Negative SEO e Social: i Caotici Malvagi del Web

Benedetto Motisi

nov 06, 20175 min di lettura
Negative SEO e Social: i Caotici Malvagi del Web

Le tecniche davvero black fra SEO e Social

Piccolo disclaimer, come nel wrestling: "Don't try this at home". 

Le tecniche di seguito descritte sono state studiate e affrontate da professionisti che lavorano oltre 8 ore al giorno e replicarle con il proprio fratellino/sorellina a casa potrebbe portare a essere cazziati da papà Google e mamma Facebook. 

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Il Lato Oscuro ha il suo fascino, inutile negarlo, e poi diciamoci la verità: da italiani siamo quasi antropologicamente attratti dalla scorciatoia, il trucchetto, la furbata, pare che ce lo abbiamo nel DNA. 

Siamo onesti, non voglio dire che ciò di cui vado a scrivere NON funzioni. Anzi, con le dovute accortezze, funziona eccome - ho avuto modo di testarlo per fini ESCLUSIVAMENTE didattici, sia chiaro. 

Solo che non conviene in termini di tempo e risorse nella maggior parte dei casi. Hai presente lo stereotipo del cattivo, alla Wily E. Coyote, che si ingegna con soluzioni difficilissime per beccare Beep-Beep quando potrebbe semplicemente sparargli con un M40? Ecco.

Le tecniche di Negative SEO e Negative Social hanno un solo limite: la creatività. Di seguito, ti mostro quelle che ho personalmente sperimentato, anche se so che possono essere ben più di 8. Il quale è comunque il numero dei Robot Master nemici di Megaman, oppure il soprannome ("Numero 8") di un altro tipo poco raccomandabile come Aureliano Adami - vai a vederti Suburra e lascia stare 'sto post, dai. Se sei ancora qui, buona cattiva... lettura!

Le tecniche di Negative SEO

Qui di seguito ti parlo delle tecniche di Negative SEO. Le ho già affrontate in qualche webinar e workshop passato, ma facciamo un breve sommario.

Saranno almeno da 4 anni, ovvero dai primi timidi vagiti del Penguin di Google che ne paventavo la nascita.
Lo so che porta solo punti karma negativi, ma iniziare dicendo "Questo sito che vende link a 2 lire, secondo te, dopo che Google penalizza molto facilmente, perché sta ancora in affari?" e valutare dalle risposte il grado di smargia degli astanti con aria da trickster è divertentissimo.
Chi risponde "Per usarli contro i competitor" magari si guadagnerà l'inferno, ma dà anche l'impressione di avere l'elasticità mentale necessaria.

Ad ogni modo, è proprio così: c'è chi compra a pacchi link di scarsissimo valore per linkarci i competitor. Tempo fa feci un test sul mio vecchio sito per capirne gli effetti, spero possa essere esaustivo! 

2. Zombie Network

Come la Link Building negativa ma più cattiva. Hai presente la compravendita di domini dropped per aumentare il proprio blog network privato? Ecco, normalmente tralasci il grasso scarto dei siti bucati o spammati. Pensa se li comprassi per fare un redirect 301 verso il sito di un competitor
A me è capitato in un caso di non riuscire a pulire il pattern di link del sito di un'enoteca che era continuamente bersaglio di portali con una fedina da Gran Theft Auto. Si è reso necessario dover ricominciare il progetto da zero.

3. Parasite Hosting

Di questa tecnica ho una cartella di esempi piena zeppa e ogni tanto mi diverto ancora a rimpinguarla. In pratica si tratta di bucare siti ad alta vulnerabilità per inserirvi pagine che linkano a risorse esterne per sfruttarne in modo fraudolento la spinta fin quando il sito bucato non viene penalizzato. Per trovare qualche esempio anche tu, divertiti a spulciare le pagine dei risultati di ricerca tipo "cialis", "viagra", woolrich e via discorrendo. Troverai un bel po' di siti istituzionali presenti!

4. HOIC

Acronimo di High Orbit Ion Cannon - 'sti nerd hanno una gran fantasia - si tratta di un software utilizzato anche da Anonymus per riempire la banda di un sito di chiamate finché non va fuori linea ( attacco DoS). Lato SEO è difficile attuarlo perché significherebbe mandare offline il sito, da prove che facemmo eoni fa con l'amico Simone Durante, per oltre 36-48 ore, per vederne effetti in SERP.
Un attacco logorante e non poco costoso.

Le tecniche di Negative Social

Qui di seguito ti parlo delle tecniche di Negative Social. Si tratta della prima volta in assoluto che ne parlo, sebbene le sperimenti da un po'. Fra l'altro non ho trovato una definizione migliore.

