Google Ads con poco budget per aziende di piccole dimensioni

Alessandro Frangioni

mar 04, 20196 min di lettura
Google Ads con poco budget per aziende di piccole dimensioni

Molto spesso ci troviamo davanti a clienti con budget limitati, e la maggior parte delle volte i motivi sono 2:

  • prima volta che fanno advertising,
  • esperienze passate non così positive.

In questi casi è fondamentale gestire efficacemente il budget delle campagne e quindi studiare una strategia mirata che produca dei risultati interessanti per far ri-acquisire fiducia nei canali di digital adv. Personalmente in agenzia tendiamo sempre a far partire le campagne anche con qualcosa di molto semplice, per poi allargarci man mano che raggiungiamo determinati obiettivi.

Facendo così il cliente percepisce che siamo attenti al suo budget e che condividiamo con lui gli stessi obiettivi.

Sappiamo bene che se le cose iniziano ad andare bene, ovviamente l'investimento potrà essere maggiore sia in termini di budget che di attività digital da sviluppare.

Ci tengo a precisare che questo approccio tendiamo ad utilizzarlo anche con aziende più grandi dove i budget sono più aperti: l'obiettivo per l'agenzia dovrebbe rimanere sempre quello di ottimizzare le campagne per ridurre i costi.

Gli errori più comuni sul budget per la pubblicità

Se il budget è basso (e non vogliamo strozzare il cliente) dobbiamo rivedere anche la strategia. Un errore fatale è pensare alla stessa strategia, ma con budget ridotti: cerca di studiare un setup light, più essenziale e semplice prima di costruire l'intero castello.

Con questo cosa voglio dire?

Mi rendo conto che possiamo fare tantissime cose come campagne di remarketing su vari livelli, campagne display dinamiche e non, campagne di ricerca più o meno aperte ecc... Però adesso devi lasciare solo le campagne fondamentali ed essere pronto a cambiare direzione anche in corso d'opera per aggiustare il tiro.

Strategie e campagne Google Ads low-budget

Adesso voglio mostrarti alcuni setup migliori che puoi usare per sfruttare al massimo i budget limitati. Prima però, alcune precisazioni sulle tipologie di campagna in Google Ads.

Campagne Search & Display

La divisione principale in Google Ads è fra campagne orientate alla ricerca (Search) in Google o quelle legate ai banner Display da mostrare su siti web, app e YouTube.

Un consiglio fondamentale è evitare di fare un'unica campagna Search+Display: è più efficace lavorare con campagne distinte e setup diversi.

Campagne Google Ads Search + Display

Come vedi nello screenshot, Google applica in automatico le due reti e se non stai attento la tua campagna diventa proprio Search+Display! Quindi occhio e concentrati su un'unica rete Search o Display. Ma prima di arrivare ad alcuni esempi di setup, ci tengo a precisare alcuni modi di uso delle campagne sopratutto Search.

La strategia qui riguarda il raggruppamento delle keyword e la scelta del target. Per essere più chiaro farò un esempio sul settore gioielli. In agenzia i gruppi di annunci, che sono un po' sempre presenti nelle nostre campagne, riguardano:

  • Gruppo Brand: parole che riguardano il nome del brand e ci permettono di essere ben rilevanti con costi bassissimi proprio perché saremo il risultato più pertinente anche in mercati con concorrenza molto alta. Esempi: brand, shop brand, brand sito, acquistare brand, www brand, bracciale brand, collana brand...
  • Gruppo Prodotto: queste saranno le campagne più competitive e costose proprio per l'elevata esposizione. Permettono di far conoscere il tuo brand in occasione della ricerca di un prodotto specifico.
    Esempi: bracciale componibile, bracciale con charms, collana con iniziali...
  • Gruppo Remarketing: ti sembrerà strano ma possiamo fare campagne di remarketing per chi è stato sul sito/landing in modo da lavorare solo su un pubblico che già ci conosce e che tornerà da noi se cerca termini su Google che attivano i nostri annunci. La campagna è la stessa di quella tipo Brand o Prodotto, ma ha un target specifico rivolto solo a chi è già stato sul sito.

Esempio

Quello che vedi sotto è un esempio di una campagna attiva che in questo caso lavora con 3 gruppi di annunci: 2 brand + 1 prodotto (molto) specifico. Questa suddivisione, oltre a permettermi una gestione migliore, permette di avere Quality Score più elevati.

Esempio di struttura campagne Google Ads con 3 gruppi di annunci

Il primo gruppo di annunci, Brand, contiene solo il nome del marchio con associazioni tipo: acquisto, sito, shop, store, negozio. Il secondo gruppo, Bracciale Famiglia, racchiude solo termini rilevanti per questa tipologia di bracciali, senza aprire troppo le keyword. Il terzo gruppo, Brand+KW, associa il nome del brand con il prodotto, quindi un mix del tipo: bracciale marca, collana marca, gioielli marca.

PS: Occhio alle nomenclature che aiutano velocemente a capire a cosa si riferisce il gruppo e la loro tipologia di ricerca (S = Search, D= Display...).

Le campagne Display

Ovviamente qui il lavoro è tutto sulla parte della domanda latente in posizionamenti interessanti (siti web, app, canali YouTube) e remarketing. Gli annunci diventano grafici/illustrati e animati/video e non più testuali.

