Video branding: l'acceleratore di fiducia. Perché fare un video?
Tra le molte definizioni di video marketing, quella che mi ha colpito di più è certamente questa di Salvatore Russo e Ale Agostini, che nel loro libro Seo & Content (Hoepli) definiscono lo strumento video "acceleratore di fiducia".
Cosa vuol dire? La voce, le movenze, le espressioni del volto, la personalità sono tutti fattori che possono "accelerare" o se vogliamo "potenziare" le nostre competenze.
Fornire queste informazioni in un colpo solo, richiedendo così poco sforzo cognitivo all'utente è una cosa impensabile con altre forme di contenuto
Va da sé che per l'utente è molto più semplice guardare un video di un minuto che leggere un post lungo e dettagliato, e i motivi sono chiari a tutti: poco tempo, concentrazione ridotta, ridondanza di notizie nel nostro feed.
Un terzo del traffico web, oggi, è costituito da video (fonte Hubspot) e questo dato è destinato ad aumentare.
L'importante è imparare a fare video che le persone vogliono guardare, e non che si vedano costretti a sopportare. Vista così sembrerebbe semplice, ma vale la pena fare una riflessione più ampia sul video branding. Non siamo tutti Montemagno, d'altronde.
Tutti possono fare video?
In teoria sì, il know how è alla portata di tutti. Basta uno smartphone, una discreta connessione e qualche accorgimento: un buon microfono (su Amazon se ne trovano di tutti i tipi, io consiglio un Lavalier, poi ovviamente dipende da quanto vogliamo essere professionali), un treppiedi Manfrotto per la stabilità, un telecomando bluetooth, per evitare di doversi sporgere verso il telefono per iniziare e terminare, e qualche programma di video-editing per inserire testi, grafiche, musiche (occhio ai diritti in questo caso).
Partiamo da elementi basici, è chiaro che poi si può fare un upgrade degli strumenti non appena si prende la mano. A questo punto bisogna premere play: è il momento più importante.
Tutti potenzialmente possono fare video, ma non è detto che questo sia lo strumento ideale per chiunque.
In primis ci vuole allenamento davanti alla videocamera. La voce, la postura, il guardare il camera, gesticolare ma non troppo, sono cose che non si apprendono se non raccogliendo feedback. Ma sopratutto, come ripete spesso Robin Good, bisogna avere qualcosa da dire. Questa è la vera sfida.
Faccio video, ma cosa dico?
Mi capita spesso di vedere video che non hanno alcun valore aggiunto. Gente che si mette davanti alla videocamera perché ha sentito dire che "questo è l'anno dei video".
Bene, a questo punto però dovresti avere qualcosa di unico da comunicare o inventare qualcosa di nuovo. Perché imitare Rudy Bandiera non farà di te il nuovo Rudy Bandiera. C'è chi ha trovato un format - mi vengono in mente il divanone di Rudy, il Pigiama Prati di Leonardo Prati, i video verticali di Camisari Calzolari, i consigli di Personal Branding di Riccardo Scandellari, quelli di Matteo Flora - che ne ha fatto un cavallo di battaglia per la propria audience.
C'è chi invece è costretto a imitare con effetti non proprio positivi per il proprio personal branding. In questo caso il tempo dedicato a questa attività non è ripagato dalla soddisfazione di un feedback positivo.
Ma qual è l'obiettivo del Video branding?
Già, probabilmente bisognerebbe porsi questa domanda, prima di tutto: perché faccio video? Perché dovrei dedicare tempo ed energie a questa attività? Voglio ottenere più clienti? O voglio condividere il mio know how con la rete?
Qualunque sia l'obiettivo, è bene chiarirlo da subito. Può aiutarci molto nel concepire un'idea che funzioni, che sia originale, e non improvvisata.
Non ce l'ha detto il medico di girare "un video al giorno", io per esempio non faccio fatica ad ammettere che non saprei assolutamente cosa dire una volta al giorno, e che pur avendo una buona familiarità con la videocamera ho ancora bisogno di molto allenamento. Per questo preferisco fare un video al mese, ma più corposo, sfruttando il live di Facebook che reputo un ottimo alleato per chi è capace di dialogare con il proprio pubblico.
Un buon incipit per iniziare un'attività di personal branding attraverso i video può essere identificare i propri punti di forza, gli argomenti che tratteremo e il format. Personalmente ti consiglio di dedicare molto tempo a questa fase, per evitare di bruciarti subito questa opportunità.
Dove postare i video
Facebook chiede video nativi, quindi niente link da YouTube. Che siano live o caricati, l'importante è che vengano pensati per Facebook. Un minuto, massimo due, grafica alla fine e mai all'inizio (altrimenti rischiamo di perdere subito il lead), call to action.
Sarebbe ideale avere una Pagina, a meno che non si ha un profilo con molti contatti - Facebook permette di averne un massimo di 5.000. La Pagina permette di fare delle ads sponsorizzate, che sopratutto in una prima fase è cosa buona e utile. A livello di branding è una scelta molto delicata quella di avere una pagina: capita di vedere pagine con 100 like, per cui valutate bene se il vostro brand personale è pronto per questa sfida!
YouTube è un ottimo canale, e non solo come archivio. Primo: è indicizzato su Google, per cui dedicate tempo e cura alle descrizioni. Secondo: è un ottimo canale per video più lunghi, magari il vostro format ideale non è la pillola da un minuto. Fermo restando che il messaggio e la forma restano fondamentali, sulle piattaforme di oggi e anche su quelle di domani.
Che faccio, inizio a fare video?
Beh, in molti hanno già iniziato, e con ottimi risultati. Questo non vuol dire che tutti debbano usare questo strumento, essere sciolti davanti alla videocamera e avere tanti aneddoti interessanti da raccontare.
Questa mancanza di consapevolezza può creare frustrazione, e la soluzione è capire che non si può fare video branding senza un'adeguata strategia (format unico, originale), un obiettivo e tanto tanto allenamento.
Solo dopo vengono gli strumenti, fermo restando che un ottimo contenuto deve avere una buona forma. Il video funziona e le persone sono sempre più abituate a consumare contenuti in formati video, basta fare un giro in metropolitana per accorgersene. Per cui segui i migliori ma non imitarli a tutti i costi, anche tu hai qualcosa di straordinario da condividere! Qualcosa che sia utile agli altri e magari li aiuti a risolvere un problema, a trovare soluzioni, o semplicemente ad intrattenere o a emozionare. Cerca di capire però, prima, dove sei posizionato: know how o emozione? Tratta il tuo brand come se TU fossi un'azienda: prima di accendere la videocamera scegli un posizionamento chiaro per chi ti segue. Solo a questo punto puoi premere play.
Stai facendo Personal branding utilizzando i video?
Se vuoi puoi postare qui uno dei tuoi Facebook Live o un video che hai pubblicato sul tuo canale e ottenere il feedback della community per verificare che il formato che hai scelto è quello adeguato e che stai trasmettendo nel modo giusto il tuo messaggio.