Una nuova tecnica di SEO Negativa? Il caso studio

Francesco Margherita e Benedetto Motisi

dic 07, 20174 min di lettura
Una nuova tecnica di SEO Negativa? Il caso studio

Ciò di cui ti parliamo oggi è da prendere con beneficio di inventario, con le pinze e soprattutto “don’t try this at home”, sia perché i test lasciano sempre il tempo che trovano [ma sono divertenti da fare! ndBen], sia perché in cuor nostro speriamo di essere giunti a una conclusione sbagliata, perché il test che segue mostrerebbe come penalizzare una o più pagine web a piacimento, semplicemente ricopiando il testo nei commenti dei siti spam.

Tutto è cominciato alla fine di ottobre 2017, quando nel gruppo dei Fatti di SEO, Marco Ronco pubblicò un post in cui dichiarava che il sito di un suo cliente aveva perso i posizionamenti per una pagina strategica. Studiando il caso, Marco si era accorto che il testo della pagina in questione compariva su di una quarantina di siti spam in varie lingue.

Caso studio SEO negativa: posizionamenti persi a causa di siti spam

Potresti pensare ad una classica SEO negativa, se non fosse che da queste pagine spam non partiva alcun link verso la pagina da penalizzare.

Se ti stai chiedendo cos’è la SEO negativa, parliamo di un’attività intenzionalmente condotta per danneggiare i posizionamenti e la visibilità organica di un sito web. 

Tali attività finora hanno avuto al centro la produzione di link di bassa qualità verso le pagine obiettivo, ma se oggi siamo qui a scriverne è perché parrebbe possibile fare SEO negativa anche senza produrre link, semplicemente ricopiando il testo nei siti “giusti” e nel modo “giusto”.

Per studiare la cosa ho proposto a Benedetto Motisi di condurre un test insieme. Avremmo preso una pagina web con buoni posizionamenti e avremmo cercato di farla penalizzare senza produrre link verso di essa, semplicemente ricopiandone il testo altrove.

Ma dove e come?

Caso studio: Negative Spinning partendo da un’ipotesi

La mia ipotesi era la seguente: “il testo lungo nei commenti dei siti spam viene visto come testo spam a priori, quindi se lo stesso testo compare in una pagina web normale, è probabile che la pagina sia stata compromessa. In questo caso Google abbasserà il ranking o produrrà addirittura una penalizzazione finché il testo che pensa essere spam non scomparirà dalla pagina web colpita o la pagina web stessa venga completamente riscritta da zero”.

La cosa raccapricciante dell’ipotesi di partenza è che Google possa funzionare su una semplificazione talmente selvaggia da consentire a chiunque di danneggiare qualunque pagina web, semplicemente prendendo il testo e infilandolo nei commenti dei siti spam. Da non crederci.

Per confermare l’ipotesi ci serviva una pagina da immolare alla causa della conoscenza. Tra tutti ci è venuto incontro l’ottimo Filippo Jatta, fornendoci la pagina di un suo progetto web per il nostro test. Ringrazio qui Filippo per averci eventualmente evitato di finire in galera, la prima idea era infatti quella di provare con una pagina istituzionale. Idea di quel pirata di Ben, eh.

Test per provare l'ipotesi sulla nuova tecnica di SEO negativa
Pagina test: http://www.standupitalia.it/ricostruzione-unghie-con-semipermanente-e-gel-differenze/

Di seguito la lista delle keyword con relativo volume di ricerca, con i posizionamenti di fine ottobre, prima che iniziasse il test. È lo stato iniziale:

  • ricostruzione unghie semipermanente —> 1  —> V.R. 140
  • unghie con semipermanente —> 2  —> V.R. 880
  • unghie con gel —> 7  —> V.R. 5.400
  • unghie semipermanente —> 10  —> V.R. 6.600
  • semipermanente unghie —> 21  —> V.R. 4.400
  • gel semipermanente —> 11  —> V.R. 1.900
  • unghia gel —> 45  —> V.R. 1.900
  • gel unghie —> 37  —> V.R. 18.100
  • gel ricostruzione unghie —> 44  —> V.R. 1.000
  • ricostruzione unghie gel —> 38  —> V.R. 5.400

Il test sulla nuova tecnica di SEO Negativa

Benedetto ha prodotto una bella lista di siti zozzi che più zozzi non si può. Ora sappiamo che per il bene della scienza dovremmo offrire alle vostre valutazioni la lista completa dei siti web su cui abbiamo ricopiato il testo, ma intanto ribadisco che questo test non ha niente di scientifico (come tutti i test sulla SEO) e poi preferiamo evitare l’inco-scienza di quelli che, leggendo questo articolo, provino a fare “il test” sul sito web di un concorrente. 

Abbiamo preso già fin troppe critiche per aver offerto un’arma ai cattivi ragazzi del web (che tanto, quelli bravi ti pare non facciano di peggio?) e ci bastano quelle, intanto come dice sempre Benedetto, facciamo da beta tester gratuiti per Google. Non investiamo il nostro tempo per capire come fregare la mastodontica Inc., ma per aiutarla a chiudere eventuali falle e funzionare meglio. Considerando le implicazioni, ne vale certamente la pena.

Non abbiamo fatto altro che pubblicare il solo testo della pagina obiettivo nei commenti o come forum thread sui siti spam e abbiamo osservato per un mese il decorso di quest’attività

Caso studio: risultati del test sulla SEO negativa un mese dopo

La tabella che vedi mostra l’andamento dei posizionamenti in tre momenti storici: 

  • fine ottobre —> colonna D
  • metà novembre —> colonna E
  • fine novembre —> colonna F

Considerando che abbiamo infilato il testo nei siti spam entro la prima decade di novembre, possiamo osservare un netto calo di posizioni sulle chiavi a più alto volume di ricerca. Un aspetto interessante è che a metà novembre si vede come alcuni posizionamenti siano addirittura migliorati un po’, per poi cadere definitivamente entro la fine del mese.

Guarda ancora questa tabella ricavata impostando un progetto su SEMrush, in cui si vede come al 29 novembre i risultati siano ulteriormente precipitati rispetto alla tabella 1:

Monitoraggio del test sulla Negative Spinning da SEMrush

Negative Spinning: quindi funziona?

Possiamo affermare senza ombra di dubbio che il solo testo ricopiato nei commenti di siti spam conduca la pagine bersaglio ad una penalizzazione? 

Certamente no, possono esserci altre cause dietro questo calo così brusco di posizioni. Troppo facile dire che l’ipotesi è confermata, quantomeno al 100%, quindi ci limitiamo a segnalare la cosa al Web spam team di Google e John Mueller, in particolare per avere un suo feedback, sperando che il blog ufficiale di SEMrush fornisca al nostro studio un’eco adeguata.

Che cosa ne pensi dei risultati ottenuti con questo test?

Che cosa ne deduci tu da questo case study? Raccontaci la tua opinione e la tua esperienza!

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Francesco: Sociologo, scrittore e musicista, Consulente SEO per aziende e formatore privato. Studio, sperimento e divulgo la mia passione attraverso il blog Seogarden.net. Benedetto: Consulente Web freelance e giornalista pubblicista, attivo in Italia e Svizzera. Indipendente dal 2011, ha fondato lo studio di comunicazione Jedi Consulting.