La radio sta per scomparire? Ecco cosa accade con Internet, i social e il 5G

Andrea Boscaro

feb 27, 20195 min di lettura
La radio sta per scomparire? Ecco cosa accade con Internet, i social e il 5G

Come tutti possono facilmente verificare, la famosa canzone "Video killed the radio stars" si è rivelata certamente piacevole ad ascoltarsi, ma per nulla efficace nel prevedere ciò che sarebbe accaduto: la radio non solo non è scomparsa con l'avvento della televisione, ma – ai tempi di Internet e della nuova offerta di contenuti video – è ancora ben presente con i suoi personaggi e con i suoi format nella dieta mediatica degli italiani: anzi, sta via via conquistandosi nuovi spazi e interpretando nuovi ruoli grazie al digitale ed all'evoluzione della tecnologia che la supporta.

Secondo il Rapporto Censis 2018, infatti, la radio è il primo mezzo di informazione per affidabilità secondo il 69,7% dei nostri connazionali, a fronte del 69,1% della TV, del 64,3% della stampa, del 42,8% dei siti web e del 33,6% dei social media.

Colpito dalle fake news e dalla sua maturità, Facebook ha invece in un anno perso quasi dieci punti percentuali in quanto "edicola digitale" delle nostre giornate. 

Marketing per le radio: un protagonismo ancora forte

Non c'è dubbio però che la radio sia stata investita da un cambiamento almeno pari a quello che la TV ha rappresentato nel passato e dipinto dalla hit dei Buggles del 1980: cambiano le modalità di ascolto, cambiano le tecnologie di trasmissione e si innovano i modelli di business nel contesto più generale della crisi dell'editoria e dei suoi attori tradizionali.

Radio: i nuovi dispositivi

La radio, in quanto dispositivo tradizionale, nel 2018 è stata utilizzata dal 56,2% degli italiani (il 59,1% nel 2017) soffrendo lo stesso calo, ad esempio, sperimentato dall'autoradio (67,7% rispetto al 70,2% del 2017) mentre cresce la radio ascoltata sul cellulare (20,7%). 

In questa prospettiva, l'introduzione della tecnologia 5G – che presenterà una maggiore efficienza nella trasmissione del segnale attraverso la rete telefonica – aprirà nuovi scenari sia sul piano dell'estensione della platea degli ascoltatori che del collegamento fra l'ascolto della radio e l'accesso ai contenuti digitali che le emittenti stanno pian piano sperimentando (approfondimenti e playlist, contenuti video e aree di entertainment).

Se oggi ascoltare la radio esclusivamente da mobile significherebbe un consumo dati pari a 2,2 GB al mese, per il valore di 11€ per utente, comprendiamo quanto il 5G, per quanto meno affidabile della copertura della radio digitale, sia una leva di crescita per il settore.

Cosa accade alla radio con Internet e il 5G

Lo stesso effetto verrà dato dall'evoluzione della "connected car" e dallo sviluppo di app con comandi touch vocali che i player Apple e Google stanno mettendo a disposizione delle case automobilistiche e che rappresentano un terreno di confronto per gli stessi nuovi player della musica come Spotify.

La radio si è sempre rivelata infatti il miglior compagno di viaggio durante i tempi di guida, ma anche a casa: ecco perché la diffusione dei dispositivi come Google Home e il miglioramento dei software come Alexa aprono nuove strade alle emittenti radiofoniche sia per la fruizione di contenuti news che, a tendere, per la riproduzione della musica in un contesto di progressiva scomparsa delle radio FM.

I nuovi canali

L'ampliamento dei dispositivi – la cui fruizione rappresenta per le testate editoriali una strada, pur complessa e frastagliata, per compensare il calo dell'ascolto in modalità tradizionale – si accosta all'estensione in atto degli ambienti digitali, attraverso i quali innovare ed erogare contenuti: dalle app (che offrono anche opportunità di alert e coinvolgimento grazie alla consuetudine del second screen da parte degli ascoltatori) ai siti web (il 17% degli italiani già ascoltano la radio via pc), dai social media alle piattaforme come iTunes e Spotify, la sfida si sposta sulla creazione di nuovi formati audio e video per allinearsi con le aspettative degli utenti dei diversi ambienti.

Queste più ampie possibilità nascondono però, come sempre quando il digitale agisce in chiave disruptive di un settore, rischi di disintermediazione e di successive nuove forme di intermediazione dei contenuti e dei servizi che vengono resi disponibili: se osserviamo servizi come Radio Garden,che permette di passare da una radio ad un'altra semplicemente muovendosi su una mappa geografica e se studiamo i modelli di operatori come Spotify, Pandora e Mixcloud, vediamo quanto questi assumano il ruolo di nuovi "packager", sia dell'offerta musicale che dei contenuti resi disponibili sotto forma di podcast e playlist.

