Pubbliche relazioni in ambito digitale: consigli per avere successo
Nella mia esperienza personale, ho spesso lavorato per aziende che necessitano di lanciare un prodotto o un evento. In questo caso, le digital pr hanno un ruolo fondamentale, perché permettono di conquistare la visibilità necessaria. Si tratta di un lavoro di pubbliche relazioni che si sviluppa in ambito digitale.
In questo post troverai un elenco di consigli il cui scopo è quello di fomentare le relazioni digitali all’insegna del buzz marketing.
In estrema sintesi, quando mi occupo di digital pr io coinvolgo influencer e distribuisco sui canali adeguati materiale digitale che racconti una storia, un prodotto, un’esperienza. La comunicazione del prodotto o del brand per cui lavoro beneficerà, economicamente parlando, della diffusione di informazioni sul web e, di conseguenza, anche nella vita reale.
Ho codificato qualche consiglio e qualche strumento che uso nel quotidiano e che spero con tutta me stessa che ti siano utili. Questo è un post meno tecnico riguardo il mio lavoro ma più “sociologico”, e mi fa amare ancora di più la mia professione perché poi si riversa sulle relazioni vere, in carne ed ossa.
Ecco perché è necessaria una premessa importante, che sarà il mio step numero 1: da subito ti indico, in assoluto, il segreto per un’attività di digital PR che funziona, il “cuore” di tutto quello che verrà elencato poi: la relazione umana che si instaura con l'influencer o il blogger di turno.
6 Step per creare Relazioni digitali di successo:
1. Coltivare le relazioni umane: i Blogger e gli Influencer sono Persone
Immagina un’azienda che, dopo un primo contatto per un evento per il quale ha ingaggiato un blogger, continua a mandargli gli auguri di Natale, telefona per sapere come sta, gli chiede consigli sui suoi prodotti.
All’occasione successiva, è molto probabile che il blogger torni, o magari che dedichi all’azienda di nuovo un post. Nelle digital pr, sono le relazioni umane che vanno coltivate come fossero piantine preziose. I frutti arriveranno.
Non parlo solo di blogger in senso stretto, ma anche di Instagramers, di YouTuber, Snapchatter. L’azienda ha bisogno di una vera squadra di ambasciatori digitali che non può nascere in maniera estemporanea, ma va “cresciuta” e motivata. Un lavoro da fare nel tempo, con il tempo. Ma è in assoluto, per quello che riguarda la mia esperienza, il modo migliore perottenere risultati soddisfacenti.
Un altro consiglio che mi sento di elargire è quello di scegliere sempre coloro con cui ci si sente a proprio agio a livello di personalità: non si possono reclutare tutti i blogger o gli influencer, ma fare una scelta di empatia frutta.
Al di là delle metriche, che sono importanti, nelle digital pr fare leva sulla sintonia caratteriale è sicuramente un’ottima premessa per la generazione di contenuti che raccontino meglio il vostro obiettivo commerciale.
2. Ma… come comincio? Un paio di strumenti
Se devo cominciare da zero, come faccio a sviluppare le mie relazioni digitali? Come in tutti i casi, anche nelle digital pr è fondamentale la strategia: qual è il mio obiettivo? A seconda di esso si possono vagliare percorsi diversi, scegliere persone specifiche, particolarmente indicate per amplificare il mio brand, prodotto o evento.
Ad esempio se ho bisogno nell’immediato di una grande bolla mediatica, opterò per blogger o influencer con grande riverbero SEO e social. Se invece voglio una descrizione dettagliata e meticolosa di ciò che l’azienda vuole comunicare, opterò per una scelta che coniughi numeri e SEO con stile e grande qualità di contenuti.
Pensiamo ad esempio di dover reclutare blogger o influencer in ambito “arte contemporanea” per una mostra e di partire proprio da zero. In che direzione sviluppare le mie public relation digitali per trovare opinion leader di settore?
Ecco gli strumenti che corrono in soccorso di un digital pr specialist:
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Teads Labs, utile per le classifiche relative ai blog, per la ricerca per tematica e anche per nazione;
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Followerwonk che mi aiuta filtrando utenti e influencer con parole chiave nella bio di Twitter. In automatico arrivano tutti i numeri social che mi interessano.
