La semantica dei link interni

Francesco Margherita

set 12, 20165 min di lettura
La semantica dei link interni

La pratica dell’internal linking talvolta migliora il ranking, talaltra non sposta niente in termini di risultati e altre volte ancora peggiora le cose. In questo post ti parlo di web usability e di SEO tecnica… e di filosofia, soprattutto di filosofia.

Lo spunto per quest’articolo nasce dalla mia partecipazione alla Marathon di SEMrush intitolata “SEO Tecnico”. Se dico che parlerò di SEO sotto il profilo “tecnico”, probabilmente penserai a un intervento sugli aspetti legati all’ottimizzazione del codice di un tema o magari a quelli sistemistici legati (a pieno titolo) alla SEO. Ma la SEO copy non è tecnica? Scegliere le parole chiave per le tassonomie di un blog non richiede tecnica? Ma soprattutto e arrivando al punto, c’è anche una SEO non tecnica? E di cosa si occupa? Di Filosofia? Ma anche la filosofia, cioè la scienza del ragionamento richiede conoscenze tecniche, diverse forse da quelle necessarie a scrivere una pagina di codice, tuttavia non meno legate alla tecnica. Insomma se ci pensi un momento non ha senso… invece sì, ce l’ha.

Parlare di SEO tecnica ha perfettamente senso nella misura in cui la maggior parte delle persone è concorde nell’attribuire a queste due parole un significato preciso, cioè: “aspetti informatici legati alla SEO”.

Le parole non hanno un significato in sé, ma ne assumono uno in funzione del contesto in cui vengono inserite e / odi chi le utilizza. Anni di studi sulla semantica mi portano serenamente ad affermare che l’unica cosa vera è l’inoggettività delle cose. Sono le persone a decidere chi ha ragione e chi no, chi ne capisce e chi un analfabeta funzionale. Se la penso come te sono intelligente, altrimenti sono stupido, indipendentemente da quello che dico o faccio.

Perché questo pistolotto epistemologico sulla SEO tecnica?

Perché oggi vorrei parlarti di una visione dei link meno “tecnica” e più imprecisa, più sporca, forse più umana e legata ai criteri di usabilità di un sito web, quei criteri ai quali Google presta attenzione, cosa di cui ho conferma da mille indizi “rumorosi” che miballano sotto gli occhi ogni mattina da parecchio tempo.

Internal linking e Web usability

Un sito web è usabile (tra l’altro) quando rispetta la funzione pedagogica, vale a dire quando riesce a insegnarmi presto e facilmente dove cliccare per compiere un’azione importante legata al motivo esatto per cui sto navigando quella sua pagina in particolare.

La funzione pedagogica della web usability ha un’importante incidenza nel fornire a Google segnali sulla qualità di una pagina web, perché è chiaro che più un utente interagisce con la pagina in modo coerente con l’intenzione di ricerca originale, maggiore sarà la percezione di valore della pagina stessa per la chiave di interesse.

Se ad esempio guardiamo la homepage di sugoallamatriciana.it del mio amico Nicola Battistoni, ci salta subito all’occhio quel bel fascione blu che risalta con l’intestazione “Vai subito alla ricetta originale” e il link Clicca qui

Esempio di link interno su una pagina web

Da quel link puoi capire una cosa importante quanto (apparentemente) banale. Quando inserisci un link in pagina devi fare in modo che la gente ci clicchi sopra, perché più ci cliccheranno, più Google si farà l’idea che il tuo sito web è interessante; se al contrario gli utenti si limiteranno a guardare la pagina e andare via, il motore di ricerca potrebbe concludere che quello non era il contenuto che gli utenti stavano cercando o tutt'al più che il sito web è troppo difficile da usare.

A partire da qui suddivido i link in almeno due tipologie: 

  • quelli strutturali, che si trovano nelle aree di navigazione fisse come il menu principale, il footer e i sidebar,
  • e quelli contestuali, che invece non vengono ripetuti globalmente per tutto il sito web, ma sono appunto contestuali alla singola pagina, trovandosi nel testo (body) o comparendo in un sidebar personalizzato. 

