7 errori di posizionamento SEO internazionale

Aleyda Solis

nov 14, 201910 min di lettura
7 errori di posizionamento SEO internazionale

Stabilire una presenza Web multilingue e / o multinazionale per espandere la portata di un’attività a un pubblico internazionale più ampio richiede una comprensione approfondita dei mercati di destinazione e conoscenze SEO internazionali. È questo l’unico modo per riflettere correttamente il target che vuoi raggiungere nella struttura del tuo sito, nella configurazione tecnica, nei contenuti e negli sforzi per la promozione.

La mancanza di esperienza riguardo agli elementi di cui sopra è il motivo per cui non è così raro vedere processi che hanno a che vedere con la SEO internazionale con una gran varietà di problemi, molti dei quali possono causare un'esperienza utente non ottimale e il fallimento della strategia di posizionamento su più mercati. Ecco perché avere una solida conoscenza della SEO tecnica è un must quando si lavora con campagne internazionali.

Qui ci sono alcuni dei problemi più comuni e modi sicuri per fallire nella SEO internazionale (e come evitarli):

1. Non utilizzare URL diverse per ciascuna delle tue versioni Web internazionali

È fondamentale che ogni pagina delle diverse lingue e Paesi del tuo sito sia mostrata attraverso URL specifiche e accessibili, in modo che possano essere sottoposte a scansione, indicizzate e classificate da Google. È senza dubbio preferibile questa opzione che fare affidamento sulla scansione adattiva delle impostazioni locali, che tenta di identificare la lingua e / o il paese di un visitatore e di mostrare quella versione del contenuto tramite la stessa URL.

Come menziona Google nella sua documentazione ufficiale

Google potrebbe non sottoporre a scansione, indicizzare o posizionare tutti i tuoi contenuti per le diverse impostazioni internazionali. Questo perché gli indirizzi IP predefiniti del crawler Googlebot sembrano essere negli Stati Uniti. Inoltre, il crawler invia le richieste HTTP senza impostare Accept-Language nell'intestazione della richiesta.

Questo è il motivo per cui dovresti stabilire una struttura Web individuale per ognuna delle tue versioni internazionali, sia utilizzando ccTLD, sottodirectory o sottodomini se fai il targeting per paese, oppure utilizzando sottodirectory o sottodomini per targeting per lingua. Tutti hanno pro e contro e devi valutare bene ogni opzione per selezionare la migliore struttura Web internazionale in base alle tue caratteristiche, agli obiettivi e alle restrizioni.

Per approfondire puoi leggere il post:  Sito web internazionale: meglio un TLD localizzato o uno generico?

Un’altra cosa importante è mostrare in modo coerente ai visitatori del tuo sito la versione effettiva dell'URL di una pagina per una lingua o un Paese quando atterrano o scelgono di passare a quella versione. Questa strategia è preferibile rispetto a ciò che fanno alcuni siti come Entrepreneur: nell'esempio seguente è stato scelto di mostrare la versione spagnola della home page attraverso la stessa URL di quella inglese (https://www.entrepreneur.com/) quando viene identificato che l'utente sta utilizzando un browser in spagnolo.

agli utenti di ogni Paese deve essere mostrata la url reale della versione del sito locale

Questo non è necessario in quanto Entrepreneur ha in realtà una versione spagnola della home page mostrata attraverso la propria URL (https://www.entrepreneur.com/es), come si può vedere di seguito. Questa sarebbe l'URL rilevante da mostrare in questo caso per evitare di offrire un'esperienza confusa, permettendo agli utenti di lingua spagnola di linkare o condividere la versione del sito pensata apposta per loro.

Il sito internazionale Entrepreneur ha una url dedicata agli utenti spagnoli

2. Reindirizzare automaticamente gli utenti a una versione Web internazionale senza offrire l'opzione per selezionarla

Anche se potresti voler indirizzare i tuoi utenti al loro Paese o versione linguistica, non dovresti farlo automaticamente usando i redirect. Questi reindirizzamenti possono generare un'esperienza confusa e invadente per gli utenti che potrebbero essere venuti a visualizzare in modo specifico contenuti in un'altra lingua o versione di un Paese specifico.

