Recentemente ho avuto il piacere di conoscere Andrea Pilotti (consulente SEO e web marketing) e insieme abbiamo deciso di condividere le nostre esperienze in digital marketing su SEMrush, in particolare riguardo alle attività di link building.
Dato che abbiamo entrambi esperienze decennali in questo ambito, abbiamo pensato che sarebbe stato un peccato non pubblicare quello di cui abbiamo discusso a beneficio dei lettori di SEMrush.
Siccome ci accomuna l’interesse per il marketing di affiliazione e per tutti gli aspetti della monetizzazione di siti web, ci siamo scambiati delle idee su come costruirsi un lavoro stabile da casa tramite un sito web. Per esempio, Andrea mi ha parlato dei migliori plugin Wordpress per gestire le affiliazioni, cosa che per me risulta completamente nuova ed estremamente interessante.
Vorrei parlarti di come abbiamo stabilito una comunicazione e una relazione, aspetti che influiscono positivamente anche sulla link building dei nostri rispettivi siti di affiliazione.
In questo articolo ci soffermiamo quindi sulla link building e parliamo del problema dell'approccio tradizionale e delle opportunità offerte da un nuovo (almeno per noi due) approccio alla questione, che ci piace chiamare link building relazionale.
Acquisizione di un link: i problemi dell'approccio tradizionale
Molti marketer, me compreso, utilizzano dei metodi per identificare i siti migliori dai quali ricevere un link. Immagina per un attimo di avere un sito sul quale stai lavorando. Il tuo obiettivo è di aumentare il posizionamento sui principali motori di ricerca tramite link building:
- Prima di tutto su Google cerco blog inerenti al sito web, argomenti affini e siti di news.
- Cerco informazioni specifiche su questi siti riguardo criteri ben precisi: dimensione, audience, tipo di contenuti e quali parole chiave portano traffico.
- Poi metto insieme in Excel una lista di tutti questi siti, di solito una quarantina, che potrebbero interessarmi e li categorizzo a seconda dei criteri del punto 2 (che approfondisco in seguito).
- Poi alla fine metto insieme un’email di presentazione e la invio al webmaster.
Vorrei soffermarmi sul punto 2. Come avviene spesso in ambito SEO, determinare la qualità dei siti web (e di conseguenza la qualità dei link) non è sempre elementare. Ci sono molti aspetti da tenere presente. Tuttavia, la comunità SEO ha descritto e accettato i seguenti criteri di qualità per un backlink:
- Autorità di dominio (DA): un punteggio di qualità sviluppato da un'azienda di software SEO che predice il posizionamento sui motori di ricerca di un determinato dominio web. Il punteggio va da 0 – siti scarsi con bassa probabilità di posizionamento – a 100 – quelli più influenti con altissima probabilità, quasi certezza, di un ottimo posizionamento.
- Autorità della pagina (PA): predice quanto è probabile che la pagina sia posizionata bene sui motori di ricerca. Si misura con un quoziente da 0 a 100 come la DA.
- Anchor text: il testo cliccabile sul link. Anche l’anchor text è rilevante per il posizionamento rispetto a una parola chiave.
- Rilevanza della pagina del link: la rilevanza non è sempre cosi chiara come fattore. Ovviamente la logica ci dice che è fondamentale essere linkati da una pagina che ha una forte rilevanza con il nostro sito. Tuttavia, cosa fai se il tuo sito parla di fiori e vieni linkato dalla Gazzetta dello Sport? Non credo che tu rifiuti il link perché la Gazzetta non si occupa di fiori.
- Posizione del link sulla pagina: anche per questo fattore c’è un dibattito in corso: influenza o non influenza il ranking? La logica ci supporta e dice di sì: non è pensabile mettere un link al fondo della pagina se l’argomento di cui parla la pagina è rilevante. Per esempio, se vuoi condividere un ottimo sito dal tuo blog, non ti viene spontaneo mettere il link all’inizio dove tutti possano vederlo?
Detto questo, è facile ora mettere insieme una lista di siti web che sono rilevanti per il tuo, in ordine di importanza rispetto ai criteri delineati.
Come indicato nel punto 4, per finire il mio lavoro devo scrivere l’email di presentazione e inviarla al sito che ho come obiettivo, chiedendo disperatamente di linkare il mio sito. Nell’email bisogna anche motivare il sito ospite a darci un link e di solito si usa il guest post come soluzione condivisa e universalmente accettata. In cambio di contenuti di valore per l’audience del sito terzo, riceviamo un link al nostro sito.
Il risultato sperato è che il link ci porti traffico e aumenti l’autorità del nostro dominio, e di conseguenza la nostra posizione nei motori di ricerca. Tuttavia, nella migliore delle ipotesi, ti ritrovi a ricevere 2-3 link da siti web piccoli e insignificanti come il tuo. Per il resto, i siti più grandi ti chiedono di pagare per un contenuto sponsorizzato.