5. Recensioni Negative

Vi è proprio un mercato delle recensioni negative a pagamento, che sia su Facebook o su TripAdvisor. Certo, rispetto agli albori è necessario avere dei profili un minimo verificati, ma basta fare una ricerca in giro per trovare persone disposte a recensire negativamente alberghi, ristoranti o altre strutture in cambio di pochi spiccioli.
Del resto, si tratta delle stesse che rispondevano ai sondaggi a pagamento fino a poco tempo fa o non si fanno scrupoli di scrivere le peggiori nefandezze, con tutto che hanno nome e cognome ben evidenti.

Mi è capitato anche di far parte, sempre a scopo didattico, di gruppi privati di segnalazione su Facebook. La cosa più divertente erano i nomi, tipo "tripadvisòla".

6. Segnalazioni di Massa

Quando l'unione fa la forza, tipo i goblin che presi singolarmente sono piuttosto semplici da battere ma insieme valli a fermare. Orde di utenti che segnalano, mossi da questo o quel capobastone - chiamarlo influencer è troppo elevato - la pagina o il profilo X, beffando l'algoritmo di Facebook e facendolo chiudere, anche se solo temporaneamente.

Qui ho due piccoli test: il primo, con il profilo volutamente con nome azienda e cognome località (Confcommercio Aosta, ad es.). Dopo una decina di segnalazioni in poco meno di mezz'ora, questo era chiuso. Più difficile con una pagina di test che aveva purtuttavia un minimo di storico e ragione d'essere.

Anche Facebook, seppur non dichiarandolo, dà dei punteggi a questi elementi, rendendo questa attività necessaria di armate più o meno estese di utenti

Vai a vedere anche cosa succede con tutte quelle pagine "millennial" dove si scatenano vere e proprie guerre.

7. Acquisto Fan fasulli

La versione social della link building negativa. Se Facebook aumenta o diminuisce la reach organica di una pagina in base alla interazione degli utenti, cosa succede se compro dei fan fasulli e inattivi puntandoli sulla pagina di un concorrente? Non gliela stronco? 

Sarà interessante capire l'atteggiamento di Facebook Inc. a riguardo, se seguirà la linea di Google Inc. (che per anni ha negato il problema) o sarà in grado di affinare i propri punteggi.

8. Troll

Se le segnalazioni di massa sono appannaggio dei goblin, i troll sono un po' l'élite, utenti singoli pronti a tutto pur di dare filo da torcere ai community manager. Nati selvaggi, il fenomeno dei "disturbatori a pagamento", sebbene a volte assuma i toni complottistici, è una realtà - specie in ambito politico.

Se ne parla dagli albori del Web social (ne ebbi a che fare già 10 anni fa, quando lavoravo nella redazione Web di Radio Radicale) e più di recente ho collaborato alla ripulitura della reputazione di una società che offriva supporto a chi contestava le cartelle di Equitalia, attività pesantemente attaccata da troll professionisti sui forum di settore. 

Interessante citare la sorta di trollaggio ai fini di ricerca attuato dal Signor Distruggere, in modo tale da recuperare screen deliranti quanto preoccupanti dai gruppi privati delle "mamme-pancine". 

Mi verrebbe da dire di non fare il negativo.
Se non a fini puramente di test per saggiare i limiti delle piattaforme dove lavoriamo quotidianamente :)

E tu, sei mai stato vittima della Negative SEO e Social o hai fatto prove di questo tipo?

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Attivo in Italia ed Est Europa, ho iniziato a lavorare nella redazione di Radio Radicale, spostandomi poi nel business marketing con un forte orientamento sulla Search Engine Optimization. In quest‘ultimo ramo ho tenuto e tengo docenze per Politecnico di Milano, Unicattolica, Upter, Regione Lazio, Provincia Autonoma di Trento, CGIL Lombardia, LUISS Enlabs, Henley Business School, Camera dei Deputati; oltre ad avere co-creato il primo percorso in Italia esclusivamente rivolto all‘ottimizzazione sui motori di ricerca, SEO Training. Nel frattanto ho co-fondato una casa editrice di fumetti, un paio di web agency (di cui una in Svizzera, dove ho lavorato per un biennio), collaborato con la suite SEO internazionale Semrush per poi chiudere il cerchio e tornare al primo amore, il giornalismo, con un bagaglio di competenze digitali in più. Infatti, attualmente ricopro il ruolo di Direttore responsabile per Junglam, magazine sul lifestyle. Negli anni ho pubblicato “Interceptor Marketing“ (Flaccovio Editore) e contribuito a diversi libri fra cui “Le nuove professioni digitali“ (Hoepli). La mia ultima fatica letteraria è “Prontuario di comunicazione digitale“ (Maggioli Editore).