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Hashtracking: se l’obiettivo è un evento dedicato all’arte, questo strumento mi è utile per capire, attraverso un hashtag specifico, chi lo usa e quale sia la sua influenza in quell’ambito. Inoltre posso vedere in eventi analoghi al mio (filtrando gli utenti con l’hashtag dell’evento stesso) quali post o persone di Twitter e Instagram siano state più influenti.
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SEMrush: non disdegno mai anche una ricerca manuale attraverso parole chiave specifiche semplicemente digitando query su Google.Tramite SEMrush, in una fase successiva, poi posso vedere come è posizionato il sito a livello organico e avere una panoramica dettagliata sui dati che mi servono per capire se il blog è appetibile per i miei obiettivi e se iniziare un’azione di digital pr.
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Klout e LinkedIn. Un’occhiata a Klout e LinkedIn la do sempre, a volte ci sono sorprese! Le attitudini e le esperienze lavorative (LinkedIn) mi hanno riservato notizie preziose per costruire l’e-mail di ingaggio. Ma prima di questo importantissimo passaggio, ancora qualche considerazione.
3. Prima del contatto: un po’ di Netiquette!
Hai individuato la tua squadra? Hai scelto in base agli obiettivi strategici i giusti influencer? Ora facciamo una lista di regole fondamentali prima di scrivere ai nostri blogger, Instagramers, YouTuber etc…
1# Prevedi un Budget per sviluppare le tue azioni di digital PR. Una buona attività di public relations digitali deve avere budget. C’è ancora chi pensa che spammando mail di ingaggio ai quattro venti si possano generare post gratis, ma non è così.
Prevedi costi per sostenere il lavoro della persona che si prende cura delle digital PR stesse, per le spese di viaggio e alloggio dei blogger se sono invitati ad un evento, per redarre materiale informativo da passare loro che sia comprensibile e facile da lavorare, per inventarsi situazioni e presentazioni di prodotto che possano stamparsi nella memoria degli influencer e generare in loro un ricordo positivo e piacevole (e post sui social) dell’azienda.
2# Ricorda che un buon post si paga. Un post redatto da un blogger autorevole, con immagini, considerazioni, testo inedito, dalle mille parole in su, si paga! È un lavoro vero e proprio e sia la generazione del contenuto che l’ospitalità sulla loro piattaforma merita moneta. Ci vuole una vera pianificazione di budget per le digital PR, e più è dettagliata più porta risultati effettivi.
3# Non ridurti all'ultimo minuto. I migliori blogger o influencer sono pieni di impegni e di lavoro. La campagna di digital PR non può essere fatta con la rincorsa ai blogger, mandando mail di ingaggio senza criterio cercando di racimolare presenze ad un evento o pubblicazioni di testi o post sui social all’ultimo momento. Anche qui quindi, nel timing, va calibrato il tempo e, come iè facile intuire, una buona e definita strategia a monte è fondamentale.
4. La mail di ingaggio
Fase cruciale e delicata delle digital PR. Chi scrive la mail di ingaggio deve essere bravo e deve essere uno specialista in merito. Deve infondere valori immateriali come la fiducia e avere la capacità di esprimere, in pochissime parole, una conoscenza profonda dei contenuti prodotti dalla persona a cui la mail è rivolta. Ho raccolto per te la mia esperienza e sintetizzato in questo elenco le caratteristiche ideali di una buona mail d’ingaggio:
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deve essere personalizzata. Deve trasparire assolutamente la tua conoscenza vera dei contenuti che l’influencer o il blogger al quale ti rivolgi produce, con apprezzamenti sinceri a quello che più ti piace e che ti ha emozionato tra ciò che ha pubblicato (in fondo non saranno migliaia, e meglio trenta scritte così che mille finite nello spam);
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deve essere corta: poche parole! Presentazione di chi scrive, apprezzamento e punto di contatto empatico (il punto espresso sopra), spiegazione del motivo per cui scrivi;
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deve essere da subito chiara: i blogger sanno perché li contatti. Puoi da subito spiegare che desideri la loro presenza per un evento, un post sul tuo blog o che l’evento è finalizzato ad incrementare la diffusione di un hashtag specifico con post sul profilo Instagram del destinatario. E spiegare sempre che, se non riuscirà a partecipare all’evento, una sua considerazione sui suoi canali sarà sempre gradita.