Una rapida osservazione su Google

Attualmente, la maggior parte degli IP di Googlebot proviene ancora dagli Stati Uniti; Google non esegue ancora la scansione da tutti i Paesi (i crawler provengono per lo più dagli Stati Uniti e da alcuni altri Paesi). Pertanto, se reindirizziamo solo alla versione del sito web per quelle regioni, allora Googlebot sarà sempre reindirizzato e vedrà solo alcune versioni del nostro sito, non tutte.

Non stai reindirizzando solo gli utenti ma anche i robot.

Questo è il motivo per cui è meglio consentire non solo all'utente di navigare in qualunque versione internazionale sia arrivato, ma anche a Googlebot di eseguire la scansione di qualsiasi versione invece di reindirizzarla in base al proprio IP.

Esempi

Un'esperienza ancora peggiore viene data quando il reindirizzamento è eseguito senza nemmeno consentire agli utenti di passare alla versione internazionale a cui volevano accedere, mostrando un'opzione ben visibile; questo può essere sperimentato su alcuni blog o siti di notizie, come Gizmodo:

esempio di errore di posizionamento seo internazionale: il redirect automatico

Invece di fare un reindirizzamento, sarebbe meglio consentire agli utenti di accedere alla versione Web internazionale da loro selezionata, notificando che potrebbe esistere una lingua o una versione del sito più pertinente per loro in base all'IP browser o Paese da cui stanno navigando. È possibile farlo in modo non invadente e visibile, dando agli utenti la possibilità di rimanere o cambiare versione, come fa Autodesk:

come offrire l'opzione di scelta della versione locale del sito

Per approfondire puoi leggere il post:  SEO e redirect: come, quali e quando usarli.

3. Non localizzare il contenuto delle versioni regionali del tuo sito

Hai scelto come target Paesi diversi che parlano la stessa lingua e pensi di riutilizzare i contenuti nelle diverse versioni del tuo sito Web: non farlo!

È fondamentale che i contenuti presenti in ogni versione del sito siano localizzati, pensati per un comportamento specifico del pubblico in ciascun mercato nazionale.

Il contenuto potrebbe essere diverso anche quando si utilizza la stessa lingua. Ci sono infatti parole ed espressioni che differiscono da un Paese all’altro: termini particolari usati per descrivere lo stesso concetto o parole diverse che descrivono gli stessi prodotti o servizi. Nonostante la lingua comune, le preferenze possono cambiare da Paese a Paese.

Ad esempio, possiamo vedere come nella versione americana del sito Adidas esiste la categoria "Soccer cleats" che nella versione britannica si chiama "Football Boots", poiché sono state localizzate per raggiungere gli utenti che effettuano ricerche nei diversi Paesi - in questo caso le ricerche sono diverse anche se le persone parlano la stessa lingua.

differenza tra termini inglesi e americani per riferirsi agli stessi prodotti

Per approfondire puoi leggere il post:  E-commerce multilingua: gli errori che affossano una strategia SEO.

È anche fondamentale sviluppare un elenco completo di parole chiave e fare ricerca competitiva per ciascuno dei Paesi target. Questo dovrebbero includere l'input, il supporto e la verifica da parte di un madrelingua di quel mercato specifico, in modo da identificare il comportamento di ricerca specifico del pubblico in ognuno di essi. In seguito si potrà ottimizzare il contenuto Web, l'organizzazione, la progettazione e le azioni promozionali in base a tali preferenze.

4. Usare un unico ccTLD per più Paesi

I siti che iniziano rivolgendosi a un Paese specifico, di solito il proprio, e utilizzano il loro ccTLD specifico (domini di primo livello con codice paese come .it, .uk, .mx, .es, .fr o .de, già geolocalizzato di default), potrebbero avere delle difficoltà nel caso di volersi espandere a livello internazionale.