E qui stanno sia il problema che l’opportunità.
Mi spiego meglio. Partiamo dal problema.
Il problema con la link building tradizionale
Il problema è che il sito di cui ti occupi, se non è per esempio il Financial Times, La Repubblica oppure l’Economist, per fare tre esempi illustri, non ha molta importanza nel web, ha pochi visitatori, richiede una manutenzione settimanale.
Come se non bastasse, sai che dovresti continuare a scrivere contenuti in maniera costante per tenere viva la speranza che Google se ne accorga e che BOOM un giorno lo metta in prima pagina per una parola chiave.
Tutto ciò spiega perché i siti che hai puntato per la link building diretta non siano interessati a linkare il tuo.
Se metti troppa enfasi sul fatto che ti serve per forza un link da un grosso sito, succede che ti metti da solo in difficoltà e avrai soltanto un’opzione per ottenerlo: pagare migliaia di euro per un contenuto sponsorizzato.
Ma se fai un passo indietro e ti allontani dall’idea che tutto quello che ti serve è un link, allora si aprono altre porte. Il detto "Chiusa una porta, e si apre un portone" in questo caso vale! Se non vuoi pagare per i contenuti sponsorizzati, dovresti adottare una tecnica diversa: la link building relazionale.
Link building relazionale: la tua opportunità
Se fai un passo indietro nell’approccio tradizionale descritto sopra e ti soffermi al punto 2: “Cerco informazioni specifiche su questi siti riguardo criteri ben precisi: dimensione, audience, tipo di contenuti e quali parole chiave portano traffico”, sicuramente ti renderai conti che il problema parte da qui.
Io suggerisco di canalizzare la tua ricerca e filtrazione dei siti soltanto a quelli che non superano una certa dimensione. Per evitare il problema di targetizzare siti troppo grandi e al di fuori della tua portata, ti consiglio di soffermarti su quelli di piccole-media dimensioni.
Come fai a identificarli? Basta applicare i criteri di qualità per un link che abbiamo descritto prima.
Ti posso garantire che se segui questo approccio, le tue possibilità di ricevere un link aumentano notevolmente. Perché? Perché nella link building relazionale quello di cui hai bisogno non è un link, è un rapporto con chi gestisce il sito o scrive per quel blog. L’approccio funziona meglio se stabilito da pari a pari. Non ha senso pensare di stabilire una comunicazione con, per esempio, repubblica.it se il tuo sito è appena nato.
Stabilisci un obiettivo per aumentare o mantenere l’autorità di dominio del tuo sito. Confrontalo con quello dei siti sui quali vuoi linkare e stabilisci un obiettivo su quanto devi farlo crescere per ottenere link di qualità.
A questo punto qualcuno potrebbe pensare che per ottenere un link di qualità seguendo la logica relazionale bisogna avere come minimo un’ottima autorità di dominio. Invece no. Ottenere link con la link building relazionale è un’attività che può essere fatta da qualsiasi sito, grande o piccolo.
Per esempio, se il tuo sito è appena nato e ha un DA di 7/100, ti conviene relazionarti con siti che non superano il DA 20/100, in questo modo il tuo sito cresce perché il link lo ottieni comunque.
I passi da seguire per la link building relazionale
Adesso vorrei chiarire una cosa: non voglio assolutamente screditare il metodo tradizionale di link building che ho descritto sopra: il metodo resta sempre validissimo e io lo utilizzo settimanalmente nella mia attività SEO. Però per quei siti più piccoli che non hanno budget per i contenuti sponsorizzati, che non hanno risorse per il content marketing e non sono in grado di puntare a link di qualità, suggerisco la link building relazionale.
Non esiste un metodo preciso per fare link building relazionale, però ci sono dei passi che possono essere eseguiti. Sul web la comunicazione e la relazione prendono diverse forme: si può partire da un Tweet, da un commento, da un’email, anche da un link a post su Facebook.
Per esempio, la mia comunicazione con Andrea Pilotti è nata perché ho semplicemente commentato un articolo che lui ha scritto su come costruirsi un lavoro da casa e che qualcuno delle mie conoscenze ha condiviso su LinkedIn.
Ecco il mio primo commento, dove esprimo il desiderio di saperne di più sull’argomento scritto da Andrea, usando un po' di ironia.
Siccome volevo saperne di più su questa tematica, dopo aver cercato l’autore del post, ho contattato Andrea direttamente sul suo sito. Ed eccoci qui che, dopo varie conversazioni al telefono, ci ritroviamo a scrivere su SEMrush.
Questo è solo un esempio per dire che le relazioni sul web sono quello che contano di più, poi se arriva anche il link, ben venga. Ma non dobbiamo per forza ossessionarci con l’idea del link a tutti i costi.
