Cosa togliere dal blog per aumentare il traffico (e trovare clienti)

Riccardo Esposito

ott 08, 20186 min di lettura
Cosa togliere dal blog per aumentare il traffico (e trovare clienti)

La grande illusione di chi inizia a fare blogging e a pubblicare contenuti online: aumentare, dare qualcosa in più. Sempre in ascesa. Questa è una mentalità che in parte trova riscontro nei numeri delle ricerche. Ma tutto diventa vano se non hai ben chiaro il tuo lavoro.

La tua opera di marketing sul blog non può essere rivolta solo ad aumentare, a mettere nuove parole e articoli. Non sono solo questi i punti in cui si tende a esagerare. Anche il multimediale, a volte, diventa un ostacolo alla qualità generale di un blog.

Come risolvere questo problema? Semplice, devi ragionare come un economista. Vale a dire una persona capace di dividere ciò che porta valore al tuo progetto dall'indispensabile per raggiungere l'obiettivo pur non essendo visibile a occhio nudo. Senza dimenticare ciò che può essere sacrificato per il bene del progetto. Anche a occhi chiusi.

Quali articoli devi pubblicare sul blog?

Ogni volta che hai qualcosa di utile da aggiungere al progetto. Un progetto professionale deve essere pianificato e strutturato, si inizia da una buona keyword research per individuare le parole chiave che coprono le query del pubblico. Qui parte il lavoro sui contenuti.

Ci sono ricerche diverse che coprono intenti non omogenei e necessità varie. Devi interpretare e guardare con occhio esperto l'evoluzione delle query.

Dividendo quelle informazionali dalle commerciali. Con quest'ultime l'attenzione si concentra sulle pagine che convertono, mentre il blog copre le query che chiedono approfondimenti, notizie, informazioni. Buoni contenuti da leggere sul tram o in autobus.

Scelta argomenti per un blog: risultati di semrush
Esempio di keyword correlate su Semrush.

Concentra l'attenzione sul calendario editoriale. Quanti articoli pubblicare a settimana? Usa gli strumenti come SEMrush per trovare nuove keyword per identificare le necessità del pubblico. E poi individua i titoli da inserire in un buon file Excel per organizzare i topic.

La risorsa da scaricare: il template per il calendario editoriale del tuo blog.

Dividi gli articoli in due categorie: informativi ed emotivi

Quali sono gli articoli giusti da pubblicare sul blog

I primi sono quelli che intercettano un intento informativo ben preciso. Evidenzia il topic, trova la correlate, usa la classica attenzione che hai per il lavoro di scrittura SEO oriented e punta verso l'obiettivo che vuoi raggiungere.

Poi concedi spazio agli articoli emotivi.Quelli, cioè, che alimentano la community dal punto di vista delle idee. Non è vero che tutte le pagine di un sito devono avere un obiettivo SEO, o almeno non è proprio così.

Articoli che si polarizzano su un'opinione e chiamano il pubblico per esprimere un punto di vista danno forza al brand. E possono diventare validi strumenti per fare link earning.

Elimina dal calendario ciò che non serve

Ottimizza il calendario editoriale del tuo blog

Quindi, il consiglio è di eliminare dal calendario editoriale tutti gli articoli che non hanno utilità. Ad esempio gli auguri di Natale, gli anniversari dell'apertura del blog, le offerte che scadono e le notizie degli eventi che non hanno un seguito. Anche le rubriche incapaci di intercettare un intento di ricerca diventano un problema. Questo per due motivi:

  1. Risparmia crawl budget.
  2. Mantieni l'attenzione dell'audience.

Non appesantire il sito con interventi che domani perdono interesse e non hanno alcun legame con il pubblico. Certo, puoi sempre pensare di ripulire il sito dai contenuti inutili.

Devi capire cosa è realmente inutile all'economia del sito. Inizia dal primo momento a organizzare i contributi in modo che siano sempre pensati per ottenere un beneficio.

Attenzione alle tassonomie del CMS

Un buon metodo per risparmiare crawl budget del blog è ottimizzare le tassonomie

Altro ambito in cui si tende ad abbondare senza un motivo preciso. Anzi, avere tante categorie è motivo di vanto perché così puoi affrontare tutti gli argomenti che preferisci.

Perché non abbondare anche con i tag? Anzi, WordPress non mette limiti a questi elementi: puoi aggiungerli a volontà nel tentativo di ottenere un qualche vantaggio non ben definito. C'è addirittura chi confonde queste tassonomie con i meta tag Google e continua a dire:

Aggiungendo parole nei tag aumento le probabilità di posizionarmi su Google?

— Utente poco informato

Sbagliato. Ogni categoria è una nuova pagina web che si aggiunge alla lista di tutto ciò che hai già pubblicato. E con l'aumentare dei post si moltiplicano le pagine archivio e lo stesso vale per i tag. Il problema sorge quando quest'ultimi si accavallano e cannibalizzano altre risorse. Questo avviene quando crei archivi che condividono significante e/o significato.

  • dominio.it/tag/web-writing 
  • dominio.it/tag/scrivere-online
  • dominio.it/tag/scrivere-sul-web
  • dominio.it/tag/digital-writing
  • dominio.it/categoria/scrittura-online

Ok, hanno parole diverse nell'URL e nel tag title ma il significato è uguale. Così tutti gli articoli che affrontano il tema della scrittura sul web finiranno in entrambe le tassonomie. 