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deve contenere materiale “lavorabile” e mettere a disposizione informazioni facili da reperire e da gestire per redarre i post. Io mi faccio spesso aiutare da un ufficio stampa “classico” (che dovrebbe sempre affiancare le azioni di un’attività di digital PR) che prepara comunicati stampa, file visuali, informazioni tecniche che i blogger possono agevolmente utilizzare.
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ad una eventuale risposta, bisogna rispondere con velocità. La risposta di un blogger è già un risultato, non si deve perdere l’occasione di stabilire una relazione con ritardi nocivi: rispondere subito e ringraziare è d’obbligo.
5. I contenuti inediti
Nelle ultime digital PR che ho intrapreso, ho visto che i post si moltiplicano se si tematizza la richiesta a secondo delle attitudini del blogger: affidare ad ognuno di loro contenuti unici ha funzionato.
In un evento tipo concorso regionale, si può pensare di affidare ad un blogger della stessa provenienza del vincitore un’intervista specifica. Nel caso invece di un evento-mostra d’arte, che racchiude personalità artistiche plurime, chiedere a blogger diversi di scrivere su artisti diversi è risultato efficace.
Il blogger genera un contenuto unico, diverso dagli altri, è più soddisfatto perché sente di aver tematizzato il post e chi ha commissionato le digital PR colleziona un contenuto a tema che parla comunque del suo evento
Insomma, ogni blogger ha la sua specifica personalità. Esaltiamola con digital PR oculate e approfondite!
6. Misurare
Tutti gli sforzi fatti fin ora sono vani se non misuri ciò che è stato prodotto.
Sono quattro le fotografie primarie che faccio prima e dopo una campagna di digital PR:
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dati di traffico al sito dell’azienda che commissiona la campagna di public relations digitali ( analytics);
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stato backlink del sito dell’azienda (qui ci aiuta SEMrush);
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stato della SERP di Google;
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stato dei profili social dell’azienda (io uso Fan Page Karma).
Dopo aver elencato i blog post generati dalla campagna, normalmente io chiedo ai blogger, a distanza di tre mesi circa, i dati degli accessi (tempo di permanenza, utenti unici, etc…)
Per le condivisioni social, la reach di Facebook, il numero delle visualizzazioni video, eccetera cerco invece di arrangiarmi e fare da sola, per non disturbare e rubare tempo ai blogger che hanno altro da fare (ecco perché mi vogliono bene! ;-) )
Misuro sempre con Hashtracking i numeri relativi ad un hashtag specifico se si tratta di digital PR per un evento (da chi, in quanti e quali post è stato usato etc…).Preparo sempre anche un alert con Mentionche spesso mi riporta citazioni che non mi aspetto!
Tutti questi tool (Hashtracking, Mention, Fan page Karma…) non sono gratuiti per le funzionalità che affido loro. Hanno però costi mensili ridotti per quanto riguarda pochi alert e user. Tornando al fattore “budget” e di pianificazione costi, per le public relations digitali prevedi due, tre mensilità da pagare per l’utilizzo di questi strumenti che, nella misurazione, fanno sempre la differenza.
Nelle Digital PR le relazione umane vanno di pari passo con quelle digitali
Eccoci qua, siamo arrivati alla fine. Non so se la mia esperienza sia come la tua, magari puoi darmi consigli che mi aiuteranno a migliorare e in questo caso te ne sarei davvero grata.
Tuttavia credo di essere davvero arrivata ad una certezza: anche nel digitale la differenza lo fa il rapporto umano. Una telefonata, un saluto, creano una relazione che dà valore al brand!
Ma soprattutto funziona conoscere la personalità dei blogger che scrivono per te, affidare loro contenuti a seconda delle loro attitudini, leggerli, seguirli nel tempo.
Apprezzarli sempre, non solo quando servono!