Zero Roma”, ecc devi identificare l’elenco dei risultati problematici che compaiono nella prima e nella seconda pagina delle SERP.

A questo punto, conosci il quadro attuale: ora puoi iniziare a pianificare e mettere in campo una serie di attività per migliorare la situazione e fare pulizia nei risultati del motore di ricerca.

Se pensi che i risultati di ricerca siano obsoleti e che le cose siano cambiate nel corso del tempo, puoi appellarti al “Diritto all’Oblio” e richiedere a Google – tramite il form ufficiale messo a disposizione – la rimozione dei risultati critici. Naturalmente, la richiesta deve essere supportata da una motivazione ufficiale, eventualmente facendo ricorso all’aiuto e al parere di un avvocato esperto in materia.

Qualora questa strada non fosse percorribile, o volessi supportare e affiancare questa attività, puoi procedere con la creazione di siti EMD (Exact Match Domain, dove il nome di dominio corrisponde esattamente ad una parola chiave strategica) in cui comparirà il nome della tua azienda.

Naturalmente, avrai già un sito corporate (che sarà opportuno sfruttare adeguatamente con contenuti ad hoc ottimizzati che parlano dell’azienda) ma dovrai creare anche altri siti satellite – con nomi di dominio leggermente diversi, ma sempre contenenti il nome della tua azienda – in modo da rafforzare l’immagine della tua attività e posizionarsi in SERP scalzando i risultati negativi. Questi siti – ad esempio zerosrl-online.it, servizizerosrl.com, ecc – dovranno essere popolati e implementati con frequenza, con testi originali, interessanti ed esaustivi, che parlino dei servizi da te proposti, delle attività dell’azienda, iniziative, brand, investimenti, team di lavoro, risultati raggiunti, investimenti, ecc.

Oltre all’implementazione dei contenuti onsite, che dovranno essere accurati e opportunamente ottimizzati con le parole chiave da ripulire, dovrai pianificare una campagna di link per poter trasferire sempre più valore a queste tue risorse e spingerle in SERP.

Un’altra attività sempre molto efficace consiste nell’ottimizzazione delle Vanity URL dei profili e delle pagine social, inserendo nell’URL (e anche nei contenuti descrittivi della pagina) le parole chiave critiche da bonificare. Se necessario, potrebbe essere opportuno creare più di una pagina con nomi leggermente differenti, in modo da ampliare il numero di opportunità di posizionarsi in SERP con più pagine social.

Una volta fatto questo, potrai rivolgerti ad alcune risorse esterne autorevoli (e con un certo storico che possa garantire una spinta nel posizionamento) dove andrai a scrivere e pubblicare contenuti istituzionali e non, tutti contenenti le keyword critiche da ripulire. Puoi prendere in considerazione siti generalisti, blog orizzontali e verticali, testate giornalistiche locali e nazionali (molto dipende anche dal budget) dove pubblicare i tuoi contenuti. Accertati che le pagine pubblicate su questi siti siano ottimizzate sotto tutti gli aspetti: nell’URL, title, description, H1, H2, testo e immagine.

Per iniziare, identifica – in base al tuo budget – 6/7 risorse di qualità dove poter pubblicare dei contenuti con link “dofollow”, produci dei testi di qualità che parlino del tuo settore, inserendo all’interno un riferimento alla tua azienda - con una delle parole chiave da ripulire in SERP – e inserisci un link verso una pagina “positiva” da spingere in SERP.

Per approfondire: Cos'è il guest blogging e quali sono i suoi vantaggi?

La risorsa da spingere può essere rappresentata da una pagina di uno dei tuoi siti (scelta migliore perché ne hai il completo controllo) ma può essere anche un articolo pubblicato su un blog o un altro sito che non ti appartiene. La raccomandazione è di creare un vero e proprio mix strategico: crea dei link verso le pagine dei tuoi siti, ma anche verso pagine pubblicate su altre risorse.

Nello specifico, la campagna di link building deve puntare a spingere tutti i risultati positivi e neutri (sia dei tuoi siti, sia di risorse esterne) dalla terza alla seconda pagina, dalla seconda pagina alla prima e dalla seconda metà della prima pagina alla prima metà.

Per approfondire leggi: Le 14 strategie di link building più efficaci

Lavorando su entrambi i fronti, potrai valorizzare tutte (o quasi) le risorse “positive” (quelle che parlano bene della tua azienda) e farle emergere in SERP.

Conclusione

In alcuni casi è possibile risolvere il problema e scalzare i risultati negativi, eliminandoli dalle Serp, in poco tempo e con poche risorse. Potrebbero bastare, infatti, anche solo alcuni contenuti sui siti corporate, altri su siti esterni di valore e ottimizzare le Vanity URL delle pagine social.

In altri casi, invece, pur mettendo in atto queste strategie, si possono riscontrare grandi difficoltà nel raggiungere l’obiettivo finale di bonifica. Molto dipende dalla gravità del fatto che ha scatenato l’ondata di risultati negativi, dalla forza e dall’autorevolezza dei siti che ne parlano, dall’importanza dell’azienda oggetto di critiche, ecc. In ogni caso, è sempre opportuno rivolgersi ad un professionista del settore, perché fare da soli, a volte, è controproducente.

E tu hai mai pensato di fare pulizia nei risultati di Google che ti riguardano?

Fammi sapere se ti sei trovato in questa situazione e come hai agito.

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SEO Senior presso Pro Web Consulting, lavora nel mondo della SEO da oltre 10 anni, ma ha un passato da giornalista e foodblogger. Esperta di search marketing, analisi dei competitor e strategia onsite e offsite, lavora con aziende di grandi e medie dimensioni.