Cosa significa tutto questo?

Una marea di contenuti inutili e duplicati, senza senso per il lettore e per Google. Più pagine da leggere per il crawler che non danno risultati validi e che diventano solo un peso. Non fanno visite, non danno valore. Anche in questo caso puoi operare a posteriori con redirect e tanta tecnica, ma è meglio iniziare dal primo giorno a muoverti nella direzione giusta.

Io ti consiglio di lavorare con un buon programma di mappe mentali. Se per la gestione dei post puoi usare un file Excel con il calendario editoriale, qui hai a disposizione un tool molto utile che risponde al nome di Coggle, strumento gratuito per creare schemi utili.

Youtube video thumbnail

Al centro metti la home, crei i nodi delle pagine fisse e quelli delle categorie con i vari argomenti da affrontare. In questo modo nulla può essere lasciato al caso. Ricorda che se punti una tassonomia su un intento di ricerca preciso e lavori verso una buona ottimizzazione SEO puoi posizionarla tranquillamente anche per keyword competitive.

Quanto deve essere lungo un post?

La grande sindrome del foglio protocollo. Io chiamo così questo punto legato alla poca attenzione che i professori mettevano nel far capire agli alunni il concetto di buona scrittura.

Spesso, infatti, i docenti stigmatizzavano (ma lo fanno ancora) i temi troppo brevi. Quindi l'idea per noi poveri studenti era quella di allungare fino a raggiungere le famose 4 colonne del documento. Magari arrivando addirittura a superare il limite chiedendo un altro foglio. Meraviglia assoluta. Ma poi? Qual è il risultato? Cosa stai comunicando?

Statistiche sulla lunghezza dei post del blog
I contenuti lunghi si posizionano meglio.

Fuffa assoluta. Sul web questo non funziona. Ti dicono che i contenuti lunghi si posizionano bene, ma perché? Forse riescono a intercettare più intenti di ricerca o perché rispondono bene alle domande. Ma tutto dipende, non sarà un testo morboso e ripetitivo a ottenere questo risultato. Perché non soddisfa le domande, non dà risposte ma solo peso.

Quindi come capire qual è il limite?

Non esiste una formula giusta o sbagliata, ma di certo puoi usare la ricerca di Google per farti un'idea. E studiare i competitor che si posizionano meglio per capire cosa preferisce Google. Che poi, in linea di principio, dovrebbe essere ciò che le persone gradiscono.

Non devi scrivere tanto, solo meglio

Puoi scrivere molto ed essere utile, e pubblicare 500 parole diventando un tormento. Questo capita a chi pone poca attenzione alle sfumature. Conosco una serie di regole per la scrittura online che mi hanno permesso di ottenere buoni risultati. Ecco i miei consigli:

  • Scegli una parola semplice al posto di una complicata.
  • Togli aggettivi e avverbi che non servono.
  • Dividi il testo in paragrafi minimi, snelli.
  • Usa H2 e H3 per comunicare gli argomenti.
  • Formatta il testo al meglio con il grassetto e le liste.
  • Usa link interni/esterni per approfondire.

Oggi le persone leggono grazie allo smartphone. E lo fanno su autobus e tram, magari camminando per strada. Puoi ottenere buoni risultati con un testo formattato male? No, la lunghezza del contenuto è giustificata dalla concretezza di ciò che scrivi, ma non solo.

Formatta i testi del blog pensando che li leggeranno persone in movimento

Usate parole brevi, frasi brevi e paragrafi brevi.

— David Ogilvy

Devi presentare il testo al meglio. Ben formattato, strutturato in modo da far capire alle persone cosa e perché scrivi determinati punti. Punta alla chiarezza, non ti concentrare solo sulla lunghezza o la brevità dei testi. Lavora per soddisfare l'utente, non Google.

Da leggere: come creare una struttura professionale per il blog

Cosa hai deciso di eliminare dal tuo blog?

Trovare nuovi clienti eliminando qualcosa, senza aggiungere. È possibile? In realtà in questo articolo ti suggerisco solo di usare con attenzione le risorse che hai già a disposizione:

  • Articoli.
  • Tassonomie.
  • Parole.

Tutti possono pubblicare un post o una nuova categoria, ma non sempre queste azioni sono utili. E la sindrome del foglio protocollo? Fa sempre piacere pubblicare la nuova Bibbia di un argomento, lasciando a bocca aperta il pubblico per la lunghezza.

Ma chi leggerà quel comunicato stampa che hai pubblicato un anno fa? E chi cliccherà su quel tag inutile?

Il successo di un blog, come strumento di inbound marketing, deriva dalla sua capacità di posizionarsi su Google e in una community. In entrambi i casi fare economia aiuta.

Sei d'accordo? Credi che questo punto di vista sia giusto?

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Riccardo è webwriter freelance, blogger, appassionato di scrittura online. Si occupa anche di formazione per liberi professionisti e PMI che vogliono sfruttare il blog per migliorare i loro risultati. Tutti i suoi preziosi consigli li trovi su Mysocialweb.