I 7 peggiori errori nell’E-mail marketing

Raffaella Sansoni

feb 21, 20185 min di lettura
I 7 peggiori errori nell’E-mail marketing

Hai appena terminato di scrivere una e-mail per un cliente ma avverti un certo nervosismo? Aspetta! Prima di inviarla, prendi qualche minuto per controllare di non aver commesso uno di questi errori davvero micidiali (che vanificheranno ogni sforzo fatto, portandoti zero risultati).

7 azioni che vanificano la tua strategia di E-mail marketing

1. Hai il permesso di inviare e-mail?

A parte le violazioni della privacy (quindi della legge), inviare e-mail commerciali/promozionalia persone che non te l’hanno richiesto (né hanno la benché minima idea di che cosa si occupi la tua azienda) non serve a nulla. Anzi peggio, è controproducente perché ti fa perdere tempo e denaro.

Per ovviare al problema, costruisci un database che, grazie alle nuove tecniche di lead generation, ti garantisca contatti pre-qualificati e quindi potenzialmente interessati ai tuoi messaggi.

2. Stai inviando e-mail commerciali dal tuo indirizzo di posta personale?

Allora stai commettendo un errore. Perché un account professionale non è costoso, la velocità di invio è migliore, si abbassano le probabilità di bollarti come spam e cestinarti, è più performante e puoi monitorare l’andamento delle operazioni (e automatizzare, così risparmi tempo e riduci il margine di errore).

La soluzione quindi è creare un indirizzo specifico con il dominio del tuo sito aziendale. L’importante è assicurarti che le persone possano risponderti. Quindi non utilizzare noreplay@tuaazienda.com: molto meglio scegliere info, customercare, areavendite per la prima parte dell’indirizzo, quella che precede la @; meglio ancora se usi un indirizzo che corrisponde a un nome e cognome o anche solo al nome.

3. Sei certo di aver scritto un testo adatto a una e-mail?

Nella maggior parte dei casi, l’errore frequente è costruire l’e-mail sulla sola base delle immagini, limitando il testo a qualche didascalia. Il messaggio testuale invece rappresenta una componente fondamentale all’interno di questo tipo di comunicazione, perché è la parte persuasiva, quella che punta alla conversione del tuo potenziale cliente (o spinge a un nuovo acquisto un cliente già fidelizzato). Fa parte di semplici tattiche di content marketing.

Le best practice in questo caso sono:

  • un testo utile, di valore, che parli all’utente e che non risulti troppo commerciale;

  • un oggetto accattivante, che stimoli l’apertura dell’e-mail stessa;

  • un tono diretto, non formale “dando del lei” per esempio;

  • un testo per quanto possibile personalizzato, non standard con copia e incolla;

  • un link di disiscrizione dalla tua newsletter, che permetta alla persona che non è interessata alle tue comunicazioni o offerte di non ricevere più e-mail da parte tua.

È sorprendente il numero di e-mail inviate ogni giorno senza contenere il link al sito web aziendale a cui si riferisce. Quando c’è, d’altra parte, quest’ultimo rimanda spesso alla homepage: un’informazione generica e di scarsa utilità per il lettore che, nel momento in cui legge la e-mail e trova interessante l’offerta, si aspetta di trovare il collegamento diretto alla pagina di vendita di QUELLA offerta specifica.

Sai perché questo accade? Perché pensando di velocizzare il processo, le aziende costruiscono una e-mail standard del tipo “one size”, che ritengono vada bene sempre e per tutti. E ovviamente non è così e diventano spam nella casella di posta di un potenziale cliente.

5. Hai verificato che la tua e-mail si legga bene anche da mobile?

Sono tantissime le e-mail aperte direttamente dallo smartphone: ormai sta diventando la modalità più diffusa, per ottimizzare il tempo e sfruttare quello in cui si è in viaggio o in attesa da qualche parte, invece che sul posto di lavoro.

Secondo i dati dello State of Email Report del 2017, il 54% delle e-mail viene aperto da mobile e circa il 40% delle persone controlla la propria casella di posta più di quattro volte al giorno.

Sai cosa significa? Che se il testo è illeggibile e le immagini non si caricano, la tua azienda verrà subito scartata dalla corrispondenza.