Per avere successo nella link building relazionale, suggerirei i seguenti passi:
- Presentati e lascia un commento a un articolo che hai letto. Consiglio: non badare troppo al sito web, bada soprattutto al contenuto.
- I commenti dovrebbero quanto meno dare un valore sia a chi legge sia a chi l’articolo l’ha scritto. Per esempio, nel caso di Andrea Pilotti, io ho scritto che dall’articolo mi aspettavo un approfondimento maggiore.
- Contatta direttamente l’autore e mettilo al corrente del tuo commento, valutazione, critica o anche suggerimento su quello che ha scritto. Consiglio: lascia spazio per ulteriori discussioni, non chiedere subito un link.
- Se l’autore ha interesse e il tuo approccio è stato costruttivo, allora hai buone chance che risponda alla tua richiesta e così puoi iniziare la comunicazione.
L’ingrediente segreto della relazione: il tuo brand
Il tuo sito rappresenta la tua azienda, che è quindi un brand, un marchio. Come brand, avrai sicuramente una missione societaria e una visione, cioè il valore che intendi offrire al mercato e ai tuoi potenziali clienti.
Per esempio, il mio sito intende offrire recensioni indipendenti sui prodotti cloud storage e backup online. Andrea Pilotti invece, ha un sito molto ben avviato che recensisce prodotti per la casa. In entrambi i casi, noi recensiamo prodotti per far risparmiare soldi ai nostri utenti, quindi in poche parole il brand è quello di un sito indipendente di recensioni.
Quale che sia il tuo brand, avrai sempre un valore da offrire a qualcuno.
Noi per esempio possiamo porci come esperti del settore con i nostri siti e le nostre recensioni per offrire contenuti specializzati e altamente dettagliati di prodotti simili che qualche altro sito potrebbe vendere. Nel nostro caso, fare link building significa anche e soprattutto filtrare i siti che vendono questi prodotti e produrre per loro contenuti che siano utili ai loro utenti.
Siccome la nostra reputazione è quella di siti indipendenti, ci possiamo approcciare a siti che hanno il bisogno di vendere tali prodotti offrendo contenuti. Ma il fatto che siamo indipendenti ci permette di scrivere recensioni indipendenti, di fare confronti tra prodotti sempre imparziali e a consigliare quelli migliori.
Quale sito non vorrebbe contenuto altamente valido e credibile sul proprio blog, scritto da altri e per altro gratuitamente? E, in questo caso, quale sito non sarebbe disposto a mettere un link verso il blog che ha ideato e scritto il contenuto?
Non potremmo produrre contenuti credibili se gli utenti ci percepissero come venditori di qualcosa. Solo essendo imparziali possiamo acquisire fiducia e quindi posizionarci come esperti indipendenti.
Consiglio: questa sorta di brand association vale tantissimo nell’affiliazione, perché gli affiliati possono comportarsi come arbitri imparziali ed acquisire la fiducia del consumatore.
I vantaggi e gli svantaggi della link building relazionale
Come abbiamo visto, le relazioni e le comunicazioni sul web funzionano meglio. La link building relazionale presenta dei vantaggi concreti:
- Ti permette di prendere il controllo di quale link aggiungere, di dove posizionarlo, di che cosa scrivere e quale articolo citare come fonte.
- Migliore sarà la tua relazione con il responsabile del sito, migliore sarà la qualità del tuo link, sia di quello che ricevi che di quello che dai.
- Possono nascere altre collaborazioni al di fuori della link building se la relazione viene estesa ad altri aspetti.
Tuttavia, ci sono anche aspetti negativi. Gli svantaggi della link building relazionale:
- Non hai sempre la garanzia di stabilire una buona relazione con chi sta dall’altro lato, dipende molto dagli interessi in comune e a volte anche dalla simpatia.
- Non è possibile pensare di stabilire relazioni fruttuose con siti che sono molto più grandi del tuo.
- Richiede tempo, competenze sulla materia e una volontà di fornire a volte anche consulenze gratuite.
Conclusione
Il metodo tradizionale di costruire link per migliorare il posizionamento SEO è universalmente accettato e condiviso dalla comunità. Infatti fattori per determinare la qualità di un link come autorità di dominio, anchor text, posizione del link sulla pagina restano tutt’ora validi.
Ciò non aiuta, però, a filtrare i migliori link per il proprio sito soprattutto quando il sito è nuovo, ha pochi visitatori e ha bisogno di link per migliorare il proprio posizionamento. Io suggerisco la link building relazionale, non garantisco che avrai subito successo ma di sicuro aumenterai le tue probabilità.
E tu saresti disposto a provare l'approccio che ti suggerisco e vedere che risultati ottieni?
Fammi sapere o commenta le tue idee o esperienze qui sotto.