I proprietari di siti che avranno fatto questa scelta non avranno la possibilità di utilizzare quel ccTLD iniziale per raggiungere altri Paesi, come si potrebbe invece fare con un gTLD (dominio di primo livello generico, come .com, .org, .net) che non è associato a un Paese specifico.

Un dominio gTLD può essere utilizzato per targetizzare molti paesi abilitando sottodirectory o sottodomini che possono essere geolocalizzati tramite Google Search Console.

Sfortunatamente, alcune aziende non sono a conoscenza di queste opzioni e provano a rivolgersi ad altri Paesi abilitando le sottodirectory per le diverse regioni che vogliono colpire sotto un ccTLD, che è già geolocalizzato. Possiamo vederlo nell'esempio seguente, con una versione americana in una sottodirectory situata sotto un .co.uk (ccTLD che è già geolocalizzato di default per il Regno Unito).

esempio di sito internazionale che usa un cctld invece di un gtld

Per questo motivo le aziende che hanno già un ccTLD (anziché un gTLD) quando si espandono in nuovi mercati internazionali devono utilizzare ccTLD specifici per ogni Paese per rivolgersi alle diverse regioni. Questa opzione richiede molto lavoro per aumentare la popolarità individuale di ciascun dominio. 

Un'altra opzione sarebbe quella di migrare o stabilire una nuova presenza con un nuovo gTLD che aiuterebbe l'azienda a rivolgersi a molti Paesi in modo più efficiente abilitando sottodirectory che possono essere geolocalizzate tramite Google Search Console. 

5. Supporre che Google supporti il targeting per continente con domini .asia o .eu o il valore "eu" in hreflang

Google non supporta (almeno non ancora) il targeting regionale a livello di continente, sia utilizzando domini di primo livello regionali come .eu o .asia che sono trattati come gTLD; o utilizzando valori regionali come "eu" per l'Europa in hreflang, poiché Google supporta i codici paese ISO 3166-1 alpha-2.

È importante tenerne conto quando si prende di mira l'Europa e si valuta di stabilire una presenza con un dominio .eu; potrebbe invece essere meglio usare un gTLD con sottodirectory specifiche che possono essere geolocalizzate tramite la Google Search Console e taggate con annotazioni hreflang per indirizzare specifici Paesi europei a livello individuale.

esempio sito web internazionale con geotargeting europeo

6. Canonicalizzare tutte le versioni Web internazionali su una per evitare problemi di duplicazione dei contenuti

A volte, anche dopo aver attraversato un processo di localizzazione, a causa della natura della tua attività potresti finire per avere contenuti molto simili in versioni di Paesi diversi che parlano la stessa lingua (come l'inglese negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Australia).

Tuttavia, se queste versioni locali sono correttamente geolocalizzate nei rispettivi mercati, il contenuto di queste pagine non dovrebbe essere visto come duplicato, poiché è destinato a un pubblico diverso, e deve essere indicizzabile individualmente per potersi posizionare bene in ciascun Paese.

Non è necessario canonicalizzare queste pagine a una delle versioni nazionali del sito perché ognuna di esse è considerata unica in quanto è indirizzata a una località diversa.

A volte potrebbe sorgere confusione a causa della canonicalizzazione tra regioni che può essere vista in alcuni siti ben noti, come nell'esempio di Airbnb di seguito, in cui vediamo come canonicalizzano la loro home page messicana alla versione spagnola nel dominio .com. Tuttavia, non conosciamo il contesto in cui è stata presa la decisione di questa configurazione; d'altra parte, possiamo vedere che nei mercati in cui sono molto attivi e registrano un gran volume di traffico organico, come Regno Unito, Francia o Spagna, si auto-canonicalizzano.

esempio di canonicalizzazione delle versioni internazionali del sito airbnb

Ciò che si consiglia di fare in questo caso, per indirizzare e posizionare efficacemente le pagine di ogni versione del Paese sul mercato per loro rilevante, è geolocalizzare ciascuna di esse utilizzando ccTLD o sottodirectory o sottodomini con targeting geografico - da specificare in Google Search Console - oltre a utilizzare le annotazioni hreflang per specificare il targeting per lingua e Paese per ciascuna pagina e le loro versioni alternative.