6. Con quanta frequenza stai inviando le tue e-mail?

La media di invio ottimale di una serie di e-mail aziendali, non dovrebbe superare le 2 o 3 al mese. Diciamo che tutti i giorni diventa asfissiante, il rischio di indispettire è elevato. Arrivare a quattro e-mail, da inviare ad esempio una volta alla settimana, è consigliabile solo se hai davvero tanto di interessante da comunicare.

Almeno una al mese, è il minimo raccomandato per la sopravvivenza nella mente delle persone, che altrimenti si dimenticheranno in maniera drastica di te e della tua azienda. Non prenderla sul personale.

7. Stai monitorando le statistiche della tua newsletter?

Un altro grave errore, quando parliamo di e-mail marketing, è ignorare i report statistici, che invece hanno tanto da comunicare riguardo a performance e comportamento degli utenti. Dotarti dei software più all’avanguardia (e in alcuni casi anche piuttosto costosi), non ti garantirà mai gli effetti sperati se non studi con una certa periodicità i resoconti messi a disposizione del sistema.

Questo perché solo imparando a leggere le informazioni, ad analizzarle e confrontarle tra loro, potrai migliorare le azioni intraprese e optare per la strategia più efficace da adottare. Nel tempo, la messa a confronto dei dati relativi a mesi differenti ad esempio, ti fornirà il polso della situazione, prospettando sia le azioni correttive da implementare sia le pratiche dannose da abbandonare di corsa, permettendoti così di trovare sempre nuovi clienti per la tua azienda, grazie al web marketing.

E-mail marketing: il segreto di una strategia vincente

Come puoi intuire dalle informazioni di questo articolo, solo sfruttando a pieno le potenzialità dell'e-mail marketing, riuscirai a raggiungere l'obiettivo di lead nurturing (che porta un contatto a trasformarsi in cliente) o di fidelizzazione (quindi post-acquisto) che ti sei prefissato. Gli errori elencati fino a questo punto, nascono spesso dalla mancata conoscenza delle best practice da seguire, ma in molti altri casi ciò che determina l'inefficacia di una mail è il fatto di sottovalutare lo strumento in sé e il suo utilizzo. 

Non sbagliare allora significa - prima di qualsiasi altra azione - definire e pianificare una strategia. Questo perché, nonostante i tool più innovativi a disposizione, solo un piano di marketing ben strutturato porterà risultati misurabili e duraturi nel tempo.

Questo si traduce:

  1. nella definizione del target di riferimento in primis e nella segmentazione dei contatti;
  2. in secondo luogo, nella personalizzazione dei contenuti e delle offerte da portare all'attenzione dell'audience;
  3. nell'automazione dell'intero sistema, grazie ai metodi collaudati disponibili;
  4. infine nella comparazione finale, senza la quale, come già visto, nessun miglioramento né risoluzione di criticità è possibile.

Una strategia definita a monte permette di controllare e monitorare un altro fattore di vitale importanza per l'azienda: il budget. Calcolare il ROI di una newsletter o quantificare i costi di acquisizione di un nuovo cliente, è un'operazione possibile solo se alla base ci sono le solide fondamenta di una strategia di marketing, elaborata su misura per l'azienda protagonista della campagna.

L'e-mail del futuro contemplerà numerosi elementi interattivi: presenza di animazioni all'interno del messaggio, effetti "speciali", contenuti dinamici, call to action intelligenti sempre più in linea con il segmento di utente al quale si rivolge: si tratta di elementi di cui misureremo in tempo reale l'efficacia, soprattutto grazie all'utilizzo dell'intelligenza artificiale.

Creare e gestire contenuti "smart" di questa tipologia, senza una chiara strategia alla quale far riferimento,equivale a procedere per tentativi ed errori, ma soprattutto a pregiudicare il fattore X della predittività, ad oggi tra i più potenti per aumentare i tassi di apertura e i click all'interno delle e-mail.

Ti vengono in mente altri errori fatali in grado di affondare una Newsletter?

Raccontami quelli che hai visto nel corso della tua esperienza o le ragioni per cui, da utente, procedi a disiscriverti senza pietà.

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Laureata in Psicologia dei Processi Sociali, Decisionali e dei Comportamenti Economici all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, tra le diverse esperienze professionali è stata SEM & Campaign Specialist presso Google Operation – Covisian. Ama mangiare e cucinare, leggere libri fantasy, guardare serie tv e bere tè.