E adesso che hai tutto più chiaro, ecco alcuni setup che forniscono sempre dei risultati interessanti in ambienti low-budget.

#1 Campagna Search + Brand

Imposta una campagna Search molto diretta su keyword interessanti e rilevanti. Poche ma molto specifiche per assicurarti traffico di qualità. All'interno aggiungi un gruppo di annunci per termini legati al Brand: serviranno per persone che cercano direttamente e hanno un costo molto basso.

Ti consiglio di raggruppare le keyword della campagna Search principale in gruppi di annunci specifici per mantenere la massima qualità e un controllo perfetto dei costi.

Qui puoi dividere tutto in 2 campagne: una Display, che sarà quella principale e ben impostata per attirare l'attenzione di potenziali clienti; una Search con target il segmento di pubblico di remarketing. Così si attiveranno solo quando il termine di ricerca è cercato su Google da persone che sono già state sul nostro sito o landing.

Per fare questo, devi impostare un Segmento di Pubblico nella campagna (o nel gruppo) e aggiungere il pubblico di remarketing come Targeting, invece di Osservazione.

Google Ads: impostare segmenti di pubblico

Il vantaggio di questo setup è che la campagna Display ha costi relativamente molto bassi e permette di raggiungere moltissime persone. La campagna Search invece è limitata a persone che sicuramente hanno interagito con il sito e quindi evitiamo di sprecare budget, sopratutto su mercati molto competitivi.

#3 Campagna Remarketing Search + Brand

Quest'ultimo setup è utile se hai altri canali che portano traffico al tuo sito (come Facebook Ads). In questo caso hai una campagna Search esclusiva per il remarketing, come abbiamo visto sopra, e una Brand per farti ritrovare dalle persone che ti cercano direttamente.

Valuta sempre se ti conviene riunire in gruppi di annunci o separare in campagne diverse i vari setup che ti ho mostrato.

Potresti vedere che alcuni gruppi saturano tutto il budget a discapito del gruppo Brand, quindi ti conviene portarlo fuori in una campagna distinta.

Le strategie di offerta su Google Ads

Adesso Google Ads ha diverse strategie di offerta importanti per far capire quali sono gli obiettivi e ottimizzare verso dei risultati più precisi. Non esiste la strategia perfetta, sta a te provare quella che funziona di più: potrei dirti di usare il ROAS (Return On Ad Spent) per gli e-commerce ben avviati ma potresti avere maggiori risultati da una campagna impostata su "Massimizza le conversioni".

Strategie di offerta per Google Ads

Questo per dirti che devi fidarti dei risultati, non dei luoghi comuni. Quindi fai esperimenti e individua la strategia migliore. Tuttavia ecco alcuni semplici consigli per il setup iniziale delle tue campagne pubblicitarie su Google Ads:

  1. Inizia con "Massimizza i clic" e registra le prime conversioni.
  2. Passa a "Massimizza le conversioni".
  3. Ottimizza e migliora per abbassare i costi e ottenere il massimo.
  4. Valuta il passaggio alle altre strategie come ROAS o CPA Target per abbassare/standardizzare i costi di conversione.

Alcune tipologie di strategia di offerta sono indicate per un uso in parallelo con altre campagne e sopratutto assicurati di averle ottimizzate al massimo, altrimenti i costi potrebbero davvero volare. Sto parlando di:

  • Quota superamento target: per lottare direttamente con un dominio competitor.
  • Targeting della posizione: decidere di essere nelle posizioni più alte o prima pagina.
  • Quota impressioni target: per assicurarti la massima esposizione.

Tecniche di ottimizzazione delle campagne Ads

1. Controlla sempre i punteggi di qualità

Cerca di raggiungere Quality Score elevati, così riduci i CPC e aumenti le performance della campagna.

2. Usa le Esclusioni e analizza i Termini di ricerca

Per le campagne Search, controlla i termini di ricerca ed escludi tutto ciò che porta sprechi di budget per keyword non rilevanti.

3. Usa lo SKAG (Single Keyword Ad Group)

Individua la keyword più produttiva e crea una campagna con un gruppo di annuncio specifico per una singola parola chiave usando la corrispondenza esatta. Così ti concentri solo sul termine che ti interessa, evitando dispersione.

4. Fai Esperimenti e confronta le Strategie di offerta

In Google Ads ci sono un sacco di strategie di offerta che sfruttano lo Smart Bidding con il machine learning. Fai delle prove dividendo il budget al 50% e confrontando i risultati fino a trovare la migliore impostazione per le tue campagne.

Questi sono gli accorgimenti che ti consiglio di adottare. Li conoscevi già?

Hai altre idee per ottimizzare le campagne low-budget su Google Ads? 

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Digital Strategist e Advertiser specializzato in Google Ads, Facebook Ads e Marketing Automation. Docente e formatore in molti master, corsi e workshop di web e digital marketing. Segue aziende, ecommerce e brand per strategie di web marketing e campagne di advertising. Collabora come consulente in molte agenzie web e di comunicazione che si affidano a lui come digital marketing director. È autore del libro di Mailchimp.