Per approfondire puoi leggere il post:  HrefLang: come gestire lato SEO un sito multilingua.

7. Implementare le annotazioni hreflang senza seguire un processo che includa la convalida 

Si potrebbe scrivere un intero post sugli errori che di solito vengono commessi durante l'implementazione delle annotazioni hreflang. In effetti, ne ho scritto in passato. Dall'utilizzo di valori non supportati, alla specifica del Paese senza il valore della lingua, dimenticando di includere i tag di ritorno oppure includendo URL non indicizzabili, tra molti altri.

controllare sempre che le annotazioni hreflang per lingua e paese siano corrette

In generale, questi errori si verificano perché manca la fase di convalida nel processo di implementazione di hreflang, che dovrebbe essere così:

A. Valutazione dell'ambito di applicazione della lingua e del Paese

Identifichi le versioni di lingue e Paesi che devono utilizzare hreflang, in particolare quelle con risultati di ricerca in cui viene riscontrato un disallineamento internazionale, a cui si potrebbe voler dare priorità.

B. Scelta del metodo di implementazione

Valuti il metodo di implementazione di hreflang più adatto (tag nell'intestazione HTML, nell'intestazione HTTP o nella Sitemap XML) in base ai requisiti del sito e del progetto, nonché alle restrizioni.

C. Specifica del modello di codice hreflang

Definisci il tag hreflang da usare nell'implementazione. Hai come riferimento le specifiche ufficiali di Google per il metodo scelto, nonché i formati e i valori di Paese e lingue supportati per evitare località, tag, attributi o valori non supportati.

D. Convalida dell'implementazione di hreflang in un ambiente di test

Le pagine con tag devono essere scansionate (attraverso il sito o, in alternativa, della sitemap XML, se questo è il metodo di implementazione scelto) in un ambiente di test prima del loro lancio, per identificare eventuali errori di tagging.

E. Monitoraggio e risoluzione dei problemi relativi all'implementazione di hreflang dopo il lancio

Effettui il recrawling delle pagine etichettate dopo averle lanciate sul sito live per identificare eventuali problemi rimanenti e inizi a monitorarle attraverso il rapporto International Targeting di Google Search Console.

È inoltre necessario avviare un monitoraggio continuo per identificare eventuali problemi durante la pubblicazione di nuove pagine o quando si modifica o elimina quelle già esistenti. Inoltre potrai identificare eventuali nuovi problemi di disallineamento di lingue e Paesi nei risultati di ricerca di Google tramite il report Performance di Google Search Console.

F. Stabilire le linee guida per le migliori pratiche di implementazione di hreflang

Documenti l'ambito di applicazione dell'hreflang per stabilire le regole da seguire ogni volta che vengono pubblicate pagine delle lingue e/o dei Paesi interessati, o che le loro URL vengono cambiate o rimosse.

Questa documentazione è necessaria per garantire che le annotazioni hreflang siano sempre aggiornate e validate efficacemente.

Con un processo di implementazione di hreflang di questo tipo, gli errori dovrebbero essere ridotti al minimo e, se si verificano, rapidamente identificati e risolti.

Per approfondire puoi leggere il post:  Gli errori più comuni nell’implementazione dell’Hreflang.

Spero che questo post ti aiuti a evitare i problemi del posizionamento SEO internazionale più comuni, e se stai affrontando uno di questi proprio ora, adesso sai come risolverlo.

Hai ancora dubbi sui problemi che colpiscono i siti multi-lingua e multi-regione?

Hai i commenti sotto il post per fare le tue domande.

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SEO consultant, author, speaker and entrepreneur. Founder of Orainti (a boutique SEO consultancy working with some of the top Web properties and brands, from SaaS to marketplaces) and co-founder of Remoters.net (a free remote work hub, featuring remote jobs, tools, events, guides, and more to facilitate remote work). Aleyda enjoys sharing about SEO through her blog, the #SEOFOMO newsletter, the Crawling Mondays video and podcast series and over Twitter.