Radio Garden via streaming

Per questo motivo, e come in molte altre forme di editoria digitale, il successo delle radio nel futuro sarà pertanto dato dalla sostenibilità economica di un'offerta che, dal sonoro, sta estendendosi ad un vero e proprio ecosistema di contenuti audio, video, news, modalità di intrattenimento digitale.

Anche un rapido sguardo ai grandi siti delle radio internazionali come NPR e BBC ("BBC Sounds", in particolare) mostra quanto l'evoluzione tenda ad affiancare ai formati tradizionali (le trasmissioni live e registrate), la creazione di podcast (anche instant su singoli fatti importanti) e contenuti soggette alle nuove forme di monetizzazione rappresentate dalle sponsorizzazioni e dal programmatic advertising.

L'evoluzione del marketing per le radio: i podcast

I social media in particolare si prestano a supportare gli sforzi che le radio stanno portando avanti per fidelizzare gli ascoltatori e accrescere il tempo con il quale li si accompagna nel corso della giornata: dirette e video on demand, contenuti pensati per favorire le conversazioni e cementare la community, coinvolgimento live anche sugli instant messenger aggregano una audience digitaleche si affianca a siti e app per consolidare ed estendere la relazione con gli ascoltatori e creare nuove opportunità di monetizzazione attraverso la pubblicità in programmatic e i contenuti co-branded.

Guardare la lista dei primi canali YouTube italiani rivela quanto poco però gli editori radiofonici abbiano fino ad ora pensato ad una strategia coerente con la piattaforma: solamente la Rai è presente nei primi 20 posti con un canale che conta circa 2,5 milioni di iscritti. I veri protagonisti di questo mezzo sono infatti gli Youtuber che assolvono a ruoli simili agli speaker radiofonici e ai veejay degli Anni '90 (pensiamo a protagonisti di YouTube come "Me contro Te", "Il vostro caro Dexter" e "Luca e Katy"), grazie a toni di voce e piani editoriali esplicitamente pensati per il pubblico di YouTube e realizzati grazie agli strumenti di comunicazione e di editing sempre più avanzati offerti dalla piattaforma. 

La maggior attenzione dedicata di recente da parte delle principali radio nazionali e di alcune radio locali (es. Radio Globo) fa pensare che il Pulcino Pio non sarà l'unico successo che il mondo radio sarà in grado di sviluppare su YouTube nel nostro Paese.

Fenomeni radio su YouTube: il Pulcino PIo

Radio: i nuovi modelli di business

La radio raccoglie oggi il 7% dei ricavi del mercato pubblicitario italiano e deve fronteggiare, come gli altri attori tradizionali del sistema, l'ascesa dei player over-the-top digitali che, a livello nazionale e a livello locale, stanno radicalmente modificando il sistema della comunicazione e i rapporti di forza al suo interno. A difesa di questo valore, e in parallelo con gli sforzi creativi, editoriali e distributivi posti dai nuovi dispositivi e dai nuovi canali, le testate radiofoniche hanno di fronte a loro la necessità di sviluppare nuovi modelli di remunerazione con le relative sfide organizzative e commerciali:

  • la vendita di contenuti ad altre testate editoriali o ad aziende per loro iniziative di branded content e brand journalism;
  • la vendita diretta agli utenti di contenuti on demand, anche in forma di podcast, attraverso ambienti proprietari o di terze parti (iTunes, Google Play Store, …);
  • la valorizzazione del traffico web e mobile attraverso le forme di programmatic advertisingdisponibili;
  • la creazione e la distribuzione di contenuti social e la loro monetizzazione attraverso i formati co-branded offerti da Facebook ed Instagram.

Il successo organizzativo e commerciale di fronte a queste sfide è particolarmente importante per le radio locali: la crisi dei giornali locali e la progressiva maturazione delle imprese concorrono ad offrire uno spazio di manovra che può essere colto a patto che, sul piano dell'offerta editoriale e della raccolta pubblicitaria, si creino le condizioni per diventare soggetti cross-mediali competitivi, sostenibili ed autorevoli. Più le radio riusciranno in questo intento, più a guadagnarne sarà la libera informazione e la vita democratica delle comunità territoriali attorno a loro.

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Andrea Boscaro è fondatore della società di formazione sul marketing digitale The Vortex e già Amministratore Delegato di Pangora (oggi Connexity), è autore dei volumi "Tecniche di web-marketing" e “Effetto digitale” editi da Franco Angeli e formatore legato ai temi dell'e-commerce, dei social media e dell'editoria digitale.