Un sidebar personalizzato contiene solo link pertinenti tra loro e con la pagina su cui viene mostrato. Ad esempio un grappolo di articoli può avere lo stesso sidebar.

Entrambi i tipi di link interni sono importantissimi, ma dalla mia esperienza posso dire che a Google piacciono un po’ di più i link contestuali, perché costituiscono strade uniche e sicuramente pertinenti da una pagina A verso una pagina B che possono trovarsi allo stesso livello nel silo o grappolo di contenuti, come mi piace chiamarlo, oppure essere l’una approfondimento dell’altra.

I link interni devono essere SEMPRE TUTTI rilevanti! Un grosso problema sono i widget di tipo “articoli recenti” o “articoli migliori”, che mostrano gli ultimi contenuti pubblicati o quelli più visti, senza che magari c’entrino niente con la pagina su cui mi trovo. Questo è veramente un peccato, soprattutto perché sto per dirti esattamente qual è il legame tra web usability e SEO.

Jakob Nielsen nel 2002 (diamine) scriveva che se un link presente in pagina riceve zero click, NON DOVREBBE ESSERCI. Sai come posizionare bene il tuo sito web? Semplice, fai in modo che gli utenti clicchino (prima o poi) su tutti i link interni presenti in tutte le pagine. Non occorre quasi altro.

Sono quelli che disperdono inutilmente link juice, magari diluendolo troppo. Se la tua pagina web presenta 100 link interni tutti rilevanti, ben vengano, ma se di questi 100 link solo 10 c’entrano qualcosa con la pagina su cui si trovano, il valore che la pagina web di partenza trasmetterà alle sole 10 pagine pertinenti sarà un decimo (100/10) di quello che invece avrebbe potuto passare gestendo più opportunamente i criteri di correlazione.

Link interni strutturali nel footer di una pagina web

Allo stesso modo, ti è mai capitato di vedere quei pre-footer tutti “tempeshtati” di link interni? Evidentemente in quei casi o si cerca di imbrogliare il motore di ricerca o si presume che il pubblico di riferimento del sito web sia costituito da Bot. In entrambi i casi basta con questa SEO del passato: che ne pensi di fare qualcosa per i tuoi utenti? Ti garantisco che Google lo apprezzerà!

Ed ora tutti in piedi

Per concludere questo intervento sulla internal linking vorrei mostrarti il terzo segreto di Fatima, vale a dire il modo in cui il mio supereroe personale Salvatore Aranzulla sviluppa il sidebar degli articoli nel suo blog personale, il cui indirizzo non scrivo per timore che SEMrush non regga l’emozione ed imploda generando un buco nero tale da inghiottire l’intera galassia. A me il software serve.

Inserendo ad esempio su Google la query: “antivirus gratis”, troverai nelle prime posizioni un articolo in cui Salvatore ha inserito un sidebar con link i cui anchor text sono talmente vicini da avere spesso la stessa esatta intenzione di ricerca. Operando in questo modo, sviluppando articoli simili e non uguali ottimizzati per chiavi simili e non uguali, si vanno a coprire tutte le possibili sfumature nella ricerca, aumentando la rilevanza di ciascuno dei contenuti presenti nel singolo grappolo. Il suo blog funziona per metà così, per l’altra metà ti rimando a questo mio studio sui criteri di composizione semantica degli articoli.

Un link non è semplicemente un modo per collegare due pagine web, ma è un elemento che concorre a sviluppare la semantica dell’intero sito web. Se i link sono chiari, il contesto è chiaro e il sito web si capisce.

Il link interno è un Fatto semantico

Che fai ancora là impalato, vai a vedere no?!

Aspetto i tuoi commenti.

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Francesco: Sociologo, scrittore e musicista, Consulente SEO per aziende e formatore privato. Studio, sperimento e divulgo la mia passione attraverso il blog Seogarden.net . Le riflessioni sulla semantica applicata ai motori di ricerca sono al centro delle mie attività quotidiane.